AGENZIE FISCALI – Un invito alla Politica Attenta – Considerazioni del Coordinatore Nazionale

20 Settembre 2021

AGENZIE FISCALI

Un invito alla “Politica” attenta: Le buone intenzioni si devono tradurre in risultati! 

Ampio il dibattito di questi giorni sui diversi temi riguardanti la Pubblica Amministrazione, sia da parte del Ministro della Funzione Pubblica che di tanti esponenti politici.

In questa sede vogliamo solo fare una considerazione.

La Pubblica Amministrazione non è un una struttura uniforme, bensì un “pianeta” fatto di tante “terre”, alcune rigogliose altre aride, “terreni” ben gestiti ed alcuni incolti, insomma una eterogeneità di organizzazione del lavoro, di operatività, di funzioni e compiti spesso confusi e sovrapposti.

E per questo che da tempo immemorabile si parla della riforma della P.A. anche se sarebbe meglio parlare della complessiva riforma dell’intero apparato pubblico nelle sue articolazioni centrali e periferiche, di coerenti e puntuali livelli operativi, di moderni modelli di organizzazione e di efficienti/funzionali rapporti di lavoro (per quello che a NOI interessa).

In tempi non sospetti abbiamo definito la riforma dell’amministrazione pubblica “L’ARABA FENICE”, perché se ne parla in ogni legislatura, appare ad ogni piè sospinto e muore d’inedia in un battibaleno.

Questa amara constatazione ha, per il Coordinamento Agenzie Fiscali, un concreto supporto valutativo.

Uno dei pochi apparati pubblici che ha affrontato e risolto il nodo dell’adeguato sostegno quanto-qualitativo al sistema Paese è stato quello dell’Amministrazione Finanziaria, attraverso la riforma in Agenzie Fiscali avviata oltre venti anni fa (D. Lgs n. 300/1999).

Ebbene questo tentativo, a nostro parere importante e positivo, è stato immediatamente “stoppato” da una parte della classe politica e dell’alta burocrazia (senza colore), perché si è voluto “disconoscere” il modello, eliminare le specificità operative, uniformare vincoli ed abbattere qualsiasi tentativo di valorizzare le risorse umane, in tutte le diverse espressioni di sviluppo professionale ed economico.

Il vero motivo del tentativo, in parte riuscito, di eliminare questo esperimento virtuoso di un diverso modo di fare amministrazione è quello del cosiddetto “bottone rosso di stop” ovvero la politica, quella con la p minuscola, vuole sempre l’ultima parola, vuole mettere “le mani in pasta”, insomma non fa comodo ad alcuno avere una amministrazione efficiente e funzionale perché probabilmente metterebbe a nudo le vere carenze del Paese ossia quella di una classe politica incapace di vedere al di là del proprio naso, non in grado di progettare una amministrazione della cosa pubblica al reale servizio degli interessi generali, una politica diciamo di “piccolo cabotaggio”, certo non degna di un Paese avanzato.

Le emergenze vecchie e nuove non hanno fatto altro che mettere definitivamente a nudo tutto ciò, per cui il solito “vincolo esterno” (meno male), oggi quello rappresentato dall’Unione Europea, pretende a gran voce riforme, riforme, riforme. 

Riforme che oseremmo dire sono invece pretese da tutti. 

Quindi non bisogna inventarsi nulla, bisogna analizzare con la lente di ingrandimento le singole realtà e fornire per ciascuna di esse una soluzione.

Il treno viaggia alla velocità imposta dalle “carrozze” più lente ed allora si intervenga sulle “carrozze” lente, altrimenti è meglio che qualche “carrozza“ veloce passi sulla linea dell’alta velocità.

Non servono regole che valgono per tutti, servono regole generali a supporto di tutti e regole specifiche di cui le singole amministrazioni hanno bisogno per realizzare obiettivi e traguardare risultati di rilievo. 

La Politica, come previsto dalla Costituzione, sia deputata a fornire le linee di indirizzo.

E soprattutto lasciamo stare la solita italica idea delle “nozze con i fichi secchi”.

Professionalità adeguate significa professionalità pagate, realizzazione di percorsi di carriera virtuosi, salario accessorio a supporto del raggiungimento di obiettivi specifici e migliori condizioni per TUTTI I LAVORATORI.

Tutto questo da esprimere attraverso una adeguata cornice normativa.

Tutto questo da esprimere attraverso un moderno ed avanzato Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e correlati Contratti Collettivi Integrativi.

Tutto questo supportato da adeguate risorse umane, finanziarie e materiali.

Dando “ascolto” e “rispetto” al Personale e “restituendo” un ruolo alla Rappresentanza dei Lavoratori.

Ora è tutto “scassato”, siamo il Paese che ha scelto, purtroppo “volontariamente”, di gestire il mercato del lavoro, privato e pubblico, al ribasso, con stipendi e salari scadenti, in molti casi con lavoratori al limite (ed in qualche caso ben sotto) della “sussistenza”.

Una rincorsa verso il basso anziché verso l’alto, come dovrebbe essere per un sistema all’avanguardia.

Vediamo se questa volta, almeno per questa volta, siamo in grado di smentire i detrattori e tutti coloro che lavorano (si fa per dire) contro il Paese, perché finalmente lo stesso faccia il salto di qualità ed avanzi nella modernità anziché essere “sbattuto” fuori dal perimetro della civiltà, “oscurando” per sempre quello che è stato fatto, fino ad oggi, da tutte le persone di buona volontà.

Noi ci siamo!

Roma, 20 settembre 2021

IL COORDINATORE NAZIONALE

AGENZIE FISCALI

         Valentino Sempreboni

 

Agenzie Fiscali - Commento del Coordinatore Nazionale
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