Autore degli archivi: salfi

DOGANE E AAMS – Comunicato Unitario incontro 15.10.2020

AGENZIA DOGANE E MONOPOLI

Incontro del 15 ottobre 2020

In data odierna si è tenuto l’incontro avente per oggetto la presentazione del Piano triennale dell’Agenzia e le modalità di svolgimento dello SMART WORKING a seguito dell’ultimo DPCM sull’emergenza COVID 19.
Per quanto attiene il Piano dell’Agenzia abbiamo rappresentato perplessità in particolare nella parte relativa alla “riorganizzazione” in quanto non risultano chiari gli obiettivi che si prefigge l’Amministrazione e in particolare le ricadute logistiche e gestionali che da questa deriverebbero.
Altrettanto abbiamo fatto per la parte che riguarda il “personale” dove non vi è alcun cenno che definisca la carenza dell’area dirigenziale, mentre paiono evidenti approssimazioni rispetto alla copertura delle carenze organiche del personale delle Aree.
Abbiamo su questo punto rappresentato la necessità di ampliare i posti messi attualmente a concorso e, nel contempo, abbiamo chiesto di far scorrere le graduatorie della mobilità intercompartimentale in essere.
Abbiamo proposto inoltre l’ampliamento dei posti dei passaggi interni dalla seconda alla terza Area attualmente in svolgimento, anche per ottemperare alle norme vigenti e per la necessità di personale già formato sempre più evidente in terza Area.
Per quanto riguarda lo SMART WORKING l’Amministrazione ha proposto di prorogare così come è l’Accordo sottoscritto in data 03 agosto 2020.
Abbiamo subito rappresentato con forza sul tavolo la necessità di inserire la novità prevista nel nuovo DPCM di poter autorizzare in SMART WORKING “almeno” 50% del personale adibito alle attività smartabili, ampliando inoltre la possibilità di usufruire di tale istituto ai genitori di figli inferiori ai 14 anni per le problematiche connesse alla frequentazione delle scuole, anche alla luce dell’aumento dei contagi che registriamo in questi giorni.
Su tale proposta l’amministrazione non si è espressa rimandando a venerdì prossimo un aggiornamento su tale materia.
Per quanto ci riguarda riteniamo assolutamente necessario, come tra l’altro già enunciato in una circolare esplicativa dell’8 settembre emessa dalla stessa Agenzia, che una clausola che salvaguardia per i genitori di figli con età inferiore ai 14 anni sia inserita e regolamentata all’interno delle modifiche dell’Accordo del 3 agosto u.s..
Tale circostanza, inserita nell’Accordo, è ritenuta dalle scriventi OO.SS. assolutamente prioritaria e laddove non dovesse essere accolta ci troveremo costretti a trarne le conseguenze.

Roma 15 Ottobre  2020

FP CGIL

CISL FP

UIL PA

UNSA

CONFINTESA

Iervolino

Fanfani

Procopio

Veltri

Bono

ENTRATE – Comunicato unitario Smart working e permessi brevi

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

ACCORDO NAZIONALE SULLO SMART WORKING E PERMESSI ORARI
USB DIMOSTRA MALAFEDE O IGNORANZA. IN ENTRAMBI I CASI È GRAVE!

Dopo alcune settimane dall’accordo nazionale del 17 settembre u.s. che ha definito la regolamentazione provvisoria del lavoro agile e la c.d. “fase del rientro” (messa in dubbio dalla ripresa dei contagi), rileviamo ampio consenso dai lavoratori e forti segnali di ripristino della legittimità grazie alla contrattazione territoriale a cui l’accordo nazionale ha dato piena forza per contrastare le iniziative unilaterali dei molti dirigenti poco “illuminati”.

Ci aspettavamo, così come è stato, che qualche dirigente cercasse “mezzi e mezzucci” per limitare le ampie garanzie che abbiamo introdotto in materia di lavoro agile con il disciplinare normativo… non immaginavamo, invece che la O.S. Usb, non firmataria dell’accordo, per malafede o per ignoranza, portasse confusione per quanto riguarda il tema dei permessi orari non previsti se la prestazione è svolta in modalità agile.

Vorremmo essere chiari su questo tema per evitare che qualche genio di datore di lavoro ne approfitti…

L’impossibilità dell’utilizzo dei permessi orari, oltre ad essere specifica regolamentazione generale del lavoro agile (così come già in passato sottoscritto da tutte le OO.SS. in occasione dell’accordo sul telelavoro, firmato da USB), è coerente con la circostanza che il lavoratore, in modalità agile, non è tenuto ad un “rigido e predeterminato orario di lavoro”.

Come è ben descritto all’art. 6, commi 1 e 8, dell’accordo del 17 settembre u.s.: è il lavoratore agile che sceglie come distribuire quotidianamente in maniera flessibile il suo ordinario orario (comma 1). È, quindi, lo stesso lavoratore che ha l’autonomia di distribuire il tempo e le attività lavorative assegnate durante le giornate di lavoro agile (comma 8). Insomma, le attività a lui assegnate sono dallo stesso organizzate per effettuarle nell’ambito della fascia giornaliera dalle 7.30 alle 20.00, conciliandole con le esigenze personali e familiari.

I riflessi positivi di tale autonoma gestione dell’attività lavorativa e del tempo di lavoro sono che:

1. qualsiasi esigenza personale o familiare legata all’interruzione oraria e/o alla necessità di inizio posticipato (o di fine anticipata) può essere soddisfatta senza che venga chiesto nessun permesso orario. L’esigenza, per ipotesi, della visita medica o quella di una passeggiata per interrompere la routine lavorativa, può essere soddisfatta senza chiedere alcun permesso orario.

2. Per soddisfare le esigenze personali, quindi, non si è sottoposti ad alcuna preventiva autorizzazione perché non è da chiedere alcun permesso.

3. Non servono giustificativi o previsioni di legge per soddisfare tali esigenze.

4. I permessi orari, spesso legati ad un tetto massimo usufruibile nell’arco dell’anno, possono così più proficuamente essere utilizzati nei giorni in cui l’attività lavorativa si svolge in presenza in Ufficio.

Tutti questi aspetti ci spingono a ritenere che, per questa tipologia di lavoro agile, il mancato riconoscimento dei permessi orari non è un danno per le lavoratrici ed i lavoratori ma un migliore bilanciamento delle esigenze personali con quelle lavorative.

Ecco perché riteniamo che USB sta strumentalmente cavalcando un “non problema” per malafede o per ignoranza: in entrambi i casi, grave!!

A proposito di ciò nulla aggiunge il parere Aran dello scorso 20 settembre tanto “osannato” dalla suddetta sigla sindacale in quanto, intervenendo sulla regolamentazione agile nel comparto degli enti locali, configurerebbe la possibilità del permesso orario esclusivamente nel caso in cui tale esigenza ricadesse nella fascia di contattabilità del lavoratore in modalità agile (che deve essere limitata a pochissime ore giornaliere: 2 ore nel comparto enti locali) e che quindi tale fascia di contattabilità fosse particolarmente vincolante rispetto all’autonomia organizzativa dell’attività lavorativa. Vincoli, questi ultimi, che il nostro accordo nazionale del 17 settembre u.s. non ha previsto né risultano riservati alla fascia di contattabilità (che, comunque, deve essere limitata a pochissime ore)

Fra l’altro, la suddetta sigla, a maggior ragione dimostra ignoranza o malafede visto che questo parere di “nicchia” non è nuovo ma già nei mesi scorsi analoghi sono stati emanati dall’Aran e sono stati oggetto di argomentazione anche ai nostri tavoli nazionali di contrattazione dove la suddetta sigla nulla apporta di proficuo e costruttivo a favore dei lavoratori tanto è vero che è “distratta” o non “comprende” i temi quando essi sono trattati, come per esempio in questo caso o, come accaduto di recente, neanche si presenta per il confronto su importanti temi.

Chiudiamo con una semplice domanda: ma se fa così schifo l’accordo del 17 settembre, per quale motivo i delegati locali dell’USB sono i primi a pretenderne l’applicazione in sede locale? Non sarà, forse, che quell’accordo obbliga l’amministrazione a non procedere unilateralmente e quindi costringe la controparte a “venire a patti” con le esigenze dei lavoratori? Altro che sconfessarci. L’ARAN rafforza in noi la convinzione di aver fatto un ottimo accordo, nell’esclusivo interesse dei lavoratori. Propaganda e demagogia le lasciamo a chi ormai fatica a conquistarsi in altro modo il consenso dei lavoratori.

