Archivio mensile: Aprile 2021

ENTRATE – Nuovo passaggio sulle PO

AGENZIA DELLE ENTRATE
Nuovo passaggio sulle PO

Nel secondo incontro sul tema delle Posizioni Organizzative, la Direzione Centrale del Personale ha “apportato” qualche modifica alla sua precedente proposta, modifica importante ma per noi non ancora sufficiente, mentre siamo ancora in attesa di acquisire significati elementi in merito sia al ruolo delle figure ex art. 18 sia sulla precisa mappatura di declinazione della proposta presentata.

Riteniamo l’incontro assolutamente interlocutorio mentre informiamo che le parti si sono riconvocate per il prossimo martedì 4.05.

La delegazione CONFSAL – UNSA ha ribadito le considerazioni sul ruolo del coordinatore, del requisito dimensionale dei gruppi di lavoro, della selezione e del budget complessivo nonché delle indennità individuali, argomenti di cui è iniziata la trattazione già nell’incontro precedente.

In merito al ruolo, restiamo in attesa di una “nuova” declaratoria professionale che dovrebbe essere acquisita nel prossimo incontro ma, a parere della CONFSAL UNSA che nel corso dell’incontro ha fortemente ribadito l’importanza del lavoro per “team” (peraltro richiamato nello stesso Regolamento di Agenzia), in termini di funzionalità ed efficienza del lavoro di gruppo, nulla cambierà nulla in termini di compiti del coordinatore, a meno che la Agenzia non ritenga di scegliere una modalità di lavoro diversa dall’attuale (scelta che sarebbe del tutto legittima ma che potrebbe non essere da tutti condivisa).
E se così è, e ripetiamo noi crediamo nel ruolo cruciale del “team”, la CONFSAL – UNSA ritiene fondamentale individuare il giusto requisito dimensionale, preso atto che per tante figure e tante attività il requisito dimensionale non può necessariamente essere utilizzato.
Abbiamo apprezzato il ridimensionamento del numero dei componenti dei team degli uffici legali e degli uffici controlli, con il passaggio da 1/12 ad 1/9, ma altrettanto ridimensionamento chiediamo sugli uffici territoriali e sui servizi in generale. Abbiamo apprezzato anche il miglioramento, in termini generali, circa l’entità delle retribuzioni individuali.
Ma ribadiamo, non si tratta di soffermarsi sul numero complessivo di posizioni organizzative che certamente, e non potrebbe essere altrimenti, subisce l’influenza della presenza oramai consolidata nella struttura organizzativa delle POER (alla luce anche della sentenza della Corte Costituzionale), quanto piuttosto richiamare il modello che meglio risponde alla funzionalità ed all’efficienza dell’intera struttura, sia centrale e soprattutto periferica.
Il lavoro in “team” per CONFSAL – UNSA è anche uno straordinario volano di crescita professionale per tutti i colleghi ed ha una capacità aggregativa di fondamentale importanza, mettendo insieme risorse diverse e coinvolgimenti motivazionali.
Una scelta sbagliata può tradursi in un forte elemento disfunzionale che danneggerebbe tutta la struttura amministrativa.

Ha diritto di “cittadinanza” anche il modello cosiddetto di “funzionariato diffuso”, con deleghe di firma e precise responsabilità individuali (responsabilità sempre presenti, comunque, in qualunque modello), ma lo si dica chiaramente perché si tratterebbe, comunque di inversione di indirizzo di non poco conto, con tutte le ricadute necessarie.
Il concreto timore della CONFSAL – UNSA è che una scelta sbagliata sul requisito dimensionale determini (rischio oggettivo) la “desertificazione” dei team nei piccoli e medi uffici, con gestione coordinata da parte dei colleghi POER che se in qualche caso potrebbe essere una opportunità (in ragione dei piccoli numeri), in altri casi rischia di tradursi in un “caos” disorganizzativo per eterogeneità dei compiti ed aggravio eccessivo, anche in termini di responsabilità, su altri gruppi di lavoratori, con ricadute anche sul versante del raggiungimento degli obiettivi.
Parrebbe opportuno anche non “standardizzare” eccessivamente lo stesso requisito dimensionale, fornendo elementi di flessibilità operativa sul territorio.

In merito alla selezione non abbiamo avuto modo di soffermarci in termini puntali, nella consapevolezza che “a bocce ferme” spesso le posizioni vengono occupate con difficoltà perché ritenute concretamente poco appetibili a fronte dei compiti svolti. Bisogna comunque trovare il giusto equilibrio tra autonomia, trasparenza, possibilità e diritto di accesso, capacità di saper individuare le giuste figure in grado di presidiare i compiti da svolgere.

