ADM – Riunione sindacale del 9 giugno 2023 – COWORKING, ACCORDO “BUDGET SEDE” PER L’ANNO 2021, CRITERI DI CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI POER, FAMIGLIE PROFESSIONALI E VARIE

26 Giugno 2023

ADM

REGOLAMENTAZIONE DEL LAVORO A DISTANZA
FAMIGLIE PROFESSIONALI
MOSCHE COCCHIERE

Ai Lavoratori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Cari Colleghi,
il vigente CCNI/Funzioni Centrali, per il quale la scrivente Federazione ha avuto una parte preponderante e un grande impegno per l’affermazione di molte novità, ha consegnato alla “contrattazione integrativa” lo sviluppo di molti istituti che per la loro importanza hanno richiesto un impegno di non poco conto, portato avanti dalla nostra Delegazione Trattante che ha lavorato ai tavoli sindacali avendo come unico obiettivo quello di portare a casa il massimo dei benefici per i Lavoratori.
Infatti, in tutti i tavoli dedicati al lavoro a distanza (nelle sue declinazioni di lavoro agile, coworking e telelavoro domiciliare) si è intessuto un serrato confronto con l’Amministrazione e la nostra Delegazione con i propri interventi ha sempre dato un contributo qualificato al dibattito sindacale (ricordando che trattasi di confronto e non di contrattazione).
Per il lavoro agile ci siamo battuti strenuamente per far togliere, tra le limitazioni, quella legata ad un non meglio identificato “presidio costante del processo” che avrebbe dato ai dirigenti uno strumento aleatorio tale da ridurre o azzerare potenzialmente l’accesso a molti Colleghi; abbiamo fatto espungere dalle attività istituzionali richiedenti la costante presenza alcune previsioni come quella del supporto alle verifiche ispettive-audit; abbiamo dato prova che molte delle “esclusioni” rappresentate (le quali erano rivenienti dalla “famigerata” LIUA del 13 agosto 2020) non potevano essere considerate “non smartabili” al 100% in quanto quota di dette attività ben poteva essere ritenuta “remotizzabile”. Per quanto riguarda la proposta dell’Amministrazione delle giornate effettuabili in SW (diversa modalità lavorativa ma del tutto equivalente a quella effettuata in ufficio) in base alle categorie di personale, abbiamo affermato che esse potevano essere estese maggiormente e comunque doveva venir meno la locuzione “fino a” che avrebbe dato ai dirigenti una discrezionalità abnorme, prova evidente del fatto che l’Agenzia non crede ancora nella potenzialità di tale forma di lavoro, utile per l’Amministrazione stessa nonché per la conciliazione vita-lavoro dei dipendenti. Altro argomento perorato ha riguardato la fascia di contattabilità, al fine di ridurla ad un massimo di 3 ore e 30 minuti. Infine, con azione solitaria ma tignosa, abbiamo chiesto, a gran voce e senza condivisione degli altri sindacati, la proroga dello SW in essere fino al 30 giugno 2023, proposta che avrebbe evitato una serie di disguidi negli uffici nella fase di avvio del nuovo istituto.
Il telelavoro domiciliare ha visto una adesione diffusa anche perché avevamo chiesto e avuto un sostanzioso allargamento dei destinatari. La nostra Delegazione, unica nel chiederlo, ha ribadito che le spese di connessione (a banda larga e dedicata) dovrebbero essere a carico dell’Amministrazione altrimenti ci si trova di fronte a un caso di ribaltamento sul lavoratore degli oneri di produzione; sul punto l’Agenzia si è impegnata ad approfondire la fattibilità della nostra proposta.
Il coworking ha visto una grande battaglia della nostra Delegazione, in primis, per l’articolo del Disciplinare che prevedeva la decadenza automatica delle posizioni di coworking/lavoro delocalizzato in essere al momento della pubblicazione della graduatoria, che assegnava le nuove postazioni. Tale previsione avrebbe posto i Colleghi, attualmente beneficiari del lavoro delocalizzato, in una situazione assurda in quanto essi, dopo dieci anni o più, si sarebbero ritrovati a viaggiare quotidianamente e per un chilometraggio inverosimile per raggiungere l’ufficio di organica appartenenza. La nostra ostinazione ha portato l’Amministrazione a riconoscere la situazione dei “delocalizzati”, che pertanto non avranno ricadute negative dal “nuovo coworking”. I Direttori