Roma, 13 Ottobre 2020


CISL FP

Uil Pa

CONFSAL UNSA

FLP

Silveri

Cavallaro

Sempreboni

Patricelli

 

DOGANE e AAMS – Resoconto riunione in OPI

SETTORE AGENZIA DOGANE E MONOPOLI

Continua la riorganizzazione ADM
Riappare il confronto nell’Organismo Paritetico per l’Innovazione

Ieri pomeriggio il DG dell’Agenzia ha proceduto ad un incontro sindacale, nell’ambito dell’OPI, che non era stato più convocato da maggio u.s., per illustrare quanto è allo studio per una ulteriore quota di riorganizzazione dell’Agenzia.

Si prende positivamente atto della convocazione sull’argomento e si auspica che tale ripresa di confronto con i Rappresentanti dei Lavoratori, sollecitata senza sosta dalla nostra Organizzazione Sindacale, continui con assiduità e in base alle cadenze della riorganizzazione in atto.

E’ stato illustrato il piano di ulteriori cambiamenti dell’ organigramma delle strutture di vertice, ideato al fine di rendere alcune attività dell’Agenzia più rispondenti alla situazione attuale.

In definitiva sarà istituita una Direzione Centrale dell’Accertamento e Riscossione (1^ fascia), tra le Direzioni di Linea, che dovrà gestire in modo organico le analoghe funzioni che attualmente sono allocate tra altri uffici. Ciò al fine di avere anche un organismo che si possa interfacciare e operare unitariamente sia con gli uffici unionali sia nella sfera nazionale per gestire con la dovuta autonomia le attività di riferimento.

Nella Direzione Generale saranno poi attivati una Direzione Comunicazione (1^ fascia) e una Direzione Avvocatura (1^ fascia) nonché un Ufficio Studi e Statistiche (2^ fascia). Nel nuovo organigramma delle strutture di vertice presumibilmente non figurerà più la Direzione Centrale Legale e Contenzioso. Per quanto riguarda la tempistica dell’attivazione dei nuovi uffici dovrebbe attestarsi a gennaio 2021

E’ stato affermato dl DG, inoltre, che i rapporti fra strutture centrali e quelle periferiche dovranno avere sempre maggiore immediatezza evitando il frapporsi di passaggi burocratici non necessari. Tutto ciò per avere un maggior grado di efficienza e per la tempestività di risposta delle strutture agenziali.

Per quanto concerne l’unificazione UD/UM e la preconizzata scissione delle macro-regioni non si prevedono, purtroppo, tempi brevi di attuazione

Roma, 9 Ottobre 2020

Il Responsabile Nazionale Settore ADM
Salvatore Veltri

ENTRATE – Comunicato unitario 8 Ottobre 2020

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

PIANO AZIENDALE E ASSISTENZA AI CONTRIBUENTI: IL
PROBLEMA RESTA LA CARENZA DI PERSONALE.

Chiesto maggiore coinvolgimento preventivo sulle questioni strategiche. Ci sono anche buone
notizie ma ancora niente sullo smart working

Si è tenuto ieri l’incontro chiesto unitariamente dal sindacato sulle nuove modalità di assistenza al contribuente. A quest’argomento si è aggiunta la discussione sul piano aziendale 2020-2022, che non si è potuta fare prima a causa del continuo aggiustamento degli obiettivi dovuto alla pandemia in atto.

Preliminarmente, abbiamo fatto notare al Capo Divisione dott. Palumbo che si stanno moltiplicando le iniziative locali dei dirigenti per avversare – con atti ai limiti dell’antisindacalità – lo stato di agitazione proclamato dalle scriventi. Ciò che alcuni dirigenti stanno facendo, oltre ad essere scorretto, rischia di mettere a rischio la salute dei lavoratori e degli utenti. Il Capo divisione ha risposto che l’Agenzia sarebbe intervenuta a fermare le iniziative irresponsabili di qualcuno.

Sulle nuove modalità di assistenza ai contribuenti, abbiamo stigmatizzato il comportamento dell’Agenzia che ha fatto partire le sperimentazioni senza illustrare il piano ai rappresentanti dei lavoratori. Avremmo potuto dare il nostro contributo e soprattutto dire cosa rischia di minarne il funzionamento. Nel merito, la nostra attenzione si è focalizzata su due cose: la prima è che pur essendo, in astratto, d’accordo sull’opportunità di eliminare le file, è necessario che ci sia il personale che poi faccia materialmente tutto ciò che è opportuno fare. Ebbene, oggi è proprio la carenza di personale, che è endemica ormai in Agenzia delle Entrate ma lo è ancora più marcatamente agli uffici territoriali, che rischia di far fallire un’operazione dalla quale dipende la reputazione dell’Agenzia. Non per caso la carenza di personale è uno dei punti qualificanti dello stato di agitazione che abbiamo riaperto. Non è possibile fare finta di nulla e far partire piani ambiziosi senza le risorse necessarie per attuarli.

Il secondo nodo riguarda i diritti, anche economici, legati alle nuove modalità di assistenza. Se per limitare le code si devono chiamare preventivamente i contribuenti e tentare di risolvere i loro problemi telefonicamente, è giusto che chi lo faccia, a nostro parere, possa ricevere il giusto riconoscimento nell’ambito del salario accessorio. Non è certo un’operazione che si possa fare fuori dal contesto complessivo dedicato al sistema indennitario, ma non è possibile nemmeno rinviarlo a tra due o tre anni, allorquando arriveranno i soldi del salario accessorio 2020. E ricordiamo che quello dei ritardi nell’erogazione del salario accessorio è un altro dei punti qualificanti dello stato di agitazione.

Riguardo al piano aziendale, il copione è stato praticamente lo stesso, con in più i numeri che certificano impietosamente la situazione drammatica nella quale versa l’Agenzia. Perdiamo personale per pensionamenti al ritmo di 2-3.000 persone all’anno già da tempo senza che vi sia un ricambio ed è previsto che da qui al 2022 circa 6.000 vadano in pensione. A fronte di ciò, l’Agenzia ha in mente di assumere 4.000 persone. Il punto è che perdiamo personale formato e forse, viste le difficoltà di reclutamento dovute alla pandemia, dovremmo acquisirne un numero largamente inferiore e non formato.

Certamente l’Agenzia non può fare i salti mortali, ma questo va spiegato alla politica, che non può immaginare di assegnarci obiettivi sfidanti quando con l’attuale e la futura consistenza non siamo in grado nemmeno di assicurare i livelli di servizio attuali.

È una responsabilità che il direttore dell’Agenzia deve assumere su di sé, come avvenuto in passato per qualche direttore illuminato, che arrivò persino ad affermare che senza personale sarebbe stato costretto a “riconsegnare le chiavi” dell’Agenzia al Ministro dell’Economia.

In chiusura, per quanto riguarda il personale, l’Agenzia ci ha dato alcune informazioni, segnatamente che è arrivata la certificazione del salario accessorio 2018 dagli organi di controllo e che quindi si può procedere alle contrattazioni locali, che sono pronte le graduatorie del telelavoro (sarà la volta buona?), che in base ai conteggi fatti nei prossimi mesi si potrà avviare la selezione interna per il passaggio dalla seconda alla terza area di 700 lavoratori (i laureati in seconda area sono attualmente all’incirca 1.300) e che gli ultimi due mesi di tirocinio per il concorso a 510 funzionari si svolgeranno in presenza.

Sono buone notizie che, secondo noi, sono dovute anche al ripreso stato di agitazione da parte delle scriventi, almeno per quanto riguarda i tempi della comunicazione.

È ancora però troppo poco: l’Agenzia deve dimostrare di tenere al proprio personale con i fatti rispondendo positivamente alle sollecitazioni del sindacato unitario, in primis quelle riguardanti lo smart working. Senza frapporre ostacoli degni di una burocrazia vecchia e superata.

Roma, 8 Ottobre 2020

  FP CGIL

 CISL FP        UIL PA CONFSAL/UNSA

        FLP

Gamberini Silveri Cavallaro     Sempreboni 

    Patricelli

 

DOGANE e AAMS – Notiziario sui concorsi banditi

SETTORE AGENZIA DOGANE E MONOPOLI

 

I concorsi dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli

Ancora una volta sorprese e scelte “in solitaria”

Come cambiare il volto dell’Agenzia nel silenzio della politica

Le attese spasmodiche per un concorso, atto a risolvere, seppur parzialmente, le criticità dovute alla paurosa carenza di Personale nell’Agenzia, hanno subito registrato una parziale delusione ad un primo esame dei due bandi riguardanti l’acquisizione di personale per la 2^ e 3^ area (1266 unità di cui 19 destinate alla provincia di Bolzano).

Per quali motivi?

In primis per il timore che presto tali bandi possano essere impugnati in quanto prevedono profili professionali non presenti in quelli attuali nell’Agenzia.

