DENTRO IL NUOVO CONTRATTO: Approfondimento n. 3

21 Febbraio 2018

Approfondimento n. 3: il Trattamento economico 

Questo contratto quanto mi porta nelle tasche? È la domanda più frequente, alla quale segue: “dopo sette anni di blocco contrattuale, questo è il risultato?”.
Domande legittime alle quali è doveroso fornire risposte e motivazioni; quando vengono da chi in tutti questi anni è stato presente e ci ha supportato nelle nostre iniziative che ci hanno condotti al
rinnovo del CCNL e, considerato che si tratta di un Contratto per tutti, anche a coloro che hanno scelto di essere silenti e di stare nell’ombra.
È doverosa, prima di entrare nel merito dell’approfondimento, una significativa cronistoria:
– Ultimo CCNL rinnovato: 2008/2009;
– Primo blocco contrattuale, per legge, periodo 2010-2013;
– Proroga blocco contrattuale, per legge, a decorrere dal 2014;
– Documenti di economia e finanza, atti governativi approvati dal Parlamento: previsione proroga blocco contrattuale fino al 2021;
– Nel 2012 la Confsal UNSA presenta il primo ricorso contro il “blocco contrattuale” chiedendo il rinvio alla Corte Costituzionale per la pronuncia di legittimità costituzionale della legge che
blocca i rinnovi contrattuali nel lavoro pubblico;
– Nel 2014 il giudice del lavoro di Ravenna, sul ricorso presentato dalla Confsal UNSA, ha sollevato questione di legittimità costituzionale delle norme che prevedevano il blocco dei
CCNL;
– Il 24 giugno 2015: la Corte Costituzionale si pronuncia e dichiara l’illegittimità costituzionale delle leggi che bloccano i rinnovi contrattuali; dalla sentenza un ulteriore forte segnale a
sugello del ruolo del Sindacato: “La contrattazione deve potersi esprimere nella sua pienezza su ogni aspetto riguardante la determinazione delle condizioni di lavoro, che attengono immancabilmente anche alla parte qualificante dei profili economici.” e “La libertà sindacale è tutelata dall’art. 39, primo comma, Cost., nella sua duplice valenza individuale e collettiva,
e ha il suo necessario complemento nell’autonomia negoziale.” ;
– 300 milioni di euro il primo stanziamento del Governo per il rinnovo dei Contratti per 3,3 milioni di dipendenti pubblici; salito a 900 milioni di euro l’anno successivo (equivalenti a un
incremento medio di 30 euro mensili);
– Scioperi, manifestazioni, sit-in davanti al Parlamento per avere più risorse per i rinnovi contrattuali;
– Novembre 2016, manifestazione Confsal UNSA e Confsal Fials a piazza Montecitorio per i rinnovi contrattuali e annuncio dell’inizio dello sciopero della fame di Massimo Battaglia, Segretario Generale Confsal UNSA, con presidio davanti alla sede della Ministra Madia;
– 15 novembre 2016: convocazione a Palazzo Vidoni della Confsal UNSA dove si è registrato un impegno del Governo “a massimizzare il più possibile le risorse da destinare ai rinnovi
contrattuali e al tempo stesso ad intervenire anche legislativamente per modificare la normativa vigente relativa al pubblico impiego: non solo sulla legge Brunetta ma anche sul sistema delle relazioni sindacali.”
– Novembre/dicembre 2016: Accordo Governo-Sindacati per il rinnovo dei CCNL per 3,3 milioni di dipendenti pubblici con incrementi medi procapite di 85 euro mensili e impegno a
stanziare le risorse necessarie con la successiva legge di bilancio;
– Legge di bilancio 2017: il Governo stanzia le risorse occorrenti per i rinnovi contrattuali, 2,7 miliardi di euro per i dipendenti statali.
Dalla cronologia parrebbe un percorso facile; si è trattato di un percorso molto accidentato e con risultati per niente scontati, così come non erano scontati i contenuti del CCNL Comparto Funzioni Centrali sottoscritto in via definitiva il 12 febbraio 2018.
Impegno, determinazione, perseveranza e convinzione che i lavoratori pubblici, senza distinzione di comparti e categorie, non meritassero quel trattamento derisorio e denigratorio e che, al pari di
quanto avveniva nei settori privati, avessero diritto al rinnovo contrattuale, sono stati la molla, la spinta per la Confsal UNSA a identificarsi nei lavoratori pubblici; e avviare consapevolmente un
percorso giurisdizionale che, alla fine, ci ha portati ad affermare le nostre ragioni, le ragioni di tutto il lavoro pubblico, e cioè il diritto a rinnovare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.
85 euro medi sono pochi, sono tanti? ma alla fine sono solo 85 euro?
Proseguendo nel nostro lavoro di approfondimento vediamo il “Trattamento economico” del CCNL 2016-2018.

Destinatari

Il ccnl comprende il periodo 2016 – 2018 e si applica, fra i settori numericamente più rilevanti, ai dipendenti di:
Ministeri, Agenzie Fiscali (Entrate / Dogane e monopoli), EPNE (Inps – Inail – ACI, ecc), ENAC, CNEL, AGID.
In allegato un elenco completo delle Amministrazioni destinatarie del CCNL.

Durata e decorrenza

Il CCNL vale per il periodo 1° gennaio 2016 – 31 dicembre 2018 e i suoi effetti, salvo diversa prescrizione del contratto, decorrono dal giorno successivo alla data di stipulazione, ovvero dal 13
febbraio 2018.
Gli istitutio a contenuto economico (e normativo) con carattere vincolato e automatico sono applicati dalle amministrazioni entro 30 giorni dalla data di stipulazione.
È il caso, con le seguenti decorrenze, di:
– 1° gennaio 2016: primo incremento stipendiale tabellare;
– 1° gennaio 2017: secondo incremento stipendiale tabellare;
– 1° gennaio 2018: incremento risorse destinate alla contrattazione integrativa (Agenzie Fiscali, Enti pubblici non Economici, AGID, Enac, CNEL);
– 1° marzo 2018: terzo incremento stipendiale tabellare;
– 1° marzo 2018 / 31 dicembre 2018: inizio e termine erogazione del “Elemento perequativo”;
– 1° aprile 2018: consolidamento nello stipendio tabellare della Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC).
Relativamente al conglobamento nello stipendio tabellare della IVC è utile ricordare che di norma, e in passato così è stato per effetto di accordi e legge, gli incrementi contrattuali
includevano/assorbivano gli importi erogati a titolo di IVC considerandosi questo trattamento come anticipazione.
Diversamente dalle previsioni, con questo Contratto l’IVC si aggiunge agli incrementi stipendiali e pertanto si può affermare che ci troviamo di fronte ad un rinnovo contrattuale di 85 più 13 euro
(valore medio IVC).

Effetti dei nuovi stipendi

I nuovi stipendi, con le decorrenze sopra citate, hanno effetto:
– Sulla 13^ mensilità;
– Sui compensi per lavoro straordinario (con nuovi valori della tariffa oraria per lavoro straordinario anche per gli anni 2016 e 2017);
– Sul trattamento di quiescenza (pensione);
– Sui Trattamenti di Fine Servizio (Indennità di buonuscita – IBU, Indennità di anzianità – IA, Trattamento di Fine Rapporto – TFR);
– Sulle indennità corrisposte in caso di sospensione dal servizio;
– Sulla indennità in caso di decesso (art. 2122 Codice civile);
– Sulla indennità sostitutiva del preavviso.

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Il Segretario Generale
Massimo Battaglia