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FIRMATO l’ACCORDO SULLO SMART WORKING
La fermezza sindacale paga. La telenovela buoni pasto ha finalmente un
termine certo. E i sindacati locali tornano ad avere un ruolo su tutta la partita
Dopo una trattativa che, di fatto, è iniziata a luglio e che ci ha visti impegnati negli ultimi tempi in un confronto serrato con l’Agenzia anche nei giorni festivi, abbiamo firmato oggi l’accordo sugli istituti di conciliazione vita-lavoro.
Si tratta a nostro parere di un ottimo accordo che sarà vigente fino al 31 dicembre 2020, ma costituirà la base di partenza per l’accordo a regime che dovrà disciplinare questi istituti dal 1° gennaio 2021 in poi.
Possiamo dire di essere soddisfatti, soprattutto se si pensa a quali fossero le posizioni della delegazione di parte pubblica all’inizio di questa trattativa, prima di tutto perché non ci siamo arresi e abbiamo continuato a portare avanti le nostre convinzioni sul rimborso forfettario per le utenze e, ancora di più, sui buoni pasto. Non abbiamo ancora acquisito la certezza che queste somme saranno riconosciute ai lavoratori, ma abbiamo finalmente una data entro la quale questa “telenovela” si concluderà: il 30 settembre prossimo. Un termine molto vicino.
Anche sulla parte che regolamenta lo smart working le buone notizie sono tante, la prima tra tutte è che si fermeranno le iniziative unilaterali avviate dall’Agenzia in moltissimi territori e si apriranno i tavoli sindacali territoriali, perché così prevede l’accordo firmato oggi.
Inoltre abbiamo precisato che:
1. la percentuale dello smart working prevista dalla norma al 50 per cento si calcolerà sulle ore lavorabili e non sulle “teste” e che i lavoratori fragili o conviventi con persone fragili non entreranno nel computo del 50 per cento;
2. il 50 per cento non è la percentuale massima di smart working, in quanto questa può essere superata per favorire i genitori di figli di età inferiore ai 14 anni, laddove si rendesse necessario;
3. continueranno a svolgere lavoro agile senza rientri i lavoratori fragili, i conviventi con lavoratori fragili e i genitori di figli di età inferiore ai 14 anni in caso di quarantena per i figli che siano venuti in contatto con soggetti positivi al Covid19. A queste categorie, già tutelate nei precedenti accordi, si aggiungono tutti coloro che hanno particolari e documentate situazioni familiari o personali, che saranno trattate caso per caso;
4. la flessibilità di orario sarà massima e regolata da contrattazioni a livello territoriale;
5. sarà tutelato il diritto alla disconnessione, non vi sarà alcuna deroga alle tutele previste dalle norme e la contattabilità del personale da parte dei superiori gerarchici potrà avvenire solo in determinate fasce orarie che saranno individuate dalla contrattazione locale;
6. chi lo riterrà potrà utilizzare, in luogo dello smart working, l’istituto del co-working, cioè lavorare in un ufficio più vicino alla propria abitazione, di norma entro i confini regionali.
In sintesi, uno degli accordi più avanzati tra quelli stipulati nella pubblica amministrazione.
Avremmo potuto raggiungere risultati ancora migliori se l’Agenzia su alcuni punti, come il coworking, non si fosse attestata su posizioni di retroguardia e avesse accettato le nostre proposte, che tendevano a dare maggiore flessibilità all’istituto senza che questo potesse essere scambiato per un aggiramento della mobilità nazionale.
Ciò che invece ci dispiace profondamente, per il modo più che per il merito, è stata l’impossibilità di portare a termine il cammino iniziato unitariamente.
Un’organizzazione sindacale, infatti, ha scelto di “sfilarsi” dalla vertenza unitaria all’ultimo momento e senza preventivamente sentire il bisogno di comunicare le sue decisioni ai propri compagni di strada cioè alle scriventi sigle sindacali.
Deve essere chiaro ai lavoratori che i meriti di quest’accordo sono solo ed esclusivamente dei sindacati che hanno portato avanti le comuni idee fino all’ultimo e firmato l’accordo odierno,mettendo da parte le eventuali divergenze su singoli punti.
Non sfugga, infatti, che se tutti avessimo tenuto il comportamento poco responsabile di alcuni e avessimo mandato a monte tutto, non firmando nessun accordo, da domani non si aprirebbe nessuna trattativa territoriale, i dirigenti deciderebbero le sorti dei lavoratori a livello unilaterale e l’Agenzia avrebbe potuto fare a meno di prendersi l’impegno a chiudere la vicenda dei buoni pasto entro fine mese.
A maggior ragione, qualora le risposte dell’Agenzia in merito dovessero essere positive, che nessuno provi ad appropriarsi di meriti non suoi con firme postume. I meriti sono riservati a chi si è messo in gioco e, soprattutto, si è comportato lealmente con i lavoratori e con i compagni di strada.
Roma, 17 Settembre 2020
CISL FP
Uil Pa
CONFSAL UNSA
FLP
Silveri
Cavallaro
Sempreboni
Patricelli