In secundis perché i citati nuovi profili pongono l’interrogativo di come si andranno a collocare tra quelli attuali ed inoltre perché di alcuni di essi si dubita della loro necessarietà o quantomeno della loro priorità nella situazione attuale che ha bisogno di interventi di implementazione di Personale nei profili già in essere, unitamente ad una profonda e diffusa formazione sia di base che specialistica.

L’Agenzia, con mossa astuta ma comunque censurabile, parrebbe superare il primo ordine di perplessità citando in premessa, ad es. per la 3^ area (art. 1), un bando per funzionari doganali, ingegneri e chimici che in effetti sono profili previsti: peccato che il rispetto formale delle regole si infranga con la ripartizione dei posti che prevede appena 150 funzionari doganali del settore amministrativo/contabile e legale/contenzioso, nonché 86 per esperti nel settore informatico, per poi sbizzarrirsi nell’individuazione di ben 220 funzionari esperti in relazioni internazionali, nel settore economico finanziario, in analisi quantitative/statistico/matematiche e finanche 13 architetti, tutti profili estranei all’ ordinamento professionale approvato in ARAN ed allegati all’ancora vigente parte del CCNI di riferimento e, comunque, potentemente avulsi dai processi lavorativi in essere.

Di meglio non si vede per il bando di 2^ area che prevede 460 assistenti doganali (F3), e dividendo la platea in un’area (!?) amministrativa ed una tecnico-operativa, perviene a speciose ripartizioni nonché a bizzarre previsioni di figure, come i meccanici (15), gli addetti alla mensa e refezione (5), traduzione e interpretariato diplomati (ma non ci voleva la laurea?) i quali oltre all’inglese potranno far valere le loro conoscenze di arabo, cinese e russo. Inutile chiedersi l’allocazione di tali professionalità!.

Certamente e coscientemente non si vuole fermare o contestare la necessità di nuove frontiere dell’impiego o di “svecchiamento” dell’Amministrazione, ma prima di affrontare ardite riorganizzazioni interplanetarie e cibernetiche sarebbe utile dare ossigeno ad un corpo ormai macilento e defatigato anziché attendere d’emblée a rivoluzioni per le quali non si hanno le necessarie risorse: si fatica, infatti, a rinvenirne la logica e forse sarebbe il caso di rimanere ancorati alla realtà, non difficile da conoscere e riscontrare.

Quando il 30 dicembre 2019 è stato proclamato lo stato di agitazione, ancora in sospeso unicamente a causa degli eventi pandemici, lo si fece per due motivi fondamentali: la mancanza di Personale e la mancanza di risorse per il salario accessorio.

Per quest’ultimo si assiste ancora ad un “fondo risorse decentrate” asfittico e che riserva spazi di manovra ridottissimi per premiare l’impegno dei Colleghi: per il 2018 ben 17 milioni (bastevoli per un passaggio di fascia per tutti) non possono essere utilizzati a causa dei “tetti”, norma che penalizza le Agenzie alle quali sono state destinate risorse rivenienti dal raggiungimento degli obiettivi ma non spendibili. Ciò evidenzia che, nonostante i proclami e le fughe in avanti, l’Agenzia delle Dogane e Monopoli non è “eccezionale e particolare”, come spesso si sente, se poi ancora deve soggiacere alle antistoriche norme sulla spending review. Forse sarebbe il caso che l’establishment si impegnasse in maniera fattiva per la rimozione di questi assurdi blocchi normativi riconoscendo, concretamente, quello che l’Agenzia fa e che poi viene testimoniato e pubblicizzato anche con l’annuale Libro Blu.

Per la penuria di Personale, si sperava un primo intervento lenitivo mediante l’arrivo di Personale da altre amministrazioni (arenatosi parzialmente per il fatto che non si intenderebbe dar corso ad uno scorrimento delle “graduatorie” per quelle previsioni numeriche non completate attraverso “vincitori”) mentre, come avanti specificato, nemmeno il bando per l’acquisizione di nuovo personale darà agli uffici sul territorio l’atteso Personale per assicurare, dopo anni di promesse, un minimo di turn over.

L’ADM è una amministrazione specialistica che allo stato presente, anche per la previsione di ulteriori e più numerosi pensionamenti, ha bisogno di implementare gli organici nei profili attuali che seppur nella loro “genericità” danno modo di gestire gli uffici con una interscambiabilità professionale, in attesa che un nuovo ordinamento professionale dia all’amministrazione strumenti più idonei ma principalmente basati su dotazioni organiche veramente adeguate. Non è da sottacere anche che la mancanza di Personale aumenta inverosimilmente i carichi di lavoro e le responsabilità per le ridotte unità che rimangono in servizio.

Infine va rimarcato, negativamente, il palese intendimento di trasformare lo status del Personale dell’Agenzia, laddove nei bandi, accanto alla sacrosanta evidenziazione “dell’esercizio delle funzioni e delle attribuzioni degli agenti/ufficiali di polizia giudiziaria e tributaria” si ritrova, a nostro avviso inopinatamente, il riferimento al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e successive modifiche e integrazioni, recante il “Codice dell’ordinamento militare” (??).

Sorge spontanea la domanda se qualcuno in Agenzia ritenga, ricordando anche la questione delle “divise e dei gradi”, di voler condurre il Personale nel “comparto sicurezza”.

Se così fosse, ancora ricordando che nessun confronto è stato avviato con i Rappresentanti dei Lavoratori nemmeno per quanto attiene alla riorganizzazione in corso dell’Agenzia , si aggiungerebbe questa nuova prospettiva, per la quale si ha la chiara impressione che il tutto sia in stato di avanzata gestazione, con il rischio di trovarsi di fronte a cose fatte, in perfetto stile “fuitina siciliana” (laddove almeno sono in due a decidere).

I Lavoratori dell’Agenzia meritano “di più” e tra il “di più” sono inclusi l’informazione e il confronto dovuti ai propri Rappresentanti dalla Parte datoriale

Il Sindacato ha una funzione fondamentale che, in base alle norme, esercita tramite l’informazione, il confronto e, ove prevista, la contrattazione; ma, se la controparte si rifiuta di addivenire a corrette e necessarie relazioni sindacali, non resta che ricorrere alla difesa tramite le previste azioni.

Quousque tandem …….?.

Roma, 8 ottobre 2020

 

Il Responsabile Nazionale Settore ADM
Salvatore Veltri

ENTRATE – Volantino stato di agitazione

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

STATO DI AGITAZIONE DEI LAVORATORI

DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

 

ADERISCI

E SOSPENDI L’USO DEGLI STRUMENTI

INFORMATICI DI TUA PROPRIETA’

 

8, 12 e 14 ottobre 2020

 

“NO CONNECTION DAY”

_______________

La sospensione dal mettere a disposizione gli strumenti informatici di proprietà delle lavoratrici e dei lavoratori (PC – hardware – connessioni internet – utenze elettriche – telefono, ecc.) è legittima alla stregua della consolidata prassi della c.d. “astensione dall’uso del mezzo proprio” frequentemente adottata in passato dai lavoratori che effettuano attività esterne.
Le modalità di adesione diramate dai Coordinamenti Agenzia Entrate FP CGIL – CISL FP – UIL PA – CONFSAL UNSA – FLP sono state dichiarate legittime dalla stessa Agenzia delle Entrate a cui sono state preventivamente comunicate secondo le ordinarie prassi relazionali sindacali

 

 

ENTRATE – Modalità operative stato di agitazione

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

MODALITA’ OPERATIVE STATO DI AGITAZIONE
DEL PERSONALE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

 

A Tutti le lavoratrici ed i lavoratori

e, p.c. Alla D.C. R.U.O.
Ufficio Relazioni Sindacali e normativa del lavoro

A Tutte le strutture territoriali di
FPCGIL – CISL FP – UIL PA
CONFSAL UNSA – FLP

A Tutte le RR.SS.UU.

 

All.: 1

Oggetto: Stato di agitazione indetto dalle OO.SS., Coordinamenti Agenzia Entrate FP CGIL – CISL FP – UIL PA – CONFSAL UNSA – FLP, Modalità di svolgimento e comunicazione di adesione dei lavoratori nei giorni 8, 12 e 14 ottobre pp.vv. mediante temporanea sospensione dell’uso degli strumenti informatici di proprietà dei lavoratori.

Al fine di agevolare l’adesione allo stato di agitazione, le scriventi OO.SS. forniscono indicazioni generali affinché le lavoratrici ed i lavoratori possano agevolmente comunicare la loro adesione.

Preliminarmente, è da evidenziare che le modalità con cui sarà articolato lo stato di agitazione nei giorni dell’ 8, 12 e 14 ottobre pp.vv., sebbene appaia “nuova”, in realtà non lo è; la sospensione dal mettere a disposizione gli strumenti informatici di proprietà degli stessi e le utenze personali (quali PC – hardware – connessioni internet – utenze elettriche – telefono, ecc.) ricalca la legittima prassi ormai consolidata della c.d. “astensione dall’uso del mezzo proprio” frequentemente adottata in passato dai lavoratori che effettuano attività esterne.