A conclusione dell’intervento e nell’auspicio che la proposta possa essere significativamente migliorata nel senso sopra riportato, la delegazione CONFSAL – UNSA auspica che finalmente sui tavoli superiori possano essere fatte definitive scelte su questa materia (il sistema delle posizioni organizzative)
Comunque, se accordo deve esserci, in ragione delle regole e del finanziamento di interesse delle parti, deve essere il frutto di un ragionevole compromesso che nel tenere conto di tutto, vada a salvaguardare i colleghi (ma proprio tutti i colleghi) e ragionevolmente fornisca leve in grado di far fare un ulteriore salto di qualità operativa. Avendo chiara la “vision” e gli indirizzi di medio e lungo termine.
Oggettivamente non sembra corretto dover continuare a ricorre, come facciamo da anni, a norme pattizie di oltre 15 anni fa (tra l’altro oggi diversamente declinate per effetto della vigenza di principii normativi e contrattuali disallineati rispetto alle regolamentazioni passate), nonché a dover utilizzare specifiche disposizioni di legge.

IL RAPPORTO DI LAVORO DEVE ESSERE DEBITAMENTE REGOLATO, NELL’ASPETTO GIURIDICO ED ECONOMICO, MA E’ NECESSARIO IL RECUPERO DI RISORSE CHE DEVONO ESSERE UTILIZZATE SIA PER APPREZZARE LE FIGURE DI COORDINAMENTO E DIREZIONE NON DIRIGENZIALE, SIA PER PREMIARE TUTTO IL PERSONALE IN SERVIZIO, QUALUNQUE SIANO I COMPITI E LE FUNZIONI SVOLTE.

E le risorse non sono solo quelle economiche ma anche strumentali-materiali (tecnologicheinformatiche, miglioramento degli ambienti di lavoro) e, soprattutto risorse umane ed al riguardo sembra esserci una implementazione del piano “assunzionale” già noto, per cui chiediamo un’accelerazione dell’iter procedurale.
Quindi la CONFSAL – UNSA ritiene fondamentale che le dichiarazioni di principio dell’Autorità politica in merito al nuovo Lavoro Pubblico ed alla riforma della PA, la valorizzazione e l’innalzamento qualitativo delle professionalità anche per effetto di una massiccia formazione, DEBBANO TRADURSI IN AZIONI CONCRETE E PRECISE.
In caso contrario, conosciamo il “gioco vecchio” e sappiamo anche il relativo risultato. Attendiamo, quindi, non solo la nuova riunione sul tema delle p.o. ma soprattutto la convocazione dei tavoli (come già nell’agenda predisposta) affinché vengano individuate le opportune soluzioni a beneficio di tutti i colleghi, in materia di salario accessorio e di “ristori”, in primis.
Approfondimenti sono ritenuti opportuni anche in merito alle nuove Circolari sui temi del congedo per i genitori e sui congedi in generale perché una azione disomogenea sul territorio ha prodotto  effetti che devono essere opportunamente analizzati e gestiti.

Nel contempo, in Aran i lavori sono stati già avviati e ci aspettiamo importanti risposte non solo sul rinnovo del Contratto delle Funzioni Centrali, sia per la parte normativa che economica, ma importanti risultati in tema di ordinamento professionale e di disciplina del lavoro agile.
Temi strategici e di impatto significativo, da affrontare quanto prima, anche per verificare l’effettiva volontà di far partecipare i lavoratori ed i loro rappresentanti al grande progetto di riforma.
Lo vedremo nelle prossime settimane, nel percorso negoziale di rinnovo e nel percorso politico di riforma, attraverso il confronto e l’approfondimento tra tutti i soggetti interessati.
(La delegazione CONFSAL – UNSA Sempreboni – Vitiello – Sorrentino)

ENTRATE – POER-Riunione del 20 Aprile

AGENZIA DELLE ENTRATE
POSIZIONI ORGANIZZATIVE – REPORT INCONTRO
DEL 20 APRILE 2021

In attesa dei ristori e dei lavori per il Fondo 2019;
P.O. ex artt. 17 e 18.

Prima di approfondire la questione del confronto sulle Posizioni Organizzative, ex artt. 17 e 18 del CCNI – Entrate, permetteteci di sottolineare che a distanza di quattro mesi dall’approvazione della disposizione art. 1, comma 870 della Legge di Bilancio 2021 (Legge n. 178 del 30.12.2020), siamo ancora in attesa di conoscere l’entità dei “ristori” certificati dai competenti organi (collegio dei revisori) che saranno oggetto di negoziazione al tavolo per soddisfare le aspettative dei colleghi dell’Agenzia delle Entrate, a seguito dei forti risparmi dell’amministrazione in merito a “buoni pasto” e “straordinari”.
Francamente non si comprende l’ampio intervallo osservato che non può essere solo collegato con la certificazione dell’intero bilancio dell’Agenzia.
Circa il Fondo salario accessorio 2019 dovrebbe attivarsi un tavolo di approfondimento tecnico, mentre le somme del decreto cosiddetto “175/2015” dovrebbero essere transitate e/o in corso di transito nel bilancio dell’Agenzia.
Come al solito osserviamo la significativa dilatazione dei tempi, di svariata origine, quando si tratta di risorse economiche da destinare ai colleghi in servizio.

