Nota del Coordinatore Nazionale Agenzia Fiscali

3 Settembre 2018

 

Intervento del Coordinatore

 

AGENZIE FISCALI  

Una  valutazione su DIRIGENZA – P.O.E.R. – P.O.

 

  • Riforme organizzative in atto

Come è noto sia all’Agenzia delle Dogane/Monopoli  che all’Agenzia delle Entrate sono in corso processi di riorganizzazione, più o meno estesi.

In particolare per le Entrate, si sta “impiantando” un modello organizzativo che prevede:

  1. 467 Posizioni Dirigenziali (meno n. 452 rispetto alle attuali n. 919);
  2. 1.469 POER (oggi sostanzialmente come POS n. 333);
  3. 530 art. 17 (oggi pari a n. 238);
  4. 3.000 art. 18 (oggi pari a n. 3.300);

Per tutti i numeri della riorganizzazione e le linee di indirizzo, si vedano gli specifici documenti. Le relative delibere sono state già emanate.

Analogamente all’Agenzia delle Dogane/Monopoli, chiaramente con numeri diversi, e con un procedimento attualmente in corso di definizione.

Quanto sopra, quale declinazione sia delle disposizioni della Legge di Stabilità 2018 che ha previsto la creazione delle POER, sia della naturale evoluzione del modello organizzativo che nasce con la riforma delle Agenzie Fiscali del decennio scorso (D. Lgs n. 300/99).

Il tutto in ragione, anche, della “famosa” Sentenza della Corte Costituzionale (2015), con la quale viene “cassato” il sistema delle “reggenze”, cui si risponde prima con il sistema delle POT e POS, declassando diverse posizioni dirigenziali, ed ora creando la “nuova” figura delle POER, riducendo drasticamente il numero delle posizioni dirigenziali (anche questo come declinazione delle vincolanti disposizioni normative in termini di risparmi di spesa).

QUINDI PER LEGGE, IN RAGIONE DEI VINCOLI DI BILANCIO STATALE E DEL RISPARMIO DI SPESA, E PER EFFETTO DI UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO, SI RIDUCONO AL MASSIMO LE POSIZIONI DIRIGENZIALI E SI INTRODUCONO LE FIGURE INTERMEDIE, IL TUTTO IN DEROGA (LEGALE) AL SISTEMA GENERALE DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO DELL’INTERA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (stabilito per il tramite del D. Lgs n. 165/01 e successive modifiche ed integrazioni).

A fronte di questo indirizzo operativo-gestionale, voluto dal “top management” e dalla Politica, la nostra Organizzazione Sindacale (UNSA/SALFI) aveva chiesto, da tempo, un  più organico intervento normativo di riforma dell’intero sistema delle Agenzie Fiscali, avente anche l’obiettivo di “ripristinare” il Contratto di Comparto, eliminato dall’ex Ministro Brunetta nel 2008, e con questo la creazione di una AREA QUADRI che disciplinasse diritti e responsabilità, requisiti e procedure di accesso, valutazioni e livelli di retribuzione, e quant’altro correlato ad uno strategico “assetto intermedio”.

 

A tale tema se ne aggiungevano/se ne aggiungono altri quali (in elencazione non esaustiva):

  • il meccanismo di finanziamento delle Agenzie Fiscali;
  • il grado di autonomia delle stesse;
  • il tipo di “governance”, e tutto quanto ritenuto necessario, dopo oltre un quindicennio dall’attuazione della riforma, per superare le “manifeste” criticità.

Si deve, ad onore del vero, sottolineare che a supporto di un possibile progetto di riforma erano stati chiamati il FMI e l’OCSE che con le loro “due diligence” del 2016, avevano elaborato “raccomandazioni” ed “indirizzi” in grado, a nostro parere, di far fare un salto di qualità ad un sistema che già da diversi anni “mostrava tutte le sue crepe” (ed il SALFI già dal 2006 reclamava interventi correttivi, sempre ribaditi in tutte le sedi istituzionali).

Il tentativo riformistico della seconda metà del 2017, la predisposizioni “governativa” e/o “istituzionale (commissioni parlamentari finanze)” di specifiche disposizioni che il Parlamento avrebbe dovuto esaminare ed emanare, si è infranto per concrete ed inconciliabili differenze di vedute sia da parte della Politica che da parte del Sindacato (purtroppo).

Con quale risultato?

Niente “specifico” CCNL, niente Area Quadri, niente riforma delle Agenzie Fiscali, niente di niente su una diversa modalità di finanziamento del salario accessorio (ovvero un modello ancora da attuare ai sensi del D. Lgs n. 157/2015) e chi più ne ha ne metta.

Invece, come si dice, “la montagna ha partorito un topolino” ovvero le disposizioni di legge con le quali si è prevista la creazione delle POER e poco altro, oltretutto escluso, in prima battuta, qualunque tipo di “confronto” con le OO.SS..