L’adesione volontaria alla/alle giornate oggetto della specifica modalità di agitazione è opportunamente consigliata che avvenga preventivamente con comunicazione al proprio responsabile d’ufficio garantendo di restare a disposizione per ogni sua indicazione sulla sostituzione dei beni informatici personali con quelli dell’agenzia e/o altra indicazione organizzativa e/o o, in subordine, che il lavoratore continuerà a svolgere la propria attività lavorativa in modalità agile sebbene svolgendo quelle attività che non richiedano necessariamente la connessione o i suddetti beni informatici di proprietà.

L’effettivo giustificativo di presenza “in lavoro agile”, ove non fosse chiesto il rientro in ufficio, potrà essere inserito nell’applicativo presenze/assenze il giorno successivo oppure secondo le idonee indicazioni del proprio responsabile d’ufficio.

Al fine di chiarire ogni possibile dubbio sulla legittimità della modalità di svolgimento dello stato di adesione, infine, non è ostativo alla sospensione della disponibilità dall’uso degli strumenti informatici di proprietà neanche nel caso in cui, non correttamente, il proprio datore di lavoro abbia preteso o continui a pretendere possibili obblighi derivanti dalla sottoscrizione degli accordi individuale sullo smart working

Infatti, quantomeno fino al 31 dicembre 2020, è normativamente previsto (art. 263, l. 77/2020) che per effettuare la prestazione lavorativa in smart working si prescinda dagli accordi individuali. Pertanto, ove ci fossero illegittimità, nel caso in specie, è proprio il datore di lavoro che le compie chiedendo un obbligo non previsto dalla vigente normativa e, chiaramente, il “non configurabile” accordo individuale non può determinare alcun “vincolo di destinazione” dei beni di proprietà del lavoratore.

Roma, 5 Ottobre 2020

  FP CGIL

 CISL FP        UIL PA CONFSAL/UNSA

        FLP

Gamberini Silveri Cavallaro     Sempreboni 

    Patricelli

 

ENTRATE – Richiesta incontro unitario

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

Al Sig. Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini

e, p.c. Al Capo Divisione Risorse
dott. Carlo Palumbo

Al Capo del Personale
dott. Roberto Egidi

 

Oggetto: Reitero richiesta convocazione ai sensi dell’art. 7 comma 6 lett. v) del CCNL Fc in merito all’avvio della sperimentazione sul nuovo modello di accoglienza per appuntamenti dell’utenza e dell’implementazione dei servizi ai contribuenti anche da remoto attraverso i sistemi telematici dell’Agenzia.

Nel corso della riunione nazionale del 30 settembre u.s., le scriventi OO.SS. hanno formalmente chiesto l’avvio del confronto in oggetto senza però che il Capo Divisione, che ha assunto la titolarità delle relazioni sindacali nazionali, abbia dato riscontro alcuno, né in senso negativo né in positivo.

Con la presente, pertanto, si sollecita a codesto massimo vertice dell’Agenzia l’importanza e l’urgenza che sia avviato il confronto.

Risulta necessario, quale obbligo contrattuale specificamente previsto e per la positiva realizzazione dei fini di tale sperimentazione organizzativa, che i riflessi sulla qualità del lavoro e sulla professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori siano oggetto di specifico confronto nazionale

Apprendere dalla stampa che il vertice dell’Agenzia “magnifica” tale, in teoria, importante prospettiva riorganizzativa basata su innovazioni tecnologiche rilevanti e funzionali a fornire “a distanza” i servizi all’utenza e poi conoscere la realtà, non rappresentata ai mass media, che il tutto si rende possibile perché i dipendenti sopperiscono alle carenze organizzative dell’Agenzia mettendo a disposizione dotazioni informatiche proprie, comprese le connessioni internet personali, SIM e telefoni senza ricevere alcun rimborso

Questo quadro poco edificante per l’effettiva immagine pubblica dell’Agenzia ma soprattutto per i riflessi negativi sui lavoratori e sulla stessa efficiente azione amministrativa ha necessità di una funzionale ed effettiva organizzazione della sperimentazione che non può che passare dal proficuo e costruttivo confronto con le OO.SS..

Tutto ciò premesso, le Scriventi reiterano la richiesta di tempestiva convocazione al fine di affrontare la complessiva tematica.

L’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.

Roma, 2 Ottobre 2020

  FP CGIL

 CISL FP        UIL PA CONFSAL/UNSA

        FLP

Gamberini Silveri Cavallaro     Sempreboni 

    Patricelli

 

ENTRATE – Comunicato unitario 2 Ottobre 2020

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

PRESO ATTO DELLO SCARSO RISPETTO DELL’AGENZIA PER
I SUOI LAVORATORI, RIPARTE LO STATO DI AGITAZIONE!
8, 12 e 14 ottobre si fermano tutti gli strumenti di proprietà del personale

 

Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
Roberto Gualtieri

Al direttore dell’Agenzia delle Entrate
Ernesto Maria Ruffini

Ai lavoratori

Lo scorso 9 marzo le scriventi Organizzazioni Sindacali avevano sospeso lo stato di agitazione, precedentemente proclamato, in ragione della pandemia che imponeva a tutti un momento di  riflessione sullo stato del Paese.

Purtroppo, in questi mesi, non solo siamo stati gli unici a“riflettere”, ma abbiamo dovuto  constatare che sia l’Agenzia delle Entrate che il Ministero dell’Economia, che credevamo fossero al  fianco dei lavoratori e dei loro rappresentanti, non hanno fatto altro che dimostrare, con i fatti, di  essere estranee alle condizioni nelle quali i lavoratori versano.

Potremmo citare i numerosi casi in cui alle esigenze personali e familiari dei lavoratori l’Agenzia  delle Entrate ha risposto picche dimostrando una rigidità che continua anche in questi giorni.

Soprattutto, però, abbiamo toccato con mano come l’Agenzia delle Entrate abbia approfittato  della pandemia per accumulare risparmi milionari sulle spalle dei lavoratori: utenze, strumenti  informatici, buoni pasto non erogati, ore di straordinario non pagate che i lavoratori stanno però  svolgendo e che l’Agenzia sta risparmiando sottraendo risorse ai bilanci familiari dei lavoratori.

Nel frattempo non si è sbloccato nessuno dei problemi che erano oggetto dello stato di agitazione:  non sono stati tolti i tetti al salario accessorio, non si è avviato alcun piano di assunzioni, non sono  ancora arrivati i fondi per il raggiungimento degli obiettivi del 2019, nonostante siano passati 10  mesi. A tutto questo si aggiungano le già citate sottrazioni di fondi ai singoli lavoratori per la  pervicacia dimostrata nel non voler erogare i buoni pasto e i rimborsi per le spese vive a tutti i  colleghi che, lo ricordiamo, non hanno cessato nemmeno per un giorno di lavorare e di tenere  aperti tutti gli uffici dell’Agenzia delle Entrate.

Tutto ciò si traduce in una perdita secca di salario per i lavoratori in un momento nel quale spesso,  a causa della situazione del Paese, molti di essi sono diventati l’unica fonte di sostentamento di  famiglie, anche “allargate” dalle condizioni di disagio.

In compenso, l’Agenzia ha approfittato per partire con un nuovo progetto di assistenza ai  contribuenti che persino i giornali conoscono, ma i lavoratori che devono attuarlo no, non si fa  carico dei problemi del fatto che i progetti non possono funzionare se mancano le persone negli  uffici e nega procedure di mobilità territoriali mentre – notizia di oggi – aggira qualunque principio  di trasparenza e “seleziona” dalle regioni del Nord funzionari da mandare a Roma con i soliti  metodi che ben conosciamo e che sono serviti, spesso, per “sistemare” pochi e “selezionati”  individui.

La misura è davvero colma e le scriventi Organizzazioni Sindacali non possono più tollerare il fatto  che l’Agenzia si sia dimostrata totalmente sorda ai bisogni dei lavoratori, probabilmente  scambiandoli per oggetti sui quali non solo si può fare cieco affidamento ma si possa addirittura  guadagnare.

Per tutto quanto detto, le scriventi Organizzazioni Sindacali comunicano la riattivazione dello stato di agitazione precedentemente sospeso.

Le prime iniziative di lotta consisteranno nel sospendere per tutta la giornata dei prossimi 8, 12  e 14 ottobre l’uso di tutti gli strumenti (hardware, linee internet, telefoni e di altra natura) di  proprietà dei lavoratori i quali, sinora, si sono impropriamente e per senso di responsabilità  impegnati a prestarli all’Agenzia delle Entrate.