In merito alla riunione sui criteri di conferimento degli incarichi ex artt. 17 e 18 CCNI – Entrate, è stata ripresa la discussione dopo l’ultimo incontro del 12 novembre scorso.
Diciamo subito che ci siamo trovati con una proposta che ha stravolto lo scenario che la stessa Agenzia aveva delineato, con una drastica riduzione del numero delle posizioni medesime, di fatto ex art. 18 visto che l’art. 17 è riservato ai Capi Area Servizi di Pubblicità Immobiliare in 80 sedi, nonché un nuovo requisito dimensionale (pari a 12 funzionari per i team legati al core-business ovvero controllo, contenzioso e riscossione, servizi uffici territoriali ed altri).
Ulteriormente, le indennità (sulle quali onestamente ci siamo persi viste le diverse tabelle prodotte nel tempo) sarebbero quelle attualmente in godimento.
Il Capo Divisione Risorse dott. Palumbo ha giustificato il nuovo assetto (meno di 2.000 posizioni), e relativo requisito dimensionale, in relazione ad un “ripensamento” del ruolo dei colleghi, nonché in relazione al nuovo modello organizzativo che “ricomprende” anche le Posizioni Organizzative di Elevata Responsabilità. In ragione di ciò, la “nuova” Posizione Organizzativa non sarebbe più un operatore e coordinatore, come oggi è nei fatti, bensì solo coordinatore.
Quindi nella nuova “vision” la PO (almeno quelli che gestiscono team) non avrebbe un carico di lavoro personale e come Funzionario andrebbe esclusivamente a coordinare n. colleghi.
Non avrebbe più ruoli di controllo e quant’altro ed in ragione di ciò i compensi sottolineati sarebbero congrui.
Nell’intervento della delegazione CONFSAL – UNSA abbiamo innanzitutto rappresentato che la bozza di lavoro redatta e presentata al “tavolo” non evidenzia in alcun modo la “ridefinizione” dei ruoli e pertanto, senza alcuna evidenza in atti, la citata ridefinizione resta una mera dichiarazione d’intenti.
Al contrario, l’unico elemento che emerge è un sostanziale incremento delle risorse da coordinare a parità di indennità che spesso non supera le 100 € mensili.
Ulteriormente, abbiamo sottolineato che l’assegnazione di n. 12 funzionari per team (elemento vincolante perché se un’articolazione non raggiungesse un minimo di 24 unità non si attiverebbe alcun team) finirebbe per attribuire responsabilità disallineate rispetto alla gratificazione economica (scarsissima) e di carriera (inesistente), risultando assolutamente sproporzionate rispetto al profilo che il contratto, a suo tempo, volle attribuire alla figura in questione. Queste responsabilità, a meno che non si formalizzasse precisamente il nuovo ruolo delle P.O., sono, eventualmente, tipiche di ruoli più elevati quali quelli delle POER.
Quindi, a parere della CONFSAL – UNSA la proposta al tavolo “svilisce” il ruolo e, comunque, non lo valorizza.
Una più compiuta valutazione dell’intera materia richiede anche la conoscenza di dettaglio della mappatura puntuale dell’attribuzione delle posizioni in tutti gli uffici, unitamente alla conoscenza definitiva degli importi indennitari interessati.
In prima battuta registriamo, comunque, la distanza delle nostre valutazioni rispetto alla proposta dell’amministrazione, ritenendo, altresì, che potrebbero valutarsi pesanti ricadute negative negli uffici. Il tavolo è stato aggiornato al prossimo martedì.
Una valutazione politica.
La CONFSAL-UNSA a più riprese negli anni ha rappresentato l’importanza di istituti quali le posizioni PO ex art. 17 e 18 e le POER.
Queste figure garantiscono un miglior funzionamento dell’organizzazione e, al contempo, costituiscono una opportunità di sviluppo del personale.
Nonostante la scarsa strutturazione regolamentare, e su questo aspetto attendiamo una definitiva soluzione al tavolo del Contratto Nazionale, un percorso di valorizzazione professionale era stato avviato con la statuizione degli artt. 17 e 18 del Contratto Integrativo (appena quindi anni addietro), introducendo figure intermedie tra funzionari e dirigenti.
Questa valorizzazione ha avuto un ulteriore accentuazione con la disposizione di legge istitutiva delle Poer, il tutto, ad oggi, in un assetto contrattuale che, ribadiamo, chiede una precisa definizione.

La CONFSAL – UNSA ritiene le figure citate una significativa leva motivazionale che se da un lato, devono essere opportunamente regolamentate (nel numero, nelle responsabilità, nelle modalità di accesso e nelle retribuzioni) dall’altro lato, solo in parte possono rappresentare uno strumento per percorsi di sviluppo professionale che siano di stimolo per tutti i colleghi in servizio.
In ragione di ciò abbiamo sempre cercato di contribuire in questa direzione, nonostante l’ultradecennale blocco contrattuale e la mancanza di indirizzi anche di carattere generale.
Il dover sistematicamente affrontare al “tavolo integrativo” temi come quelli delle POER e delle PO, oramai questione ultradecennale, rileva plasticamente la necessità di interventi di livello superiore (e siamo dubbiosi che gli stessi artt. 17 e 18 possano oggi avere “reviviscenza” in assenza, invece, di precisa nuova regolamentazione di primo livello, quest’ultimo quale declinazione del nuovo contratto e, soprattutto, dei nuovi indirizzi in ambito di riforma della p.a.).
Su questi temi, a parere della CONFSAL – UNSA devono essere fatti significativi investimenti in risorse economiche, risorse materiali ed in formazione con riferimento a tutto il personale, e non solo ad una quota, che merita la massima attenzione.
Tutti gli strumenti devono essere utilizzati, dall’indennità di agenzia alle fasce economiche, magari utilizzando anche nuove opzioni (che valorizzino anche l’anzianità di servizio).
Con un personale altamente specializzato e fortemente qualificato, non si possono eludere le aspettative ed oseremmo dire i diritti di tutti i colleghi a vedersi delineato un preciso percorso di crescita economica ed anche professionale.

