L’Agenzia delle Dogane e Monopoli con la determinazione direttoriale 158536 del 22 ottobre 2019 ha bandito una procedura selettiva interna dalla seconda alla terza area F1 per la copertura di 128 posti eventualmente elevabili.
L’iniziativa ha colto la possibilità di valorizzazione delle professionalità interne offerta dal “decreto Madia” 75/2017, nei limiti delle facoltà assunzionali, che peraltro contemplava in merito “prove volte ad accertare la capacità dei candidati di utilizzare e applicare nozioni teoriche per la soluzione di problemi specifici e casi concreti”.
Nella citata determinazione l’Amministrazione ha previsto, oltre alla valutazione dei titoli, una prova scritta e un colloquio. La prova scritta si basa su dei “quesiti” (questionario a risposta multipla), integrati da un breve elaborato, incentrati sulle materie inerenti al decreto lgs 165/2001, sui fini istituzionali e attribuzioni dell’Agenzia e, cosa di non poco conto, sulla ponderosa normativa riguardante dogane, accise, giochi, tabacchi ed elementi di merceologia. Il colloquio, poi, dovrà essere volto a verificare il possesso “della professionalità richiesta dal profilo superiore”.
E’ facile intuire che i candidati si trovano di fronte ad un mare magnum di nozioni da possedere, che certamente non potevano aver acquisito anche in diversi anni di lavoro, visto che nell’evoluzione e sedimentazione dell’Agenzia si è proceduto all’unificazione di tre macro settori estremamente diversi fra loro: doganale, accise e monopoli, anzi quest’ultimo non completamente “assorbito”. Tre mondi lavorativi, quindi, molto differenti: ognuno con le proprie procedure, le proprie attività e la specifica normativa. Trattandosi di una “unificazione” di settori diversi, che necessariamente, all’attualità, ancora si fonda sull’effettuazione delle varie funzioni da parte dei Dipendenti in base alle professionalità di provenienza, è chiaro che una conoscenza complessiva e approfondita delle funzioni e norme della pluri-ristrutturata Agenzia è per i Colleghi interessati cosa impensabile ed irrealistica.
Nel solco di tali riflessioni necessitava e necessita, per la prova scritta inerente ai “quesiti”, la pubblicazione preventiva di una “banca dati” di domande a risposta multipla. Ciò è stato richiesto e suggerito in alcune occasioni all’Agenzia la quale ha avanzato riserve su tale proposta.
Anche nella considerazione che nella fattispecie non si trattava di banca dati di logica verbale, numerica e cultura generale (quiz facilmente acquisibili sul mercato, come per le poer) ma di quiz in materie specifiche, l’Amministrazione avrebbe ben potuto “impegnarsi”, come in altri precedenti casi, ad acquisire una specifica banca dati necessaria a mettere i candidati nella condizione di possedere le necessarie nozioni per la prova scritta senza dover brancolare nell’incertezza di una sterminata congerie di norme. Si tenga, peraltro, presente che i Colleghi interessati alla procedura concorsuale in parola sono impegnati nella quotidiana attività lavorativa che certamente assorbe la maggioranza delle energie quotidiane.
Una procedura concorsuale volta a “valorizzare le professionalità interne” non può ricalcare pedissequamente le procedure concorsuali esterne normalmente basate sul nozionismo. Tale procedura riservata non può che avere il fine di evidenziare la professionalità acquisita nell’Agenzia e nel proprio ambito lavorativo.
Conseguentemente anche per il colloquio, che il bando prevede come volto a “verificare il possesso della professionalità richiesta dal profilo superiore”, si chiede che lo stesso si incentri nell’ambito in cui normalmente il candidato opera, ovvero una delle tre principali attività dell’Agenzia: dogane, accise, monopoli.
Diversamente, si ripete, non ci si troverà di fronte ad una procedura riservata e intenta a valorizzare le professionalità interne ma ad una procedura concorsuale ordinaria in cui predomina necessariamente la teoria.
Torino, 10 gennaio 2020
Il responsabile nazionale di settore
Salvatore Veltri