Coordinamenti Nazionali Agenzie Dogane e AAMS
Al Direttore Generale dell’Agenzia
Delle Dogane e dei Monopoli
Dott. Marcello Minenna
E p.c.
Al Direttore Centrale del Personale
Dott. Rocco Flore
OGGETTO: Codice di Comportamento – Deviazione di chiamate VOIP
Egregio Direttore,
in vista dell’incontro previsto per domani 24 aprile, riteniamo utile anticiparLe che, in queste ore, siamo venuti a conoscenza che verrebbe richiesta ai lavoratori in smart working di attivare la deviazione di chiamata da Voip verso le utenze personali (fisse e cellulari) che i lavoratori hanno comunicato all’Amministrazione solo per essere raggiunti dal proprio ufficio di appartenenza durante l’orario di lavoro, in caso fossero intervenute cause di necessità improcrastinabili.
In merito facciamo presente che le linee telefoniche fisse e cellulari dei dipendenti non possono essere considerate un mezzo ordinario a disposizione dell’Amministrazione, considerato che l’attività in smart working è posta in essere non su base volontaria (come in una situazione ordinaria) ma a seguito di disposizioni che hanno imposto l’attivazione di tale istituto. Per questo i riferimenti delle utenze comunicate debbono restare tutelati, tanto è vero che la messa a disposizione di terzi, di norma il Direttore dell’Ufficio, è espressamente autorizzata.
Una tale iniziativa ci pare ancora più incomprensibile ed inaccettabile perché interviene sulla sfera privata dei lavoratori e, per come ci viene riferito, pare essere utilizzata ai fini di controlli di “audit”.
Tra l’altro, pur comprendendo e riconoscendo le difficoltà connesse all’emergenza COVID 19 che hanno imposto l’attivazione improvvisa ed urgente dell’istituto dello smart working, riteniamo che – proprio alla vigilia di nuove e
diverse disposizioni governative sulla Fase2 che imporranno una più organica strutturazione del lavoro agile nella PA – debba essere attivata una fase di confronto sindacale sulla organizzazione di questa forma di lavoro che non può essere regolamentata in forma autonoma dell’Agenzia.
Siamo pertanto a richiedere – al fine di fornire un utile contributo allacorretta organizzazione dei servizi, anche in smart working – il ripensamento delle iniziative sopracitate e l’apertura di un confronto sindacale celere volto a definire diritti ed obblighi dei dipendenti che aderiscono a tale istituto.
Cogliamo inoltre l’occasione per tornare su quanto già espostoLe nel corso della videoconferenza di 2 settimane fa, in merito alla Nota prot. 106908/RU del 08/04/2020.
In proposito continuiamo ad essere convinti che la nota enunci principi perentori che rischiano di debordare dalle normative vigenti e dalle regole dello stesso Codice di Comportamento a cui si fa riferimento.
Si fa riferimento, come sa, a principi che garantiscono libertà di pensiero e di espressione che non possono essere compressi né sui social network e ancor di più sulle comunicazioni informatiche di messaggistica istantanea (cosiddette chat), che rientrano nel diritto di privacy di ogni cittadino che non può essere limitato rispetto
alla divulgazione di notizie.
I lavoratori sono tenuti ad obblighi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta, ma non per questo possono essere privati da ogni diritto di critica ed espressione nell’ambito della propria sfera privata, principio ribadito anche nello Statuto dei Lavoratori.
In questo ambito una riflessione specifica deve essere fatta per le prerogative sindacali dei delegati sui posti di lavoro che, nell’esercizio della loro attività, non possono rientrare in una sfera di subordinazione gerarchica.
Tuttavia, riconoscendo la Sua disponibilità, espressaci in quella occasione, a riconsiderare quanto disposto nella nota in questione, siamo a chiederLe -restando disponibili a fornire ogni utile contributo – di voler diramare un giudizioso chiarimento teso a sistemare tutti quegli aspetti che, come Le abbiamo sottolineato, possono essere in contrasto con norme vigenti.
Infine, altra problematica rimasta in sospeso, riguarda l’effettuazione delle verifiche di cassa di cui alla nota prot. 106189RU del 2 aprile 2020. Gli spostamenti dei Colleghi incaricati del servizio provocherebbero una situazione contraria al contenimento e al contrasto del coronavirus. Si ritiene, inoltre, che tale attività non sia indifferibile in quanto i previsti monitoraggi possono rimediare temporaneamente all’incombenza necessaria. Rammentiamo che in molte realtà territoriali gli spostamenti dei funzionari incaricati del servizio richiedono la percorrenza di centinaia di chilometri oltre che il viaggio di due persone nello stesso automezzo e quindi senza distanziamento sociale.
Confidando in un fattivo approfondimento domani, porgiamo cordiali saluti.
Roma 23/04/2020
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