Naturalmente siamo preoccupati rispetto ad un possibile “ritorno al passato”, in uno schema organizzativo già “scandagliato” e storicamente “abbandonato” per l’obiettivo di miglioramento delle “performance” individuali e collettive.
Un lavoro organizzato diversamente probabilmente riduce le opportunità di sviluppo, diminuisce la possibilità di confronto e formazione garantita dal gruppo di lavoro identificato nel team e potrebbe riportare in luce vecchie criticità (dalla responsabilità del procedimento alla scarsa flessibilità operativa, dalla delega di firma alla qualità dei provvedimenti).
Se questo è il nuovo indirizzo (forte ridimensionamento delle figure intermedie nonché non più funzionali ad una articolazione “gerarchica” e di “responsabilità” bensì necessari al solo mero coordinamento delle professionalità assegnate e delle attività istituzionali che il team/reparto deve svolgere) diciamo subito, a scanso di equivoci, che la CONFSAL – UNSA è fortemente perplessa, perché vediamo ricadute negative sull’intera platea dei colleghi che saranno gravati di maggiori responsabilità.
Vediamo il seguito.
(La delegazione CONFSAL – UNSA Sempreboni – Vitiello -Sorrentino)

Cordiali saluti

Il Coordinatore Nazionale
Valentino Sempreboni

ENTRATE – Aggiornamento Negoziale

AGENZIA DELLE ENTRATE
Aggiornamento negoziale

Firmata la stabilizzazione dei distacchi
Proseguono i lavori sui passaggi d’area
Apertura “Tavolo tecnico” sul Fondo per la produttività
A proposito di “tassazione separata” per i premi di produttività

 

Nella “sessione” negoziale del 15 aprile scorso è stata sottoscritta, con nota a verbale, la stabilizzazione del personale in distacco a tutto il 2 aprile 2018.
Come è noto la nostra Organizzazione, unitamente ad altre sigle, aveva chiesto di fare riferimento ad un data più recente, rispetto all’intervallo triennale standard utilizzato, proposta che però non è stata accolta dall’Agenzia.
A nostro parere era ed è una proposta assolutamente corretta e coerente ed aveva (ed ha) la funzione di “sgomberare ed eliminare” le tante carte che continuano a “girare” e che si riversano anche sull’aspetto della mobilità (intralciandone di fatto gli obiettivi).
Si trattava, comunque, di una ulteriore salvaguardia tutoria dei colleghi che, evidentemente, non ha convinto la Direzione dell’Agenzia e noi come CONFSAL – UNSA ne abbiamo preso atto, sottoscrivendo l’accordo con una nota a verbale, che di seguito riportiamo. I posteri diranno se era giusta la nostra considerazione.

“NOTA A VERBALE CONFSAL – UNSA ACCORDO DEL 15.04.2021

CONFSAL – UNSA ha proposto, nei due incontri sul tema, di ridurre il periodo di distacco utile per ottenere la stabilizzazione.
La grave emergenza in atto ed i sacrifici che i lavoratori stanno sostenendo per garantire la continuità dei servizi forniti dall’Agenzia, avrebbero giustificato, a nostro parere, una deroga, circoscritta ed eccezionale, alla consuetudine invalsa per la quale la stabilizzazione può intervenire solo allo spirare di almeno un triennio.
Tutti i provvedimenti statali fin qui emessi riguardanti il mondo del Lavoro sono andati nella direzione di ridurre gli spostamenti dei lavoratori favorendo il riavvicinamento al luogo eletto a centro di interessi personali e familiari; a tale obiettivo deve tendere anche la prossima Mobilità Nazionale.
Quest’ultima è fortemente condizionata dalla stabilizzazione dei distacchi, in quanto gli esclusi da questa procedura si riverseranno proprio su quella della Mobilità.
Quindi la stabilizzazione non può che essere coordinata con il tema della Mobilità Nazionale e sull’Allocazione mirata dei posti oggetto dei prossimi bandi di concorso nelle varie regioni.
In questa sede CONFSAL-UNSA sottoscrive comunque l’accordo al fine di non arrecare pregiudizio ai tanti colleghi in possesso almeno del presupposto triennale, che attendono la definitiva stabilizzazione.”

Per quanto sopra, vorrà dire che in occasione della mobilità nazionale cercheremo di negoziare una platea più ampia di fruitori, per ridurre l’effetto distorsivo (sempre rilevato) tra mobilità e distacchi.

