COMMENTO DEL COORDINATORE NAZIONALE – UNA SITUAZIONE A DIR POCO PARADOSSALE

18 Novembre 2019

Il Commento del Coordinatore

 

AGENZIE FISCALI

 

UNA SITUAZIONE A DIR POCO PARADOSSALE

 

Almeno quest’anno, dopo il grande sciopero del 2 aprile scorso e dopo le diverse manifestazioni di protesta esplicate nel corso dei mesi passati avremmo voluto un’altra narrazione, ma mai come oggi il detto “al peggio non vi è mai limite” si è dimostrato vero.

La plastica dimostrazione di ciò è stato l’imbarazzo della Direttrice Generale delle Finanze che non è stata in alcun modo messa nelle condizioni di dire alcunché nell’ultimo incontro sulle Convenzioni, passando “la palla” al Vice Ministro Misiani.

I nodi sono tutti politici e solo un significativo intervento dell’Autorità governativa e del Parlamento potrà portarci “fuori dalle secche”, sempre che la stessa Autorità voglia e possa fare ciò.

Non serve a nulla che importanti dirigenti pubblici testimoniano la bontà di “strumenti” come le posizioni organizzative, se poi alle Amministrazioni non è permesso di finanziarle finanche con risorse proprie.

Non serve a nulla ricevere risorse finanziarie per il salario accessorio tramite decreto ministeriale e poi renderle non spendibili (per vincoli di spesa), altro che “tecnicalità”.

Non serve a nulla parlare di un rapporto diretto tra obiettivi assegnati e risorse correlate con quegli obiettivi, se la Quota Incentivante di Convenzione rimane una posta storica immutata fin dalla nascita delle Agenzie, mentre gli obiettivi si sono sempre più innalzati in termini qualitativi e quantitativi (basta non chiamarla quota incentivante).

Non serve a nulla far finta di costruire un diverso meccanismo incentivante (art. 1 comma 7 del D. Lgs n. 157/2015), se lo stesso meccanismo porta con sé la neutralità finanziaria e nel contempo, fatto ancor più grave, ancora deve trovare applicazione concreta (sono passati quattro anni dall’emanazione della norma). Il salario accessorio viene riscosso dai colleghi con almeno 30 mesi di ritardo, anche approvando immediatamente il nuovo meccanismo, ovverossia la massima dimostrazione del “non legame” tra prestazione e controprestazione. Quindi, si cambia per “non cambiare nulla”.

Non serve a nulla rivedere tutte le posizioni dirigenziali, consolidare quelle più qualificate e “declassare” le altre, attribuendo quest’ultime a posizioni organizzative di elevata responsabilità, se il “tessuto” normativo mostra degli “strappi” che chiamano la Corte Costituzionale a giudicare circa la bontà dello strumento utilizzato. Il Contratto sarebbe più “confacente” alla strategicità delle scelte, lo strumento di regolazione del rapporto di lavoro, da cui la nostra richiesta di creazione di una “Area Quadri” negoziata al primo livello (in Aran). L’attribuzione di un preciso “status” giuridico e nel contempo l’individuazione di un preciso meccanismo di sviluppo professionale, la corretta risposta alle istanze di migliaia di colleghi ed alle necessità di un nuovo e moderno modello di organizzazione del lavoro.

Non serve a nulla parlare di macchina fiscale e modello delle Agenzie Fiscali, se non vi sono regole normative e contrattuali, in deroga al vigente quadro di riferimento, che permettano l’esplicarsi delle potenzialità dello strumento adottato venti anni fa, che avrebbe richiesto, invece, opportune correzioni e migliore qualificazione. A tale riguardo da sempre NOI, a tutti i livelli, abbiamo svolto il compito di segnalare, evidenziare, pungolare ed abbiamo formalizzato interventi di modifica normativa e regolamentare, ma non  siamo stati ascoltati.

Ma, soprattutto, non serve a nulla parlare di tutto quanto sopra evidenziato se alla base mancano le risorse umane, elemento fondamentale per porre in essere qualsiasi azione ed attività.

A questo punto, pur nella diversità di pensiero, Noi come Sindacato autonomo non siamo per il Sindacato unico, abbiamo ritenuto opportuno, oramai da mesi se non da anni, portare avanti una battaglia unitaria, nella consapevolezza che in assenza di un fronte compatto difficilmente si riuscirebbe ad ottenere qualcosa (ne abbiamo già avuto dimostrazione).

Questa è la situazione a dir poco paradossale.

La Politica, quella alta, deve fare immediatamente delle scelte, che oseremmo dire di fondo, ovvero salvaguardare le Agenzie Fiscali, metterle nelle migliori condizioni giuridiche-operative e fornire gli strumenti di supporto per una efficace azione di contrasto all’evasione e per una migliore azione di “compliance”.

Quanto sopra, assicurando a tutto il personale la “giusta” retribuzione, i dovuti percorsi di carriera e le migliori condizioni perché si possano serenamente esercitare delicati e responsabili compiti a servizio della Nazione.

Il resto sono chiacchiere, e volentieri le lasciamo ai professionisti del “non fare”.

Noi faremo come sempre la nostra parte, è il nostro compito di rappresentanza, ma ci aspettiamo uno scatto d’orgoglio della classe politica, prima che tutto sia definitivamente perso.

 

 

Il Coordinatore

Valentino Sempreboni