E’ evidente che con tale modo di operare, visto già le impugnative in sede giurisdizionale delle POS, in “odore” di “incostituzionalità”, si lascia aperta la porta alla considerazione, strumentale per qualcuno, che in fondo il sistema “POS e POT” ed il sistema “POER” hanno “surrettiziamente” sostituito (sostituiranno) il sistema dei “Dirigenti provvisori”, espressione di una “presunta” autonomia.

A PARERE DELLA CONFSAL – UNSA, SOLO UN QUADRO NORMATIVO ORGANICO E BEN STRUTTURATO PUO’ PORTARE AD INTRODURRE NON SOLO DELLE FIGURE INTERMEDIE TRA DIRIGENTI E FUNZIONARI, MA ANCHE UNA QUOTA DI DIRIGENZA ESPRESSIONE DI UN PERCORSO PROFESSIONALE “INTERNO”.

Qualunque altra soluzione “estemporanea” e/o meno “organica” rischia di cadere sotto la “mannaia” della Corte Costituzionale.

Quindi oggi le POS (che scadono il 31.12.2018) e domani le POER (se decolleranno)  rischiano di essere eliminate per illegittimità costituzionale (il futuro ci saprà dire).

Ieri ed oggi, ma ci auguriamo non domani, le Agenzie Fiscali hanno fatto come hanno voluto, anche sul sottostante sistema delle Posizioni Organizzative di natura contrattuale che, grazie all’ex Ministro Brunetta, sono state, nel tempo, sottratte al controllo “sociale”, pur essendo, per contratto, finanziate con il montante del salario accessorio dei colleghi in servizio.

 

  • Questione “politica”

Rispetto alle disposizioni della Legge di Stabilità 2018, per la nascita delle POER nessun passaggio sindacale era stato previsto dal Legislatore.

Solo dopo una forte ed unitaria “azione” sindacale, si è riusciti a fare inserire nel Regolamento di Amministrazione il confronto sindacale (in caso non fosse stato così le Agenzie avrebbero avuto completa “mano libera”).

Infatti, l’articolo 15 del R.d.A. dell’Agenzia delle Entrate prevede al comma 4

“… La graduazione e l’ammontare della retribuzione di posizione sono fissati con atto del Direttore dell’Agenzia, sulla base di criteri che tengono conto della complessità organizzativa delle posizioni e delle connesse responsabilità…….”, mentre al comma 5 “…. I criteri di determinazione della retribuzione di risultato sono fissati con atto del Direttore dell’Agenzia, previo confronto con le Organizzazioni Sindacali. Infine il comma 6 prevede che “Con atto del Direttore dell’Agenzia sono disciplinate, previo confronto con le Organizzazioni Sindacali, le modalità di selezione che tengono conto, in relazione alla tipologia di incarico da ricoprire, delle conoscenze professionali e delle capacità tecniche e gestionali degli interessati, nonché delle valutazioni dagli stessi conseguiti negli anni precedenti”.

Invece, per l’Agenzia delle Dogane/Monopoli è l’articolo 18 bis del R.d.A. che prevede al comma 5 “… La graduazione e l’ammontare della retribuzione di posizione sono fissate con atto del direttore dell’Agenzia, da sottoporre al Comitato di gestione, previo confronto con le Organizzazioni sindacali, sulla base di criteri che tengono conto della complessità organizzativa delle posizioni e delle connesse responsabilità…..”.  Il comma 9, sempre dell’art. 18 bis stabilisce che “Con atto del Direttore dell’Agenzia sono disciplinate le modalità di selezione che tengono conto, in relazione alla tipologia di incarico da ricoprire, delle conoscenze professionali e delle capacità tecniche gestionali degli interessati, nonché delle valutazioni dagli stessi conseguiti negli anni precedenti”.

 

I “passaggi sindacali” di cui sopra, sono stati sottolineati dai Direttori pro-tempore delle Agenzie Fiscali nel corso delle ultime Audizioni parlamentari ed, evidentemente, riteniamo che tali passaggi siano il cosiddetto “minimo sindacale”.

Con l’assetto normativo e regolamentare sopra riportato, la CONFSAL-UNSA, unitamente a CGIL-CISL-UIL ha presentato all’Entrate, nel giugno scorso, una proposta “CRITERI PER IL CONFERIMENTO DI POSIZIONI ORGANIZZATIVE CONTRATTUALI E LEGISLATIVE E DEGLI INCARICHI DI RESPONSABILITA” avente l’obiettivo, NELLE CONDIZIONI DATE, di rendere trasparenti ed oggettive le procedure di interpello per il conferimento degli incarichi, utilizzando, sostanzialmente, il riferimento delle disposizioni di cui al CCNI ancora vigente (fatte le debite eccezioni).

Una parte delle nostre richieste è stata inserita nel verbale di confronto in materia, conclusosi (come prima fase) prima della pausa estiva per quanto riguarda l’Agenzia delle Entrate.  Alle Dogane il confronto riprenderà nelle prossime settimane.

Quindi, per essere chiari, alla luce delle determinazioni legislative che sicuramente sono state, come dire, “impulsate” dalle Agenzie Fiscali, a fronte di poteri ed ampia autonomia operativa rilasciate a favore delle stesse Agenzie, abbiamo cercato, e continueremo a farlo, di riequilibrare i rapporti di forza.