Passi in avanti, invece, sul tema della “operazione passaggi” da Seconda a Terza Area.
Diciamo subito che il nostro obiettivo è far superare la prova a tutti i colleghi che parteciperanno, avendone diritto, alla operazione passaggio di area (dalla Seconda alla Terza Area). Il tutto dando pieno significato al principio di “dimostrare il saper fare” acquisito nel corso dei tanti anni di servizio, unito al superiore titolo di studio “spendibile” su una posizione professionale superiore rispetto a quella in godimento (nei fatti un riconoscimento di mansioni superiori).
Al tavolo sono state fatte diverse proposte con l’obiettivo di migliorare lo schema negoziale.
La CONFSAL – UNSA si è concentrata sull’ampliamento dei “processi di missione”.
In pratica abbiamo chiesto che ogni famiglia professionale possa misurarsi con un set di domande attinenti il proprio mestiere. Altresì abbiamo chiesto la pubblicazione dei quiz per consentire ai colleghi di conoscere le materie oggetto dei test.
Forte l’esigenza di eliminare la penalizzazione sul part time rispetto alla valorizzazione dell’anzianità nonché una adeguata valorizzazione della stessa anzianità.
Vedremo gli esiti delle riflessioni.
Sul tema dei passaggi d’area, solo un piccolo passo (l’accordo in corso di definizione) rispetto al grave problema del mancato riconoscimento di percorsi di carriera ai tanti colleghi che hanno ben dimostrato e ben meritato in questi anni, ma le norme vigenti, purtroppo, non aiutano a risolvere perché correlate con “astratti” principi che, oggettivamente, sono lontani “anni luce” dalle regole che dovrebbero “governare” le risorse umane ed i percorsi di crescita professionale ed economica.
La tanto “reclamata” attenzione della politica sulla riforma della pubblica amministrazione deve partire da questi concetti base, a supporto della “fidelizzazione” del personale e del reale salto di qualità del lavoro pubblico. Come si dice “se sono rose fioriranno”, nell’ambito di un complessivo progetto riformistico che richiede interventi sotto diverse forme (dall’apprezzamento delle funzioni di coordinamento al reale riconoscimento della qualità e quantità del lavoro svolto, da percorsi professionali chiari e trasparenti alla valorizzazione della leva formativa sia per l’aspetto della produttività sia per quello del bagaglio professionale di tutti i lavoratori, solo per citare alcuni qualificanti aspetti).

In merito agli approfondimenti tecnici sul salario accessorio dovrebbe “partire” il relativo tavolo finalizzato a “scremare” le varie opzioni ed agevolare le relative scelte negoziali.

Infine, a proposito della tassazione separata, qualche polemica periferica di troppo.
Con apposito notiziario abbiamo solo voluto segnalare che pur trattandosi di materia sottratta alle relazioni sindacali, in tempi non sospetti avevamo comunque voluto fornire un nostro contributo sul tema, soprattutto in relazione alla precedente risoluzione Entrate n. 151/E del 13.12.2017.
La nuova risoluzione, invece, ha sostanzialmente modificato l’orientamento ed ha avuto un ampio risalto mediatico. Questa risoluzione è solo un aspetto della più generale questione della tassazione sul lavoro (dipendente).
Mentre fino ad oggi è stato “fortissimo lo sport” a non pagare le imposte-tasse-contributi, da parte di “cluster” ben individuabili, con il grave gap misurato in termini di evasione fiscale (oltre 120 miliardi di euro) nonché con le evidenziate conseguenze sul sistema sociale ed economico (i risultati della pandemia sono stati e sono più gravi perché per effetto di quella evasione fiscale abbiano dovuto per oltre un decennio produrre “tagli lineari” e “spending review” che non potevano non avere nefasti effetti), finalmente oggi sembra esserci attenzione sulla tassazione del reddito da lavoro e relative aliquote (anche in termini di distanza tra l’aliquota marginale e la tassazione separata nonché lo stesso meccanismo della tassazione separata).
Naturalmente un abbassamento dell’imponibile alleggerisce anche le addizionali e concretamente lascia più denaro nelle tasche dei lavoratori.
Riteniamo che questa deve essere la strada per meglio “supportare” il mondo del lavoro ovvero specifici interventi agevolati sui “cluster” più deboli che dovrebbero essere anche i più rappresentativi sul piano politico (se non altro perché più numerosi in termini di componenti). Altrimenti la storia è sempre la stessa: “cornuti e mazziati”. (La delegazione CONFSAL – UNSA Entrate Sempreboni, Vitiello, Sorrentino)

Cordiali saluti

Il Coordinatore Nazionale
Valentino Sempreboni

DOGANE e AAMS – Carenza di Personale – Una luce in fondo al tunnel…

SETTORE AGENZIA  ACCISE, DOGANE E MONOPOLI

Una luce in fondo al tunnel  della carenza di personale in ADM.

La soluzione diventa possibile tramite l’applicazione dell’art. 10 DL 44/2021.