Se entro la data dell’8 ottobre non si verificheranno sviluppi positivi della vertenza fisco siamo  pronti ad inasprire le iniziative e ad avviare procedure per nuove e più forti mobilitazioni.

Roma, 2 Ottobre 2020

  FP CGIL

 CISL FP        UIL PA CONFSAL/UNSA

        FLP

Gamberini Silveri Cavallaro     Sempreboni 

    Patricelli

 

AGENZIA FISCALI- Una valutazione del coordinatore

Una Valutazione del Coordinatore

Le AGENZIE FISCALI:
una riforma misconosciuta da parte di una politica
colpevole di ignavia ed incapacità.
Necessario uno scatto di orgoglio da parte dei lavoratori e da
parte delle Agenzie.

Solo la pandemia ha bloccato una “Vertenza Fisco”, unitaria e particolarmente sentita, che aveva già manifestato i primi segnali a noi favorevoli nel rapporto tra datore pubblico e lavoratori (rammentiamo su tutti lo “stratosferico” sciopero del 2 aprile 2019, nonché le diverse manifestazioni in tutta Italia nel cosidetto “fisco day”).

Una volta per tutte è necessaria una valutazione chiara della situazione: un diverso modo di fare amministrazione pubblica, una azione per OBIETTIVI convenzionali e per RISULTATI certificati, che SISTEMATICAMENTE è stato oggetto di DISATTENZIONE del Governo e della classe politica, BOICOTTATA dall’alta burocrazia e investita da norme disorganiche con l’evidente esclusivo scopo di FARLA NAUFRAGARE.

Non servono gli odierni dibattiti su un modo moderno di fornire servizi ai cittadini, su amministrazioni al “passo dei tempi”, quando è chiaro, ad oggi, l’indirizzo politico, nemmeno tanto nascosto, di porre in un “binario morto” l’unica esperienza riformistica degli anni duemila, con l’ausilio di tanti soggetti, compreso pezzi dell’Amministrazione votati ad una guerra tra “bande” (in un nostro commento l’abbiamo chiamata “la guerra dei venti anni”), a discapito dei lavoratori “finanziari” che con ammirevole spirito di servizio avevano creduto, ed al dire il vero continuano a credere, al cambiamento ed alla modernizzazione.

Oggi, i lavoratori ed i loro rappresentanti si trovano indubbiamente in una posizione scomoda, ma non possono essere il alcun modo “additati” alla responsabilità per quello che è stato fatto, altri devono essere chiamati a rispondere per quello che non è stato fatto.

Nel contempo, si presentano all’appello “pseudo” esperti che vogliono insegnare a fare amministrazione per obiettivi, “presunti” tecnici che vogliono imporre regole e sistemi non degni di un Paese moderno e civile, mentre soggetti istituzionali, ahimè anche loro, agiscono per formalismi giuridici al solo scopo di “certificare la propria esistenza in vita”.

Le Agenzie Fiscali hanno dovuto affrontare “marosi” e “venti impetuosi”, perché una Amministrazione efficiente non fa comodo a quella parte dell’ “establishment”, e purtroppo ad una parte minoritaria della popolazione, che vuole mano libera nei commerci e nelle regole, non vuole pagare le imposte, le tasse ed i contributi, agisce nella sopraffazione dei deboli e delle persone per bene ovvero niente altro che “darwinismo economico” e liberismo della prima ora, senza regole e senza etica, che i Paesi avanzati hanno “mandato in soffitta” da tempo.

Le Agenzie Fiscali hanno bisogno di un “rigenerato” e “reingegnerizzato” quadro normativo e regolamentare, di nuovi strumenti e risorse, umane – finanziarie – tecnologiche, in grado di metterle nelle condizioni di lavorare al meglio nell’esclusivo interesse della collettività.

Il modello delle Agenzie Fiscali richiede, a nostro parere, una maggiore autonomia in materia finanziaria, organizzativa e di personale. D’altronde questo era il principale obiettivo del disegno di legge della precedente legislatura (solo per memoria AS n. 2837 – “disposizioni concernenti la riorganizzazione delle agenzie fiscali”), il cui esame non fu completato per la scadenza della stessa legislatura.

Tra le tante questioni in essere anche quella dello “spoil system”, con l’augurio che sia la Corte Costituzionale a decidere (prossimamente) di riportare alle origini il rapporto tra politica ed alta amministrazione, senza “scimmiottare” modelli che non ci appartengono per cultura e per tradizione.

Ulteriormente, non vi è bisogno di fare “a sportellate” per difendere “status” e “ruoli”, né tantomeno di avere a che fare con “manager” scelti per superiori interessi di “parte”, bensì abbiamo la necessità di avere scelte precise e definitive nonché regole chiare e trasparenti che permettano l’adeguata interazione di persone e di organizzazioni, al fine di “efficientare”
ed “economizzare” ulteriormente le strutture operative e fornire alla collettività i servizi attesi e necessari.

Abbiamo bisogno solo di buona volontà, i “fenomeni” possono calcare altri “parterre”.

Nulla da inventarsi e da scoprire, nessuna “sfera di cristallo” da consultare, basta dare attuazione alle raccomandazioni ed agli indirizzi espressi da primari Organismi internazionali di consulenza (FMI-OCSE), come compendio-riferimento delle migliori pratiche amministrative-operative.

Naturalmente bisogna crederci, bisogna volerlo, bisogna operare e soprattutto bisogna coinvolgere i lavoratori, in tutti i sensi ed a tutti livelli, perché sono loro i portatori del
cambiamento.

Verrebbe da dire che tutto il resto è …. noia, ma i tempi sono difficili e temiamo che senza i passi necessari anziché toglierci dal baratro, ci finiremo rovinosamente dentro, votandoci
per decenni ai margini della storia (un oscurantismo politico, economico e sociale).

Il Paese merita ben altro e noi lavoratori “finanziari” meritiamo attenzioni ed interventi adeguati alla crisi di sistema. Null’altro, ma non è poco.

Ma le Agenzie Fiscali devono fare sentire la propria voce, senza “compiacere” i politici di turno, chiedendo rispetto per il loro strategico ruolo e tutelando al meglio i lavoratori.

Da anni si lavora per obiettivi e da anni si è monitorati in tal senso, mentre tutt’attorno si parla di “piano delle performance” (ma lasciamo perdere!), di “modernizzazione” della pubblica amministrazione (la possiamo definire “l’araba fenice”), di sistemi di valutazione del personale (sic!), di riforma degli apparati dello Stato (naturalmente per “stabilizzare” i potenti di turno).

Parlare di cambiamenti per non cambiare niente, nel contempo agire per penalizzare “inopinatamente” chi invece i passi necessari li ha compiuti (ostacolare per sopravvivere nell’eternità).

Che strano Paese il nostro, con una classe politica colpevole di ignavia ed incapacità. Tocca a NOI difendere il lavoro, la dignità ed il rispetto perché al servizio esclusivo della collettività.

Cordiali saluti.

(Ad ogni buon conto richiamiamo alcuni documenti d’interesse che alleghiamo alla presente nota).

Il Coordinatore Nazionale CONFSAL-UNSA AGENZIE FISCALI

Valentino Sempreboni

DOGANE e AAMS – Incontro su alcuni articoli del CCNI

SETTORE AGENZIA DOGANE E MONOPOLI

Incontro sindacale su alcuni articoli del CCNI,
Osservazioni sulla LIUA per le uniformi e gli elementi distintivi

In data 29 settembre 2020 le OO.SS. Nazionali hanno proseguito il confronto sulla parte normativa del CCNI con la Direzione Centrale del Personale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli. In particolare sono stati esaminati, inizialmente, gli istituti della banca delle ore e dell’orario multiperiodale. Per la banca ore, già oggetto di discussione nell’incontro del 10 settembre u.s., si è concordato sulla necessità di individuare solo una previsione di massima e di lasciare successivamente al confronto locale la definizione delle modalità di applicazione. Si è, comunque, concordato di dar seguito ad un ulteriore approfondimento dell’istituto, come anche per l’orario multiperiodale. A proposito della banca ore è stata anche avanzata nuovamente la proposta, già fatta dalla nostra Delegazione nell’incontro scorso, riguardante il “progetto figli” che verrebbe in qualche modo a risolvere le problematiche che si creano con il part time verticale.

E’ stato proposto in merito all’orario di lavoro un apposito riconoscimento per le gravose articolazioni di lavoro per il Personale impegnato ad assicurare il servizio in turni festivi infrasettimanali e su questo argomento l’Amministrazione si è riservata di procedere ad un approfondimento sulla fattibilità.

