Pubblicato il: 24/06/2025
Due sono gli strumenti principali: il Modello 730/2025, dedicato a pensionati e lavoratori dipendenti e il Modello Redditi PF, obbligatorio per i titolari di partita IVA.
I termini di presentazione dei rispettivi modelli sono i seguenti:
- 30 settembre 2025 per il 730;
- 31 ottobre 2025 per il Modello Redditi PF.
Quale modello scegliere e come inviare la dichiarazione
La dichiarazione dei redditi è obbligatoria per chi ha percepito compensi, stipendi, pensioni o redditi di altro genere nel 2024. La normativa, come detto, prevede due alternative:
- Modello 730/2025: riservato a dipendenti e pensionati;
- Modello Redditi PF2025: obbligatorio per titolari di partita IVA, ma utilizzabile anche da chi non ha sostituto d’imposta.
I dati da controllare con attenzione
Tra le informazioni che richiedono maggiore attenzione rilevano:
- redditi da lavoro o da pensione;
- immobili posseduti e rendite catastali;
- spese detraibili e deducibili (sanitarie, scolastiche, mutui, assicurazioni);
- familiari fiscalmente a carico e relativi costi sostenuti.
Modello 730 precompilato: quando scattano i controlli
Il 730 precompilato rappresenta una soluzione pratica e semplice per molti contribuenti, ma è al contempo caratterizzato da alcune criticità. Se il contribuente accetta il modello così come predisposto dal Fisco, senza effettuare correzioni o modifiche, non vengono attivati controlli documentali. Tuttavia, nel momento in cui si inseriscono nuove spese o si modificano i dati proposti dall’Agenzia, quest’ultima può attivare verifiche preventive.
Queste verifiche si basano sulle previsioni di cui all’art. 5, comma 3-bis D.Lgs. 175/2014, che consente controlli entro quattro mesi dalla scadenza dell’invio, ovvero entro fine gennaio 2026.
In caso di controlli preventivi, l’Agenzia delle Entrate può bloccare temporaneamente il rimborso. Due sono i casi principali:
- quando l’ammontare del credito da restituire supera i 4.000 euro;
- in presenza di anomalie nei dati inseriti o incongruenze rispetto a quelli comunicati da terzi (es. datori di lavoro, banche, assicurazioni, enti sanitari).
- differenze tra acconti versati e quelli dichiarati;
- scostamenti tra le certificazioni uniche e le dichiarazioni precedenti;
- onere detraibili inseriti manualmente, ma non trasmessi da enti esterni.
Cosa succede se parte il controllo: tempi e conseguenze
Se la dichiarazione presentata dal contribuente è sottoposta a controlli preventivi viene, in primo luogo, sospeso temporaneamente il rimborso, fino al termine delle verifiche. L’Agenzia delle Entrate ha a disposizione sei mesi di tempo, dalla scadenza del 730, per accreditare al contribuente le somme dovute. Inoltre, il modello 730-4 non viene inoltrato al datore di lavoro o all’ente pensionistico (che agiscono quali sostituti di imposta), ma la comunicazione resta in carico al CAF o al professionista che ha trasmesso la dichiarazione.
In conclusione, è chiaro che compilare la dichiarazione dei redditi non è una mera formalità. Ogni dato errato può tradursi in ritardi nei rimborsi o richieste di chiarimento da parte del Fisco.
Per evitare brutte sorprese, il consiglio è di affidarsi a un professionista o di esaminare con estrema attenzione ogni voce prima dell’invio.
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