Il 13 aprile 2021 con due determine del DG dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, prot. 108334/RU e prot. 108345, sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande di partecipazione ai concorsi per l’assunzione di varie figure professionali  per 766 posti in terza area e per 460 posti in seconda area (originariamente banditi il  con determine del 5 ottobre 2020).

La riapertura dei termini dei citati concorsi  prevede delle rettifiche ai relativi bandi per poter adeguare gli adempimenti concorsuali all’articolo 10 del DL 44/2021 che prevede uno  svolgimento dei concorsi pubblici “fast track, senza carta e penna” ovvero in modo molto semplificato  evitando i tempi biblici del passato per reintegrare al più presto le carenze di personale nella Pubblica Amministrazione la cui riforma fa parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Risulta di estremo interesse, nella rettifica dei bandi, l’aggiunta di un comma 4 all’originario articolo 1 che prevede che “L’Amministrazione procederà allo scorrimento della graduatoria e all’assunzione degli idonei con riferimento alla capacità assunzionale maturata al momento dell’approvazione  della graduatoria stessa in relazione alle sue specifiche esigenze”. Si ricorda che i bandi di cui stiamo parlando prevedono l’assunzione di complessive 1226 unità a fronte di una carenza di oltre tremila unità di personale. Nell’incontro con l’Amministrazione del 21 gennaio 2021 essa aveva fatto riferimento al concorso per le 1226 unità e ad un successivo scorrimento di 1394 unità oltre all’acquisizione di 300 unita mediante mobilità intercompartimentale.

Già nel dicembre 2019 fu proclamato lo stato di agitazione del Personale dell’Agenzia, oltre che per l’annosa questione delle  risorse finanziarie per il salario accessorio , per la vertenza legata alle gravi carenze di personale  degli uffici dell’Agenzia che pesavano, e continuano a pesare, come un macigno mettendo in stato di stress e di pericolo i dipendenti in servizio. Anche nell’incontro dell’ Amministrazione con la Delegazione Confsal-Unsa del 14 gennaio 2021, come da relativo verbale di “Raffreddamento del conflitto”, la nostra Delegazione aveva ribadito come prioritaria  e inderogabile la necessità di acquisizione di nuovo personale per colmare le gravi carenze in atto.

La possibilità di concorsi fast track e la previsione di scorrimento delle graduatorie sembra presagire una soluzione importante in ordine alla ormai endemica mancanza di personale che affligge l’Agenzia da numerosi anni e che, peraltro, ha portato ad una età media dei dipendenti ad oltre 55 anni. 

Roma, 14 aprile 2021

Il Responsabile Nazionale del Settore Agenzia ADM

                      Salvatore Veltri

ENTRATE – Modalità di tassazione dei compensi correlati al raggiungimento di obiettivi predeterminati

AGENZIA DELLE ENTRATE
REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE – EMOLUMENTI LEGATI AD
OBIETTIVI – TASSAZIONE SEPARATA

Con Risposta n. 223/2021 – Divisione Contribuenti – Direzione Centrale Persone fisiche, lavoratori autonomi ed enti non commerciali, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta nuovamente rispetto alla pregressa Risoluzione 151/E del 13 dicembre 2017 in merito alla modalità di tassazione dei compensi correlati al raggiungimento di obiettivi predeterminati, corrisposti nell’anno successivo a quello di competenza, risoluzione che escludeva la tassazione separata, estendendo il concetto di ritardo fisiologico alle annualità non immediatamente successive quelle di erogazione, qualora ciò avvenga con una tempistica costante.

In merito alla citata risoluzione n. 151/E – 2017 la nostra Organizzazione, con nota del 23 gennaio 2018, aveva espresso dubbi sulla interpretazione medesima, in ragione della non condivisione dell’estensione del concetto di ritardo fisiologico. (Si allega la nota in questione).

La citata nota non ricevette risposta (anche se venne fatta segnalazione alla competente Direzione), ma a distanza di tre anni e mezzo, l’Agenzia re-interviene con la Risposta n. 223/2021 con la quale stabilisce che “è sufficiente che in presenza e in attuazione di contratto collettivo, anche decentrato, l’erogazione degli emolumenti avvenga in un periodo d’imposta successivo rispetto a quello cui gli emolumenti stessi si riferiscono per realizzare le condizioni per l’applicazione della tassazione separata.”.

Quindi, l’Agenzia è dell’avviso che qualora l’erogazione dei compensi incentivanti la produttività avvenga in periodi d’imposta successivi al periodo di riferimento per effetto della contrattazione decentrata si applica la tassazione separata.

Come CONFSAL – UNSA – Coordinamento Agenzie Fiscali eravamo e siamo interessati (astrattamente e concretamente) ad una questione delicata anche in ragione dei meccanismi di distribuzione del salario accessorio e della platea degli interessati.

Prendiamo atto, con soddisfazione, che i nostri dubbi non erano “campati in aria” e che il nuovo chiarimento interpretativo è in linea con le aspettative (ed i diritti) di tutti i colleghi dipendenti, qualunque sia l’amministrazione di appartenenza (in allegato la citata Risoluzione).

Con i più cordiali saluti.