La discussione è proseguita con l’esame della mobilità territoriale, in alcuni casi di riorganizzazione dell’Agenzia, mediante normale interpello e in caso di mancata risposta di procedere ad interpelli per mobilità incentivata. Naturalmente l’istituto dovrà, in prima battuta, riguardare il personale della Direzione Territoriale interessata e solo successivamente potrà essere esteso a livello nazionale, ma in ogni caso le procedure di specie non potranno prescindere da un’intesa con le OO.SS..

Le OO.SS. hanno, poi, proposto l’ introduzione nell’integrativo dell’istituto previsto dall’art. 30 del CCNL/Funzioni Centrali, ovvero la previsione di ferie e riposi solidali, già in vigore a fronte di una disposizione del Direttore Centrale del Personale. E’ stato chiesto, in merito, all’Amministrazione un consuntivo, ad oggi, della fruizione a livello nazionale del novello istituto. L’Amministrazione si è riservata di fornire appena possibile i dati richiesti, avendo all’attualità solo i dati di alcune Direzioni Territoriali. E’ stato infine richiesto di adottare iniziative che migliorino la conoscenza dell’istituto a tutti i Dipendenti dell’Agenzia.

Si è passati, successivamente, ad esaminare il diritto allo studio, che, ferme restando le disposizioni che da anni regolamentano l’istituto, necessita di specifiche attenzioni circa le attestazioni di frequenza specialmente laddove le attività didattiche avvengono online, attestazioni necessarie per il riconoscimento delle ore assegnate. Si è proposto di far rientrare tra i permessi studio anche quelli necessari per la preparazione degli elaborati finali del percorso di studio. L’amministrazione si è riservata di approfondire la questione.

Successivamente è stato affrontato il trattamento di trasferta, che implica anche il riconoscimento del tempo di viaggio come attività di lavoro in diverse situazioni come ad esempio il viaggio nel caso di partecipazione alle udienze o per il servizio da prestare presso la sede secondaria di alcune strutture agenziali. Si deve, altresì, riconoscere come tempo di lavoro quello impiegato in viaggio, anche in giornata festiva, per raggiungere i luoghi di formazione. L’Amministrazione in merito non ha preso un impegno invocando la necessità di ulteriori approfondimenti.

Nella trattazione successiva agli argomenti avanti riportati, si è proceduto ad esporre, da parte della nostra Delegazione, alcune osservazioni sulla LIUA del 25 settembre u.s. riguardante le “nuove uniformi operative” e “ gli “elementi distintivi”.

E’ stato rimarcato che nulla vi sarebbe da eccepire circa l’utilizzo delle uniformi di servizio istituite da legge del 1957, integrata con DPR del 1961, per il Personale che, come previsto dalla norma, “presta servizio, per il traffico, internazionale dei viaggiatori, negli uffici doganali delle frontiere terrestri o marittime, o negli aeroporti o nei treni in corsa, o nelle stazioni ferroviarie delle dogane interne”.

Il problema sorge circa l’applicazione della norma regolamentare del 1961 che prevede l’utilizzo di elementi distintivi di grado (tabella E del DPR). Norma che ab origine semplicemente coniuga l’utilizzo di “rosette” senza prevedere greche, torri, binari o altri elementi di assimilazione all’ordinamento militare.

Gli elementi distintivi, ora previsti nell’art. 2 della LIUA e riportati nell’allegato 2 della medesima, invece rappresentano, a mo’ di gradi militari, una situazione non consona ai Dipendenti dell’Agenzia che attualmente è fondata su un sistema di classificazione professionale di tre Aree per quanto riguarda il Personale non dirigenziale. Per quanto attiene al Personale dirigenziale si dubita che possa essere assegnatario, sic stantibus rebus, di uniformi.

Nell’ambito delle tre Aree del Personale non dirigenziale sono solo previste delle fasce economiche che per loro intrinseca natura non sono indicative di un modello gerarchico. Le aree, come è noto, “corrispondono a livelli omogenei di competenze, conoscenze e capacità” e le fasce economiche all’interno delle aree riguardano solo “un sistema di sviluppo economico” che non conferisce alcuna valenza giuridica rimanendo “correlato al diverso al diverso grado di abilità professionale progressivamente acquisito” sempre “nello svolgimento delle funzioni proprie dell’area”.

Ed anche le posizioni organizzative contrattuali (e quindi anche le Poer e gli Idr) che possono essere conferite dall’Amministrazione rappresentano “incarichi di natura organizzativa o professionale” che rientrano “nell’ambito delle funzioni di appartenenza” anche se “richiedono lo svolgimento di compiti di elevata responsabilità ed alta professionalità”. E’ d’uopo sottolineare il “rientrano nell’ambito delle funzioni di appartenenza” e quindi, all’attualità, nell’ ambito della terza area.

Si evince da quanto esposto, in riferimento all’attuale normativa di natura contrattuale, che il vigente sistema classificatorio del Personale non prevede differenziazioni di “grado” tra i Lavoratori di una stessa area né tantomeno assimilazioni ad altre realtà lavorative eventualmente di tipo militare.

Le norme in vigore, pertanto, prevedono uniformi di servizio per una parte del Personale agenziale ed elementi distintivi di ridotta varietà sempre in allineamento con il sistema classificatorio e adeguato alle attuali norme contrattuali: disposizioni di tipo diverso non possono che attendere un de iure condendo.

Una riflessione specifica andrebbe poi spesa sul fatto che forniture di analoghe uniformi sono state operate non più di tre anni fa con altre disposizioni direttoriali e i Colleghi si chiedono se, nell’Agenzia, soltanto i fondi per il salario accessorio siano impossibili da reperire!

Laddove l’articolo 2 della LIUA de qua avesse inteso pervenire ad un modo per identificare ictu oculi i Responsabili di alcuni servizi, si ritiene che non era consigliabile ricorrere ad una rivisitazione analitica di tutte le posizioni lavorative oggi individuate solo per macroaree. Si osserva, inoltre, che gli incarichi del Personale non dirigenziale sono tutti a “tempo determinato” con la conseguenza che a fine incarico si perverrebbe ad una poco simpatica retrocessione di grado.

Una notazione ulteriore riguarda la mancata attenzione dell’Amministrazione in merito alle richieste già avanzate per le problematiche originanti dalla gestione delle uniformi: dai locali per la “vestizione” agli armadietti per riporre le uniformi. Anzi si è avuta notizia di Responsabili di uffici che avrebbero imposto unilateralmente ai Lavoratori di giungere in ufficio già in uniforme e conseguentemente andar via a fine turno in uniforme. Chiaramente trattasi di situazioni che non possono essere gestite con l’imperio ma cercando soluzioni idonee e concordate.

Non si può non rilevare che anche per questa Determinazione sulle uniformi e sui segni distintivi un confronto con i Rappresentanti dei Lavoratori non avrebbe nociuto ed il recepimento di eventuali osservazioni avrebbe anche evitato l’agitazione nonché le preoccupazioni manifestate da molti Colleghi.

LA DELEGAZIONE CONFSAL/UNSA

Veltri, Eremita, Fiorentino

ENTRATE – Buoni pasto e rimborsi ai lavoratori – COMUNICATO UNITARIO

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

UN’AGENZIA DELLE ENTRATE SENZA ATTRIBUTI NEGA BUONI PASTO E RIMBORSI AI LAVORATORI

E meno male che abbiamo firmato l’accordo del 17 settembre che ci ha permesso di evitare le fughe in avanti dei dirigenti di turno

Aspettavamo una risposta dell’Agenzia delle Entrate su buoni pasto e rimborsi per le spese ai lavoratori. Oggi la risposta è arrivata ed è negativa. L’Agenzia, come ha ripetutamente fatto in questi mesi, ha tentato e tenta ancora di prendere tempo anziché di usare un po’ dell’autonomia che le norme le assegnano e per la quale queste Organizzazioni Sindacali si sono battute alla nascita delle Agenzie Fiscali.

È inutile scrivere che non sono contrari a darci ciò che i lavoratori hanno meritato per il lavoro svolto e poi non erogare nulla. I tempi del Sor Tentenna sono finiti. Dispiace che, evidentemente, i vertici dell’Agenzia non abbiano il polso della situazione e non comprendano lo scontento dei lavoratori che hanno perso ogni mese 140 euro di buoni pasto e hanno dovuto usare le loro utenze e i loro strumenti informatici permettendo un risparmio milionario all’Agenzia.

Il nostro intento, dichiarato, era quello di terminare la “telenovela”. Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per mettere l’amministrazione nelle condizioni di darci una risposta positiva: l’Agenzia ci ha detto che il problema erano i veti della Funzione Pubblica e noi abbiamo procurato e inviato la direttiva con la quale la Funzione Pubblica stessa paga ogni giorno a tutti i suoi funzionari il buono pasto; ci hanno detto che temevano di essere chiamati a rispondere di danno erariale e noi abbiamo mandato loro il parere della Corte dei Conti che chiarisce di non essere competente in materia di buoni pasto trattandosi di materia squisitamente contrattuale.