Territoriali avranno il compito di risolvere la problematica in concomitanza con l’arrivo di nuovo personale. Il confronto sul coworking è stato anche difficile in quanto alcune proposte (il tavolo contrattuale serve proprio a dibattere gli argomenti in modo pluralistico) ipotizzavano l’utilizzo dell’istituto entro un limitato raggio di chilometri e quindi attribuendo allo stesso la fattispecie di strumento per evitare il pendolarismo e non quale strumento di “surroga” ai distacchi o alla mobilità nazionale. Tali concetti sarebbero accettabili laddove non si fosse davanti ad una realtà in cui l’Amministrazione, nella stragrande maggioranza dei casi, nega l’assenso alle richieste di distacco ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 104/1992 e procede ad indire procedure di mobilità nazionale con tempi biblici. Abbiamo chiesto anche un consistente allargamento delle postazioni coworking per meglio rispondere alle esigenze dei Colleghi. Abbiamo anche evidenziato che era una pessima previsione quella di avere la residenza nella regione presso la quale si poteva chiedere il coworking in quanto contrastante, nella pratica, con la situazione di eventuale non residenza nella zona dell’ufficio di organica appartenenza (con gravi ricadute come l’impossibilità ad avere un medico di famiglia, sopportare utenze maggiorate, ecc.). Infine, riguardo ai punteggi per la distanza (tra ufficio richiesto e quello di organica appartenenza) abbiamo ritenuto che fossero congrui 10 punti. Anche il coworking come lo smart working riguarda una modalità lavorativa per la quale l’Amministrazione e Lavoratori possono trarre vicendevolmente profitto e quindi l’impegno ad avere una regolamentazione specifica è stata una grande battaglia per l’interesse di tutti i Lavoratori.
In merito alle famiglie professionali (ambiti professionali omogenei caratterizzati da competenze similari o da una base professionale e di conoscenze comune), ricordando che la nostra Delegazione aveva sempre avversato le proposte di “origine minenniana” (con relativi concorsi che sono risultati un flop a fronte delle gravi mancanze di personale e per i quali si era spesa soltanto l’UNSA con reazione platealmente ostracistica dell’allora direttore) nel momento in cui l’Agenzia ha presentato una proposta in parte accettabile, poiché tali famiglie venivano ridotte di molto, è stata parzialmente condivisa. La parziale condivisione è dipesa dal fatto che nel taglio generalizzato sono cadute alcune professionalità che noi riteniamo degne di autonoma dignità e pertanto non si poteva sottacere il fatto che tale firma veniva apposta “esclusivamente come primo passo, assolutamente da migliorare, per l’attuazione dell’ordinamento professionale previsto dal CCNL 2019/2021”.
Non si dimentichi, infatti, che senza l’ordinamento professionale non è possibile procedere alle “progressioni verticali” (dall’area degli operatori a quella degli assistenti, dall’area degli assistenti a quella dei funzionari e, si spera fra non molto, da questa a quella delle elevate professionali; anche se per quest’ultima riguardante riguarderebbe il 50% del personale interno mentre il restante 50% sarebbe da riservare a un concorso esterno dal quale però non sono esclusi i Colleghi in servizio). Si vuol ricordare, in merito, che la nostra Delegazione è stata spesso sollecitata da molti Colleghi all’attuazione dell’art. 18 comma 6 del vigente CCNL-Funzioni Centrali ove viene previsto che “al fine di tener conto dell’esperienza e professionalità maturate ed effettivamente utilizzate dall’amministrazione”; per tale verticalizzazione, si rammenta, viene prevista una progressione tra le aree con procedure valutative cui sono ammessi i dipendenti in servizio e che sono finanziate in base alla legge di bilancio 2022 (art. 1 comma 612). Forse a qualcuno sfugge l’importanza di tali previsioni nonché la possibilità di recuperare, nella denegata ipotesi di ulteriore assenza di previsione normativa, la situazione dei 151 Colleghi idonei.