IL COORDINATORE GENERALE
Valentino Sempreboni

ENTRATE – Un’agenda per i prossimi mesi

AGENZIA DELLE ENTRATE
Una agenda per i prossimi mesi

Rafforzamento autonomia Agenzie fiscali
Percorsi professionali e gratificazioni economiche
Rinnovo CCNL
Ristori
Mobilità nazionale
Nuove assunzioni e concorsi interni
Salario accessorio 2019 e 2020
Lavoro agile
Stabilizzazione quote salario accessorio
Posizioni organizzative

Nonostante l’attuale stato di emergenza sanitaria, che probabilmente non terminerà prima dell’estate, proviamo a capire quale sarà il percorso da seguire nei prossimi mesi per una efficace azione di tutela e rappresentanza dei colleghi in servizio nell’Agenzia delle Entrate (specifichiamo che alcuni dei temi sono già in agenda).

Sul livello più alto, di natura squisitamente politico, ci aspettiamo una riforma del sistema fiscale che sarà il frutto di un accordo parlamentare a supporto delle decisioni governative.
Ricordiamo, al riguardo, che la stessa riforma del fisco, unitamente alla riforma della pubblica amministrazione e della giustizia, fa parte del pacchetto cosiddetto “ricovery plan” imposto dalla Unione Europea ma, soprattutto, presupposto per un nuovo processo di crescita del nostro Paese.

Indipendentemente dalle scelte che verranno fatte sul “nuovo” sistema tributario, a noi interessa che nell’ambito del progetto riformistico vengano “accesi i riflettori” sulla macchina fiscale, meritevole di attenzione e di interventi normativi-regolamentari.

Sostanzialmente si tratta di salvaguardare e rafforzare l’autonomia delle Agenzie Fiscali sotto tutti i profili, economico-finanziari, gestionali, organizzativi e di sistema, affinché le stesse amministrazioni possano innalzare ulteriormente i livelli di efficienza e funzionalità operativa, fornendo, altresì, a tutti i lavoratori in servizio un percorso di crescita professionale e di “gratificazione” economica.

Sul livello del rinnovo del CCNL, cercheremo di “aggiustare” le regole che hanno dimostrato un “gap” sul versante “tutorio”, nell’obiettivo di migliorare l’impatto sul rapporto di lavoro e, nel contempo, valorizzare ed ampliare l’attuale “angusto” spazio del sistema delle relazioni sindacali.
In corso di predisposizione la piattaforma contrattuale CONFSAL – UNSA sulla quale i nostro Coordinamento ha contribuito significativamente a “lucidare le lame” per il confronto in Aran e, nel contempo, ha fornito utili contributi sui diversi aspetti di natura squisitamente legislativa, attesa la “prossima” concreta declinazione del Patto del Lavoro Pubblico che dovrebbe concorrere a disegnare una nuova Amministrazione Pubblica in linea, probabilmente, con il nostro avanzato modello di Agenzie Fiscali.

Sul versante del “tavolo” di secondo livello, ci aspettiamo diverse risposte alle istanze dei colleghi.

Appena il Bilancio dell’Agenzia sarà approvato e certificato avremo il dato riguardante i risparmi in materia di buoni pasto e straordinario per l’anno 2020 che saranno oggetto di “negoziazione” come forma di ristori per i colleghi (su questo tema evidenziamo comunque un ritardo perché rispetto alle richieste sindacali si sarebbe potuto fare prima).

Nel contempo, “incassata” la prossima stabilizzazione dei distaccati ed assegnati i neoassunti dell’ultima procedura di tirocinio, potremo attivare la nuova tornata di mobilità nazionale che potrà permettere a diversi colleghi di essere sistemati in una sede a loro più “consona” rispetto ai propri progetti di vita.

Naturalmente ci aspettiamo un grosso contributo dalle nuove procedure concorsuali pubbliche a copertura delle tante posizioni vacanti e, nello stesso tempo, un sollievo dalla procedura interna di passaggio di area.
Trattasi di una prima vasta operazione “assunzionale” che fornisce solo un primo contributo rispetto alla consistente carenza di risorse umane osservata in questi ultimi anni che richiede, altresì, ulteriori interventi per permettere l’allineamento tra i compiti da svolgere, presenti e futuri, e gli operatori che tali compiti devono svolgere. In molte sedi le difficoltà operative sono notevolissime.

In relazione alle nuove risorse finanziarie, in corso di trasferimento, provenienti dal finanziamento del salario accessorio 2019 (il cosiddetto decreto 157/2015) dovremo contrattare lo schema di distribuzione dello stesso accessorio.
Anche su questo aspetto, traguardato l’anno 2020 che nella sua “eccezionalità” rappresenta, nei fatti, il punto di non ritorno rispetto al precedente modello distributivo, ci aspettiamo la più sollecita soluzione, consapevoli che nuove forme e nuove modalità, a partire dall’applicazione di un sistema di valutazione in linea con gli attuali e più aggiornati orientamenti normativi ed interpretativi, devono necessariamente riguardare il futuro e non il passato.

