DOGANE e AAMS – Nel Paese delle mosche cocchiere…

7 Luglio 2020

Nel Paese delle mosche cocchiere

Non possiamo nasconderci che da qualche mese nell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli tira un’aria particolare. La pandemia ha dato l’occasione per evidenziare la peculiare attività dell’ADM e ciò è stato variamente messo in evidenza, inoltre la pandemia ha molto influito sui Lavoratori che con mezzi propri, tanta buona volontà e sacrifici hanno continuato la loro opera “da remoto”.
Nel frattempo l’Amministrazione si è prodigata, e continua a prodigarsi, nei modi più svariati per cambiare fisionomia all’Agenzia e già nelle Direzioni Territoriali dal 1^ luglio 2020 un’ondata di cambiamenti è in atto, tanto da ingenerare seri dubbi sulla reale conoscenza della realtà lavorativa che ha portato a questa ulteriore riorganizzazione.
Il problema è che nessuna spiegazione delle finalità e delle modalità si è riusciti ad avere nell’ambito dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione ove erano presenti tutti i Sindacati. Anzi le richieste di apertura del confronto sono state completamente disattese. Ne è testimonianza il fatto che l’ultimo incontro dell’OPI ebbe come risultato la redazione di un verbale firmato dalla sola Amministrazione, senza alcuna condivisione della parte sindacale tutta. Ai distratti ricordiamo che si tratta di un organismo paritetico………
Più volte questa Organizzazione, sia scrivendo al Direttore di ADM che ai Lavoratori, ha messo in evidenza, in grande solitudine, le profonde anomalie di ciò che stava accadendo e di ciò che, quindi, si prospettava. Oggi finalmente ci si rende conto di come la situazione abbia preso una piega preoccupante e qualche sindacato (finalmente) si interroga se non sia il caso di “farsi sentire” come questa organizzazione ha fatto (da sola!) per mesi.
È chiaro che, ormai, la misura è colma e di questo se ne sono accorti tutti i Lavoratori, del centro e della periferia (come si diceva una volta).
L’Amministrazione non ha presentato un piano organico di riorganizzazione, né ha spiegato i suoi intenti, preferendo al dialogo con i rappresentanti dei Lavoratori gli interventi a gamba tesa, salvo poi fare delle repentine quanto parziali marce indietro come nel caso dei trasferimenti di sede del personale centrale.
Nessuna risposta, anzi il totale silenzio, alle richieste di chiarimenti e di confronto; perfino al documento di lavoro che questa Organizzazione aveva presentato per una sua discussione nell’OPI non è stato dato alcun riscontro, neanche di ricezione.
Confessiamo di avere avuto la tentazione di abbandonare, come segnale forte di protesta, il tavolo sindacale.
Non lo abbiamo fatto solo perché vi erano da chiudere importanti trattative come quelle che hanno portato all’intesa sullo smart working con riconoscimento del buono pasto, ad un cospicuo acconto del fondo sulle risorse decentrate 2018 e ad aprire il confronto per il contratto integrativo.
Sul sistema di valutazione, rimandiamo al mittente le illazioni dei “Ponzio Pilato di turno“ che invece di confrontarsi con un tema caldo e critico preferiscono la politica dello struzzo e far finta che il problema non esista quando invece, come è noto, lo stesso è posto da una norma di legge.
In questa cornice di vicende e di cambiamenti, dopo lungo periodo in cui questa Organizzazione ha continuato a denunciare quanto stava accadendo e ha indicato possibili soluzioni, qualcuno, in uno stile tipicamente italiano di affrontare i problemi nell’unico intento di autoelogiarsi, diventa maestro di sindacato. L’esperienza però insegna che quando la legna fa troppo fumo probabilmente è bagnata e quindi oltre al fumo non produce il necessario tepore.
I Lavoratori, pur riconoscendo la naturale diversificazione di vedute, hanno sempre giustamente criticato le divisioni della parte sindacale specialmente quando le problematiche da affrontare sono difficili e necessitano dell’azione compatta dei rappresentanti dei Lavoratori.
Per questo, e solo per questo, questa Organizzazione sindacale ha sempre volutamente evitato, e lo fa anche in questo caso, di rifugiarsi in meccanismi autoreferenziali, e pertanto accoglie con spirito positivo i segnali forti che vengono dalle rappresentanze unitarie dei Lavoratori, del centro e dei territori, e da altre sigle sindacali che vogliano, sul serio, affrontare insieme un cammino di vero confronto con l’Agenzia.
Non siamo alla ricerca di primogeniture, siamo solo interessati al futuro dei nostri Colleghi.

Roma, 7 luglio 2020

Il Responsabile Nazionale del Settore Dogane e Monopoli

Salvatore Veltri