LETTERA APERTA
AL PREMIER MARIO DRAGHI
Signor Presidente,
Le inviamo questa lettera aperta nella consapevolezza che il Paese corre, come non mai, serissimi rischi politici, sociali ed economici che richiedono decisioni che sono, purtroppo, mancate nell’ultimo trentennio.
Al di là delle diverse letture che si possono dare sui tanti temi e sulle tante problematiche che “attanagliano” la nostra società, possiamo inequivocabilmente affermare che sono state “violate” alcune regole basilari del vivere civile.
Come rappresentanti dei lavoratori del settore pubblico, ed in particolare di coloro che sono in servizio nelle strategiche strutture delle Agenzie Fiscali, possiamo rilevare che nonostante i nostri sforzi votati a “sostenere” l’ammodernamento delle strutture amministrative, ad “appoggiare” un modello organizzativo al passo con i tempi ed a “supportare” azioni finalizzate a fornire adeguati servizi alla collettività, utilizzando tutto gli strumenti disponibili, abbiamo osservato, secondo qualificati Osservatorii Pubblici, che oltre 110 miliardi di euro, stima prudenziale, sono mancati annualmente nel Bilancio dello Stato per colpa di “incalliti” evasori fiscali.
Quale sia stato l’effetto della violazione delle norme fiscali nonché della mancanza di senso civico, è sotto gli occhi di tutti quanti noi.
Sarebbe basto fare in modo che il tasso di evasione fiscale si riducesse ai livelli fisiologici propri dei Paesi civili ed avanzati, “puntando” all’emanazione di una legislazione tributaria organica e di comunità, a supporto dei contribuenti e di contrasto ai comportamenti gravemente “scorretti”, oggi non piangeremmo l’enorme numero di italiani deceduti per la pandemia da “covid”, per non parlare del grande “gap” infrastrutturale, del colossale debito pubblico e dei deficit strutturali in tanti settori, dalla scuola alla ricerca, dalla giustizia alla tutela e controllo del territorio.
Circa la riforma della Pubblica Amministrazione l’abbiamo definita, purtroppo, “l’araba fenice”, appare ad ogni inizio di legislatura e con qualunque programma governativo, e “scompare” sistematicamente.
Abbiamo, però, una consapevolezza:
se la riforma della PA non è stata fatta non è certo per colpa dei dipendenti pubblici, “dileggiati”, “ostracizzati” e considerati “rei” di ogni nefandezza, bensì non è stata fatta per colpa di coloro che si richiamano ad un iper liberismo della prima ora, niente regole, niente controlli e controllori, niente indirizzi operativi, niente di niente.
L’abbiamo provato sulla nostra pelle ovvero una riforma dell’Amministrazione finanziaria in Agenzie Fiscali “osteggiata”, “disarticolata”, sistematicamente “emarginata” da una legislazione che un attimo dopo averla voluta, l’ha disconosciuta.
Se è giunto il momento del “voltare pagina”, noi ci siamo, per contribuire fattivamente alla rinascita di questo Paese, senza se e senza ma, con azioni fattive e quotidiani esempi.
Sig. Presidente,
a Lei che viene dalle più Alte e Qualificate esperienze di Politica (tali sono per noi gli incarichi esercitati), facciamo gli auguri perché possa mettere sulla “nuova via” il nostro grandissimo Paese, con interventi di “sistema” incisivi in tutti i campi ed in tutti i settori, nel più breve intervallo di tempo possibile.
Per quanto di nostra competenza, auspichiamo importanti interventi sulla “macchina” fiscale, affinché la stessa, attraverso il ripristino del “giusto” grado di autonomia, possa essere messa in grado di svolgere sempre più lo strategico ruolo ad essa attribuita dalla “primaria” legge di riforma D. Lgs n. 300/1999.
Se i positivi esempi non vengono adeguatamente valorizzati bensì finiscono per essere emarginati e disarticolati, come è successo nell’ultimo decennio, il segnale per i lavoratori e per la società civile non può che essere negativo.
Al riguardo riteniamo necessario un “cambio di passo” per affrontare una sfida da brividi che deve essere vinta a tutti i costi.
Cordiali saluti.
IL COORDINATORE NAZIONALE
Valentino Sempreboni