AGENZIA DELLE ENTRATE
Un grande sciopero, un grande segnale!
La forte adesione allo sciopero unitario del 2 aprile scorso è un importante segnale per il vertice dell’Agenzia delle Entrate e per l’Autorità politica.
In “gioco” non vi sono solo motivazioni di carattere economico, pur importantissimi alla luce delle consistenti cifre in discussione ovvero gli oltre trenta milioni di cui alla nota vicenda che ha portato all’astensione dei lavoratori, che si aggiungono alle cifre cosiddette “non spendibili” superiori ai 50 milioni di euro, grazie (sic!) alla “finzione” per la quale il Ministro assegna somme tramite il decreto “comma 165” e poi le stesse, per i tetti di spesa imposti per legge, non possono essere liquidate al personale. Appunto una finzione.
Somme che solo in minima parte sono state recuperate attraverso una forte azione di mobilitazione del personale che ha “pressato” il vertice dell’Agenzia affinché l’Autorità politica tenesse in debito conto, durante la distribuzione “dei pani e dei pesci” (le due ultime leggi di stabilità), le legittime pretese del personale in servizio.
“Non si vive di solo pane”, ma oggi più che mai gli aspetti di cui sopra segnalano la “lontananza” o la “disarticolazione” del “sistema” e delle “regole” dal forte impegno qualitativo e quantitativo che quotidianamente i colleghi del fisco hanno “messo in campo” a beneficio della collettività.
E proprio per questo, mai e poi mai avremmo immaginato di doverci difendere a denti stretti su questioni che, onestamente, avrebbero meritato un approccio, oseremmo dire, pragmatico da parte dell’Agenzia, a supporto dei diritti e degli interessi dei colleghi in servizio, soprattutto in un momento di grande difficoltà economica.
Ma il grande segnale offerto da tutti i colleghi rileva, oggettivamente, il forte malessere dei lavoratori, per un clima negli uffici assolutamente insoddisfacente, in ragione degli eccessivi carichi di lavoro e per prestazioni non adeguatamente remunerate, oltre ai “pazzeschi” ritardi nella loro corresponsione (parliamo di accessori liquidati ad oltre trenta mesi dalle prestazioni). Per non parlare di altre delicate “questioni” (procedure poer – utilizzo strumentale audit e provvedimenti disciplinari, per indicare solo qualcuno).
Un comportamento da “matrigna”.
Per CONFSAL – UNSA l’azione posta in essere in questi giorni è solo il primo passo di una “Vertenza Fisco” nella quale chiediamo al Governo ed al Parlamento di “accendere i riflettori” sulla macchina fiscale, a diciannove anni dalla nascita delle Agenzie, ovvero da una riforma dell’Amministrazione Finanziaria che ha recuperato efficienza ed economicità.
Il modello ha manifestato diverse criticità, soprattutto perché non adeguatamente supportato da un quadro organico di norme e di regole (sull’autonomia e sul personale in primis), mentre il concreto operare quotidiano non ha trovato rispondenza in una “manutenzione” normativa e contrattuale pur necessaria (parliamo delle posizioni organizzative a diverso grado di responsabilità e dell’accesso alla dirigenza).
Sul tema tocca evidenziare, ancora una volta, che non dobbiamo inventarci nulla perché è già tutto scritto nell’Executive Summary del FMI nel suo rapporto “Rafforzamento della governance e dell’efficacia delle Agenzia Fiscali del dicembre 2015”, nonché nel rapporto dell’OCSE dello stesso periodo.
Quanto sopra, con un’importante considerazione: alcuni temi in agenda, riferibili ai citati rapporti, sono stati affrontati, “riscossione” e “compliance” su tutti, mentre qualche altro strategico tema attende ancora interventi concreti, vedi la questione del personale e vedi il riferimento all’approccio globale finalizzato all’attribuzione di una responsabilità esclusiva all’Agenzia delle Entrate, in materia di verifiche ed indagini tributarie.
A parere della CONFSAL – UNSA sono, comunque, diversi i temi da porre all’attenzione dell’Autorità politica, tutti meritevoli di un passaggio parlamentare da parte dei rappresentanti dei lavoratori, affinché possa essere predisposto un nuovo organico quadro normativo che, nel rafforzare l’autonomia delle Agenzie Fiscali, salvaguardi le funzioni ed i compiti delle stesse e, nel contempo, intervenga specificatamente in materia di personale, con un nuovo meccanismo di finanziamento del salario accessorio e con la creazione di una effettiva “Area Quadri”, a tutela sia dello “status” dei colleghi che esercitano le funzioni intermedie di responsabilità e coordinamento sia dell’intero apparato amministrativo.
La precondizione è il rafforzamento degli organici, in grande sofferenza sull’intero territorio nazionale, con situazioni, in alcuni casi, drammatiche, e il necessario ricambio generazionale in diverse regioni.
Sul piano tecnico-politico, la strategicità della “macchina” fiscale, unitamente all’ineludibilità di una riforma del fisco, devono essere punti fondamentali di una agenda di governo del cambiamento, quale concreto supporto al processo di sviluppo e modernizzazione del nostro Paese.
Per quanto riguarda il sistema relazionale abbiamo già chiesto, unitariamente, la immediata soluzione delle questioni che hanno portato allo sciopero, FUA 2016 – FUA 2017 – passaggi 2019, ma è altrettanto evidente che aspettiamo un deciso “cambio di rotta” dell’Agenzia rispetto al passato.
Il grande consenso manifestato dai colleghi è il migliore degli antidoti contro i virus del “non governo” e delle “non scelte”. Sapremo farne il miglior uso possibile.
Un grazie a tutti!
IL COORDINATORE NAZIONALE
Valentino Sempreboni