Pertanto, a parere della CONFSAL – UNSA, dovrà trovarsi una linea di azione che da un lato, “chiuda la partita 2019 e la ‘eccezionale’ annata 2020” e dall’altro lato, avvii una nuova stagione di salario accessorio che tenga conto di tutte le evoluzioni osservate in questi anni.
A tale riguardo bisognerà “traguardare” un moderno accordo sul “lavoro agile” che, nel tenere conto di tutte le esperienze effettuate nell’emergenza, dovrà dare, in primis, risposte alle esigenze di conciliazione vita – lavoro dei colleghi che possono tradursi anche nel miglioramento della produttività e solo secondariamente ad “efficientare” la struttura amministrativa sul versante della logistica e dei risparmi operativi.
Prima i lavoratori e poi le dinamiche dei costi di gestione, nella consapevolezza che parliamo di lavoro pubblico e non certo di “profitti privati”.

Naturalmente molte risposte potremo fornirle in relazione alle regole di “primo livello” che verranno stabilite sui diversi temi all’attenzione dei colleghi, dai buoni pasto ai permessi ed alle modalità di espletamento dell’attività lavorativa (per accennare solo alcuni temi).
L’esperienza attuale, sostanzialmente un “homeworking”, dovrà tradursi in forme più avanzate che tengano conto soprattutto della volontà dei colleghi e dell’organizzazione del lavoro.
Ulteriormente, come è noto da sempre, la nostra posizione è stata quella di “stabilizzare” quote di salario accessorio in busta paga ed ottenere “contemporaneamente” risorse aggiuntive in grado di remunerare l’attività individuale e collettiva svolta rispetto agli obiettivi di Piano Aziendale annuale (si rammenta la battaglia sull’indennità di amministrazione e sui passaggi di fascia economica).

Ci auguriamo che le risorse aggiuntive possano giungere dall’eliminazione dei “tetti di spesa”, così da “liberare” un consistente montante e nel contempo, attraverso la ricognizione delle risorse certe e stabili, continuare l’operazione di stabilizzazione che era ed è nei progetti “vertenziali”, sempre in attesa di essere “sbloccati” dopo la fase emergenziale acuta.

Naturalmente non dimentichiamo le posizioni organizzative di natura contrattuale che ci auguriamo, unitamente a quelle di più alta professionalità possano far parte di un progetto di riordino globale, sia di primo che di secondo livello contrattuale, nella parte delle retribuzioni e nella parte delle modalità di accesso, titoli, responsabilità e quant’altro, attraverso una corretta individuazione di “status” e di operatività (da noi sempre indicata coma “area quadri contrattuale”).

Come vedete tanti temi all’ordine del giorno, e sicuramente altri sono all’orizzonte, che si intersecano sui diversi piani, legislativo – contratto nazionale – integrativo, soprattutto in ragione del più ampio obiettivo di riforma della p.a., su cui noi, ne siamo certi, siamo avanti diverse “spanne” rispetto al resto del mondo del lavoro pubblico.
Naturalmente bisognerà misurare la reale volontà politica di progettare una nuova amministrazione pubblica e, nel contempo, la “predisposizione” della rappresentanza sindacale ad accompagnare interventi valutati positivamente rispetto alle ricadute sul personale e sul sistema, “restituendo al mittente” progetti non in linea con le nostre attese e con le aspettative, soprattutto laddove si voglia “ulteriormente” ridurre diritti e tutele dei lavoratori e spazi di rappresentanza.
A tale riguardo giova evidenziare, come espresso in tante occasioni, che non è abbassando ed eliminando i diritti e le tutele dei lavoratori in generale, e dei pubblici in particolare, che si contribuisce ad innalzare la partecipazione attiva dei lavoratori ai processi riformistici, nonché a fare in modo che i processi medesimi abbiano, finalmente, sbocchi positivi (come insegna l’esperienza dell’ultimo decennio).
Solo mettendo al centro il Lavoro ed i Lavoratori possiamo sperare che l’Amministrazione Pubblica diventi il reale valore aggiunto del Sistema Paese.

Per quanto di nostra competenza, nessuna primogenitura o salti in avanti, ma solo un percorso, una agenda in grado di rispondere alle esigenze dei colleghi in servizio e che contribuisca a risolvere le criticità osservate e da tempo evidenziate.

Obiettivo primario è quello di mettere tutti nelle condizioni di lavorare al meglio (senza punti di “défaillance” – vedi solo a titolo di esempio l’accesso ad internet per tutti i colleghi) e nel contempo, come rappresentanza, contribuire a trovare le migliori soluzioni possibili, anche di naturale operativa, laddove strumenti nuovi e diversi possano ampliare l’offerta dei servizi.

Fondamentale l’ulteriore rafforzamento delle misure di sicurezza negli ambienti di lavoro non solo in merito all’emergenza sanitaria ma anche per i rischi connessi con il clima “turbolento”.

L’Agenzia delle Entrate, nonostante tutto il contesto esterno estremamente critico nel quale ha reso il suo servizio in questo anno, ha mostrato qualificati punti di forza apprezzati ai diversi livelli. Si tratta di continuare a lavorare in questa direzione e noi vogliamo fornire il giusto e corretto contributo.

IL COORDINATORE GENERALE
Valentino Sempreboni