Non abbiamo altra strada, una volta che il Legislatore ha assunto una precisa linea di intervento, assolutamente meno ampia ed organica, diciamo non in linea rispetto alle nostre idee, aspettative e richieste.

L’alternativa sarebbe stata quella di lasciare totalmente in mano all’Agenzia le decisioni in materia, attribuendone alle stesse la responsabilità ed avviando, nel contempo, una forte azione di contrasto.

Solo il confronto, ampio, concreto e “foriero” di sbocchi positivi, permette alle OO.SS. di “rientrare” in gioco. Naturalmente solo il futuro ci darà se questa capacità di “interdizione” ha effetto ovvero intraprendere, invece, la strada del conflitto.

 

Sulla Dirigenza rimane la considerazione che il forte taglio delle posizioni (all’incirca la metà per le Entrate) è unico nel panorama della P.A. (il rapporto sale ad oltre  è 1/80), pur essendo tale “drastica” cura dimagrante in stretta correlazione con l’introduzione delle Posizioni Intermedie (Posizioni Organizzative di natura legislativa e di natura contrattuale), non presenti in altri settori della p.a..

Naturalmente dovrà essere, finalmente, avviata (sempre per le Entrate) una procedura “concorsuale” per la copertura di posti dirigenziali, con un numero dei posti che sarà, necessariamente, la differenza tra le n. 467 posizioni dirigenziali del nuovo modello organizzativo ed il numero dei dirigenti in servizio (a fine anno meno di n. 300, all’incirca n. 270, compreso i contratti a tempo determinato), fatta salva la facoltà, nei limiti previsti, di cui all’art. 19 comma 6 del D.lgs n. 165/2001 e la possibilità di acquisire un numero significativo di vincitori delle procedure corso-concorso della Scuola Nazionale di Amministrazione (vi è una richiesta a tale riguardo).

Per le Dogane/Monopoli, invece, attendiamo la parola “fine” sulla procedura concorsuale per la dirigenza, come punto fermo operativo.

 

  • Conclusioni

Con tutto quanto sopra richiamato, è chiaro il complessivo quadro e l’indirizzo operativo delle Agenzie Fiscali.

Il minor numero possibile di Dirigenti in organico, una diffusa presenza di Posizioni Organizzative intermedie (sia legislative che contrattuali), con l’effetto della  “spalmatura” di risorse economiche su una fascia più ampia di colleghi.

Quanto sopra, pur condivisibile sul piano politico-sindacale nelle “condizioni date”, non può fare dimenticare che: 

  • non è stato risolto il fondamentale problema dello “status giuridico” dei colleghi, che non sono dirigenti e quindi sono funzionari, pertanto ciò si traduce, a nostro parere, in un evidente stato di precarietà operativa e funzionale;
  • il mancato inquadramento di tutto il sistema in un organico e coerente quadro di riferimento contrattuale, unitamente alla mancata riforma delle Agenzie, aggrava e non migliora la funzionalità dell’intera macchina fiscale.

 

Colleghe e colleghi questo è tutto.

Come sottolineato in diverse occasioni, la CONFSAL-UNSA ritiene che le Agenzie Fiscali siano arrivate al “capolinea” e che, quindi, siano urgenti interventi “sistemici” su diversi fronti, dalla “governance” al finanziamento, dall’autonomia  alle risorse umane.

Il nostro sforzo, in questi mesi, sarà rivolto a porre in essere tutto quanto necessario al raggiungimento dell’obiettivo di cui sopra.

In attesa di questi interventi, abbiano chiesto alla nostra Federazione di lavorare per la creazione dell’Area Quadri in sede Aran (con riferimento a tutto il comparto delle Funzioni Centrali), mentre dobbiamo attivare, come categoria, una forte azione di “pressing” sulle Agenzie e, soprattutto, sull’Autorità Politica.

Dobbiamo “costringere” il Governo ed il Parlamento ad intervenire e per fare questo abbiamo bisogno di una forte azione di sostegno dei Lavoratori del Fisco.

Il resto è demagogia e strumentalizzazione.

NATURALMENTE IL TUTTO ALLA LUCE DEL CAMBIO DI DIREZIONE DELLE AGENZIE FISCALI APPENA REALIZZATO E DEGLI INDIRIZZI POLITICO-GOVERNATIVI IN MATERIA DI FISCO ED AGENZIE FISCALI, ANCORA DA FORMULARE.

 

P.S.

Dimenticavamo:

le “nostre” richieste “riformistiche” sono al servizio non solo dei “Lavoratori del Fisco” ma, soprattutto, del Sistema Paese, per intuibili motivi politici, economici e sociali.

Qualora non si volessero fare gli interventi “dovuti”, le conseguenze sarebbero gravi per i “Finanziari”, ma sarebbero mortali per l’Italia e per l’intera Unione Europea.

Quindi un “cantiere” che deve restare aperto, con tutti gli operatori attivi sugli obiettivi, in particolar modo i rinnovati vertici delle Agenzie Fiscali.

 

IL COORDINATORE NAZIONALE

Valentino Sempreboni