Abbiamo anche pazientato, come riteniamo sia giusto fare, per permettere al direttore dell’Agenzia di appianare eventuali diversità di vedute con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Oggi però possiamo solo concludere che o il direttore tiene più ai suoi rapporti politici che ai suoi lavoratori oppure che ci troviamo di fronte ad una riedizione delle affermazioni di Don Abbondio e cioè che il coraggio se uno non ce l’ha non se lo può dare. Entrambe queste ipotesi sono egualmente disperanti per i lavoratori che vogliono dei vertici che abbiano il coraggio di mettersi in gioco per il bene della struttura.

Abbiamo detto in maniera chiara all’Agenzia che la scelta fatta oggi non sarà priva di conseguenze. Il momento è così delicato che non vogliamo prendere decisioni sull’onda dell’indignazione che oggi proviamo, ma nelle prossime ore la reazione ci sarà e sarà seria. Noi non faremo inutili raccolte di firme che non tolgono e non aggiungono nulla e non spaventano nessuno.

Dichiareremo anzi, rinnoveremo, la dichiarazione di stato di agitazione e indiremo iniziative sui territori, auspicando che su queste basi si possa ritrovare anche l’unità sindacale.

Ciononostante le scriventi Organizzazioni Sindacali rivendicano, con molta forza, la firma dell’accordo del 17 settembre. Prima di tutto perché senza di esso staremmo ancora aspettando una risposta (e forse è quello che qualcuno sperava quando ha tentato di mandare a monte tutto). Abbiamo preteso un termine, lo abbiamo avuto e ora ci attrezziamo a contrastare la decisione presa.

Ma la vera ragione per la quale rivendichiamo la bontà della firma di quell’accordo è in ciò che abbiamo visto in questi giorni a livello periferico: richieste incredibili ai lavoratori non solo da parte di singoli direttori provinciali ma persino di direttori regionali, che hanno tentato e tentano in tutti i modi di applicare “soluzioni” unilaterali, autoreferenziali e autoritarie – le ultime regioni in ordine di tempo sono il Lazio e l’Emilia-Romagna. Solo grazie all’accordo nazionale, con i numerosi “paletti” posti contro i tentativi di fughe in avanti, siamo riusciti ad opporci ad una situazione che diversamente vedrebbe sul terreno “morti e feriti”.

Anche qui ci chiediamo quanta autorevolezza e, perché no, autorità abbia nei confronti della propria dirigenza (sempre le stesse persone) il direttore dell’Agenzia, che ci pare abbia perso, oltre al polso della situazione negli uffici, anche il controllo della macchina amministrativa. Ma questi sono problemi suoi, che saranno amplificati dalla situazione in cui si è cacciato da solo.

Quello che conta è che noi continueremo, proprio grazie all’accordo firmato, a bloccare le iniziative di chi pensa che i lavoratori abbiano la stessa importanza delle sedie e dei computer, anzi minore giacché alle sedie e ai computer non si chiede di addossarsi le spese dell’Agenzia.

Non basta scrivere sulla intranet che “la forza di un’organizzazione matura sta nella capacità di mettere al centro una risorsa preziosa: le persone”. Bisogna avere la capacità di essere conseguenti con i fatti, altrimenti sono solo chiacchiere e se le porta il vento. In passato abbiamo avuto direttori che sono stati in grado di mettere a rischio il proprio incarico per difendere i lavoratori.

Aspettiamo che questo vertice provi almeno a pretendere per il suo personale il rispetto che merita. Diversamente saremo noi a prenderci la scena e a guadagnarcelo. Lo abbiamo già fatto, siamo pronti a rifarlo!

Roma, 30 settembre 2020

CISL FP

Uil Pa

CONFSAL UNSA

FLP

Silveri

Cavallaro

Sempreboni

Patricelli

 

AGENZIA FISCALI- Un commento del coordinatore

Un commento del coordinatore

La colpa è sempre … dei dipendenti pubblici ?

Appena si apre un dibattito sulle “questioni” che “attanagliano” il Paese, parte subito una “carica”, come le “testuggini romane e/o le falange ateniesi” di antica memoria, contro i dipendenti pubblici italiani, “rei” delle peggiori nefandezze.

Ora è partito un nuovo “spot” ovvero quello per il quale non è giusto che i lavoratori pubblici non siano equiparati a quelli privati, ad esempio in materia di cassa integrazione.
Nei mesi scorsi è stata una corsa a parlare di “contributo “di solidarietà ovvero addirittura di sospensione del rapporto di lavoro pubblico.
Siamo sicuri che in qualche altra “sala parto” sono in gestazione altre idee “geniali”.I responsabili di questo attacco rappresentano la “intellighenzia” di questo sfortunato Paese, un elenco lungo e ben articolato (in termini ideologici e professionali).

Tutte le loro valutazioni passano, a nostro parere, da un concetto errato alla radice: anziché lavorare per innalzare le tutele ed i diritti di tutti (TUTTI) i lavoratori, come dovrebbe essere in un Paese avanzato e modernizzato meglio continuare ad abbassare e/o eliminare qualche diritto elementare regolato dalla legge e dai contratti relativamente a “cluster” di lavoratori, come quello dei pubblici.

Obiettivo:

estendere la precarietà dello “status” di lavoratore, pubblico o privato non importa, come concetto “naturale”, a sostegno di un disegno nemmeno tanto oscuro ovvero quello di contribuire ulteriormente ad aumentare il divario delle disuguaglianze economico-sociali, il divario di reddito e di patrimonio, il divario culturale (consiglieremmo ben volentieri qualche buon testo sul tema, visto che quando ci si sente “arrivati” anziché ascoltare gli altri si preferisce “pontificare”).

Insomma, mettere tutti a “paghetta”, un disegno da fine impero, mentre i loro compensi (retribuzioni – indennità – pensioni e quant’altro) di giornalisti ed “opinion leader”, politici della prima e della seconda ora, giuristi – filosofi – studiosi – esperti, di tecnici “tuttologi” rimangono intoccabili ed ampiamente tutelati.
Una visione tragicomica di sistema, a danno di tutti ed a beneficio solo di qualcuno, altro che “capitalismo” della prima ora. Questi personaggi che, si badi bene, negli anni hanno occupato, e continuano in qualche caso ancora a farlo, posti di responsabilità nel sistema, anziché fare “mea culpa” per i gravi errori che hanno contribuito a commettere, visto lo stato in cui si trova il Paese, preferiscono esprimere “giudizi” di valore, etico e non, naturalmente verso gli altri.

A nulla serve sottolineare che i Lavoratori oggetto di questo attacco hanno dovuto aspettare dieci anni per vedersi rinnovato un Contratto Nazionale, in termini miseri sul piano economico e non parliamo su quello giuridico (alla faccia del rispetto delle regole democratiche ed economiche); a nulla serve evidenziare che questi lavoratori sono ancora in attesa (dopo due anni) di vedere un nuovo Contratto di Lavoro degno di questo nome, con regole moderne e profili professionali aggiornati, con un Area Quadri contrattualizzata e percorsi di carriera ben “identificati”, anziché ancorarsi a “sterili” principii (anche di natura costituzionale) che alla “bisogna” vengono “piegati” alla volontà dell’establishment.

Quindi, in conclusione, un messaggio alla collettività: non serve a niente fare le “dediche” agli eroi (conosciamo “sanitari” che hanno perso elementi di retribuzione per essere stati volontariamente assegnati a reparti “Covid”), mal pagati e mal organizzati (come tutti i dipendenti pubblici italiani, soprattutto rispetto ai parametri europei), ovvero non serve esprimere solidarietà a tutti coloro che con abnegazione si sono sacrificati per mantenere i livelli di servizi a supporto della nostra società.
Non è vero che “riusciremo a farcela”, non è vero soprattutto se continueremo, per volontà politica, a non fare pagare le “imposte” secondo la propria capacità contributiva, se non metteremo al centro del sistema l’UOMO ed il LAVORO, se non costruiremo un apparato di regole moderno ed efficiente, se non faremo del LAVORO PUBBLICO un bene primario per il Sistema Paese.
Non servono eroi e non servono proclami, bensì una classe politica degna di questo nome che sappia analizzare, valutare e decidere per il bene collettivo.

