Pubblicato il: 24/07/2025
Ebbene, non bisogna dimenticare che quest'ultimo si avvale dell'Anagrafe dei rapporti finanziari, dei più avanzati strumenti di analisi del rischio e di evoluti algoritmi di anomalia, per fare confronti e individuare eventuali discrepanze tra tenore di vita, spese effettuate e reddito dichiarato. Ed è vero che banche, poste e altri operatori finanziari trasmettono regolarmente alle Entrate una serie di precisi dati sui conti correnti dei contribuenti, tra cui saldi, movimentazioni e investimenti.
In termini pratici, se una persona con reddito moderato improvvisamente spende somme elevate in hotel, resort, ristoranti o viaggi internazionali, potrebbe insospettire l'Agenzia che – come è noto – effettua controlli fiscali proprio sui pagamenti tracciabili. Non solo. Un altro rischio riguarda i rimborsi, vale a dire i successivi bonifici giunti dagli altri membri della comitiva che – a fine vacanza – pagano la loro frazione di spesa totale, in precedenza anticipata. Il Fisco potrebbe interpretare tutte queste operazioni come entrate insolite o anomale e, comunque, "fuori scala" rispetto al reddito medio dichiarato.
D'altra parte è vero che, in queste circostanze, non è detto che scatti automaticamente un accertamento da parte delle Entrate. Tuttavia, se i movimenti sono numerosi, ricorrenti o non giustificabili (almeno apparentemente), il Fisco potrebbe ipotizzare un'evasione e avrebbe tutto il diritto – e l'interesse – di fare accertamenti, richiedere chiarimenti o prove documentali, che palesino l'assenza della violazione di norme fiscali. Ecco perché, in caso di ricezione di bonifici da amici o familiari per rimborsi, è consigliato indicare una causale che sia la più chiara possibile (es. "rimborso spese viaggio Barcellona agosto 2025"). In caso di controlli, saranno diciture molto utili a ricostruire con esattezza i flussi di denaro.
Abbiamo detto che l'Agenzia delle Entrate può ipotizzare che si tratti di un caso di illecito fiscale: non sarà necessaria la certezza del reato, in quanto basterà che sussistano elementi anomali. A quel punto spetterà al contribuente dare le opportune spiegazioni, dimostrando l'origine lecita delle somme spese o ricevute. Infatti, l'onere della prova è a suo carico ai sensi dell'art. 32 delle disp. accert. imp. redditi: si può cioè presumere l'esistenza di redditi non dichiarati (presunzione legale), a meno che il contribuente non fornisca prove contrarie e spieghi che quelle somme provengono effettivamente da "fonti lecite" (ad esempio prestiti familiari, risparmi accumulati, rimborsi tra amici, ecc.), con documenti e giustificazioni plausibili e coerenti. Concludendo, se il contribuente motiverà e documenterà ogni discrepanza, non avrà nulla da temere anche in caso di spese "estive", ben oltre la media e non proporzionate ai redditi dichiarati al Fisco.
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