La nostra Delegazione per l’impegno profuso negli incontri sindacali per dare ai Colleghi quante più opportunità possibili è stata inusitatamente tacciata di aver disatteso le aspettative dei Lavoratori o più biecamente descritta con epiteti ridicoli da chi trova facile “non firmare” poiché la maggioranza ha “tirato il carretto” e la loro funzione di “mosca cocchiera” si appalesa quindi inutile e si sostanzia in critiche inconsistenti che in effetti hanno solo il senso di una attestazione in vita. Si dimentica che la democrazia è certificata dai numeri eccetto che non si voglia dare (e con quale potestà?) ai Colleghi “elettori” il titolo di “popolo bue” perché non avrebbe votato gli “illuminati”. Si continua da tempo, in modo inconsistente e stucchevole, a voler fare i “maestrini bacchettanti” (laddove mancano anche i titoli) ridipingendo la realtà con un disegno in cui essi si pongono al centro quali angeli vendicatori … ma di che cosa? Un sindacato serio comunica ai Colleghi cosa esso è riuscito a fare e non cercando di far ricadere ad ogni piè sospinto presunte colpe sugli altri: ormai tale procedere è diventato un leitmotif stucchevole per l’inconsistenza e la speciosità.
Diversamente dalla politica questi signori non possono nemmeno appellarsi alla “forza” di supposte legittimazione elettorali perché non esistenti e allora, alla “Masaniello”, cercano di presentarsi come coloro che reggono le sorti dei Colleghi. Tale “narrazione” personalissima (o come si dice oggi, storytelling) di quanto avverrebbe sui tavoli sindacali ormai è una puerile commedia di chi amerebbe essere al centro di una platea osannante e che invece si arrovella a ritagliarsi uno spazio di narratore di storie metropolitane. La vicenda, peraltro, non meraviglierebbe in sé ma ciò che fa la distinzione è la protervia e pervicacia di volersi accreditare come l’unico soggetto “illuminato e patentato a dare lezioni a tutti”, di essere l’unico “detentore del verbo” sia riguardo alla parte datoriale (cosa che ci potrebbe stare) sia agli altri rappresentanti dei Lavoratori. Questa voglia di fare i “maestrini” anziché dare un valore aggiunto al confronto parte datoriale/rappresentanti dei Lavoratori crea solo spaccature e pericolo di indebolimento per le attese dei Lavoratori i quali ormai da tempo detestano le querelle tra sindacati perché considerate inutili e detestabili orpelli per gli obiettivi di miglioramento che certamente non si raggiungono facendo “le mosche cocchiere”. È veramente stupefacente leggere certe narrazioni di incontri sindacali e ci si chiede in quale multisala si sarebbero svolte quelle vicende in cui un solo supereroe ha lottato vanamente per il bene contro il male: piuttosto chi scrive può ricordare tutto il tempo in cui ha dovuto sopportare l’ostracismo dell’ Amministrazione per l’affermazione di idee che oggi si rivelano più che mai fondate come ad esempio la pessima gestione dei concorsi pubblici per quote di personale con specificità lavorative che nulla avevano a che vedere con le attività dell’Agenzia ed oggi gli uffici dell’Agenzia continuano a pagarne il prezzo in quanto nonostante i nuovi arrivi non c’è stato un “ristoro”. E si ricorda che proprio la O.S. che scrive è stata una delle maggiori promotrici sul territorio per gli stati di agitazione e promozione delle attività sindacali di sciopero che hanno spinto l’Amministrazione a cercare di affrettare la tempistica per la conclusione dei concorsi. Altrettanto è avvenuto per il confronto sul lavoro a distanza in cui la scrivente O.S. si è battuta per cambiamenti importanti ai testi presentati dall’ Amministrazione e se il confronto sullo SW non ha portato al massimo delle richieste è perché le relazioni sindacali si sostanziano tra due soggetti con posizioni spesso molto diverse e quindi la partita non termina con lo sbaraglio di una delle parti ma, come ogni manuale in merito può spiegare, con una mediazione delle diverse posizioni. E a chi non crede nella giusta mediazione non resta che imbastire racconti ed eventualmente disegnare fumetti di supereroi. E si voglia ricordare che la democrazia a cui tutti dovrebbero conformarsi non è fondata sugli insulti …
(Il Responsabile Nazionale di Settore – Salvatore VELTRI)

Roma, 26 giugno 2023

IL COORDINATORE NAZIONALE

Valentino Sempreboni

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