Non servono “manager” di bravura mondiale, ma uomini del “saper fare” e del “saper lavorare” a beneficio della intera Società, delle Amministrazioni e degli apparati pubblici e privati.
Serve gente che anziché trovare nell’altro il nemico da abbattere, metta in dubbio le proprie capacità e le relative decisioni, si “metta” quotidianamente in gioco al servizio dell’altro.
Servono poche regole ma chiare, servono Donne ed Uomini in grado di fare la differenza, servono riforme di sistema, serve insomma una vera classe di “decisori” politici ed amministrativi che sappiano far fare all’ITALIA il salto di qualità da NOI tutti atteso.
Le “chiacchiere” stanno a zero, servono immediatamente fatti, altrimenti … è tutto perso.

Il Coordinatore Nazionale CONFSAL-UNSA AGENZIE FISCALI

Valentino Sempreboni

DEMANIO – INCONTRO CON IL DIRETTORE – COMUNICATO UNITARIO

Agenzia del Demanio
Incontro con il Direttore Generale

Si è tenuto in data 22 settembre, l’incontro con il Direttore Generale Cons. Antonio Agostini rimandato in seguito alla situazione emergenziale che ci ha coinvolti negli ultimi mesi.
Diversi i punti e progetti “strategici” presentati che vedranno l’Agenzia impegnata, nel prossimo futuro, come centro proattivo di innovazione e di attrazione di fondi governativi ed europei.
Ne sintetizziamo alcuni:
– Maggior investimento nella riqualificazione dei beni;
– Introduzione di innovazioni tecnologiche mirate alla creazione di un “Portafoglio digitale” del patrimonio pubblico;
– Incentivazione di concessioni di valorizzazione dei beni piuttosto che dismissione;
– Implementazione della “Struttura di progettazione”.
Strategica e fondamentale per l’attuazione dei programmi e il raggiungimento degli obiettivi illustrati dal Direttore, sarà una piena e condivisa valorizzazione del personale.
Questa, in sintesi, la richiesta comune del fronte sindacale, da regolamentare attraverso la contrattazione per affinare e innovare gli strumenti e le modalità di svolgimento del lavoro, a partire da quello agile (implementazione di sistemi tecnologici a disposizione, sicurezza dei dati, orario di lavoro, diritto alla disconnessione e previsione di forme di ristoro economico in rapporto ai risparmi per l’agenzia derivanti dalla nuova organizzazione).
In particolare, non abbiamo perso occasione di porre sul tavolo la questione del diritto ai buoni pasto per i colleghi che svolgono il lavoro in modalità da remoto.
Il Direttore dell’Agenzia, nel manifestare la sua “non contrarietà” in linea di principio sulla questione, ha preso l’impegno di approfondire l’argomento per verificarne la possibilità e l’opportunità di erogazione.
Restiamo quindi fiduciosi sui futuri sviluppi

Roma, 22 settembre 2020

FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/UNSA FLP
Gamberini Silveri Greggi Sempreboni Sperandini

 

DOGANE E AAMS – Comunicato Unitario 22.09.2020

Coordinamenti Nazionali Agenzie Dogane e AAMS

 

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

                                                                                                FIRMATI GLI ACCORDI PER LA RIPARTIZIONE                                                                                             

DELL’EX COMMA 165 E PER LA EROGAZIONE

DEGLI INCENTIVI AI DIRIGENTI E AL PERSONALE

RELATIVI ALL’ANNO 2018

Ieri 21 settembre 2020 sono stati sottoscritti gli accordi per la ripartizione delle somme dell’ex comma 165 relative all’anno 2018, per la distribuzione dal Fondo Dirigenti della retribuzione di posizione e di risultato, nonché una ulteriore distribuzione delle risorse incentivanti del Fondo del personale.

Nello specifico le somme del comma 165 sono state ripartite per il 95% al personale delle Aree e per il 5% ai Dirigenti.

Sulla base di questa ripartizione ai Dirigenti sarà distribuita una indennità di risultato in linea con quella degli anni precedenti e con i medesimi parametri. In applicazione dell’art 28 del CCNL dei Dirigenti é stata introdotta una ulteriore retribuzione di risultato pari al 30% per punteggi uguali o superiori a 118.

Sono state confermate le indennità previste per gli incarichi ad interim ed è stata istituito, come previsto nel nuovo CCNL Dirigenti, un incentivo alla mobilità territoriale obbligatoria che tiene conto delle distanze dalla propria residenza.

Con l’ulteriore accordo sul Fondo 2018 relativo al personale delle qualifiche viene erogata l’indennità di disagiata sede, estesa per la prima volta al personale degli uffici dei Monopoli ubicati all’interno di sedi doganali già riconosciute, superando così ogni differenziazione a parità di condizioni.

Inoltre è stata concordato di erogare il saldo della “indennità di performance” 2018 per un importo totale di circa 2 milioni (180/220 € lordi cadauno) .

Infine per il personale dei Monopoli saranno liquidate le indennità delle Commissioni Giochi per l’anno 2018 alle stesse condizioni dell’anno precedente.

In una prossima sessione, in attesa dell’esito della nostra richiesta di superare il tetto imposto sul Fondo per il personale, saranno definite le condizioni per la distribuzione del budget di sede e della “performance individuale”.

In conclusione dell’incontro l’Amministrazione ha confermato che a breve saranno pubblicati i bandi di concorso per circa 1200 assunzioni di personale.

Roma 22 Settembre 2020

FP CGIL

CISL FP UIL PA CONFSAL-UNSA

Iervolino

Fanfani Procopio Veltri

ENTRATE -Smart Working – Riflessioni del Coordinatore Nazionale e della delegazione

AGENZIA DELLE ENTRATE

Valutazione del Coordinatore e della Delegazione

Firmato il protocollo di intesa per la regolamentazione transitoria del lavoro agile in relazione all’emergenza da COVID – 19.
Il SINDACATO porta a casa tutto quello che può portare!
Il Diritto alla Salute, costituzionalmente garantito, è un diritto “intangibile”.

Chi ha seguito tutte le ultime vicende ha potuto verificare che alla fine di una “estenuante” trattativa, noi ed altre sigle sindacali (non tutte) abbiamo firmato un accordo transitorio che disciplina il “regolare” parziale rientro dei colleghi in Ufficio (in presenza), salvaguardando tutti i più importanti aspetti in “gioco” e ridando, nuovamente, spazio negoziale alla periferia.

Come CONFSAL – UNSA sulla parte delle regole ci sentiamo adeguatamente soddisfatti e rispettati (in termini di salvaguardia).

Sulla questione economica abbiamo ottenuto che l’Agenzia entro il 30 settembre fornisca definitivo riscontro in merito alla corresponsione, a partire dal 1 marzo 2020, dei “buoni pasto” ed ai richiesti “rimborsi forfettari” (dopo mesi abbiamo almeno un punto).

Diciamo subito che come CONFSAL – UNSA ci aspettiamo un riscontro assolutamente positivo, nella consapevolezza che in caso contrario tutto quello che di buono è stato fatto in questi drammatici mesi si “infrangerà” vigorosamente sugli scogli, con conseguenze chiaramente non auspicabili.

Rammentiamo che nel corso della sessione negoziale abbiamo dovuto anche “apportare” una modestissima rimodulazione delle “poste” economiche dell’accordo fondo 2018, superando ancora una volta gli ostacoli degli organi certificatori.

Naturalmente anche in questa occasione abbiamo dovuto tenere conto delle valutazioni degli Organi di competenza in merito all’assenza di un sistema di valutazione che interessi tutti i colleghi.

In ragione di ciò nei prossimi mesi saremo chiamati a definire un “compiuto” sistema che, adeguatamente “pubblicizzato”, dovrà essere posto in essere nel 2021, probabilmente insieme ad un nuovo “meccanismo” di salario accessorio, così come importantissimo sarà la definizione dei criteri per l’assegnazione delle posizioni organizzative nonché il completamento dell’architettura del “sistema” di coordinamento e direzione non dirigenziale.

Tutti temi delicatissimi e qualificatissimi che richiedono il massimo grado di condivisione e partecipazione di tutti i soggetti, quale “precondizione” per avviare una nuova fase del sistema di Agenzia.

Quanto sopra unitamente a tutti quegli elementi di carattere più “squisitamente” politico, ma di potentissimo impatto sulle lavoratrici e lavoratori, dall’insufficienza delle risorse finanziarie, per valorizzare adeguatamente il merito ed alimentare il sistema di salario accessorio, alla carenza delle risorse umane che richiede interventi immediati (sotto diversi aspetti), pena l’insufficienza operativa. Solo alcuni fondamentali aspetti in “campo”.

Al riguardo solo la “pandemia”, una tragedia pazzesca, ha determinato la sospensione della unitaria “Vertenza Fisco” che aveva ed ha, oggi più che mai, lo scopo di far fare passi in avanti al rafforzamento dell’autonomia delle Agenzie Fiscali nonché all’adeguamento dell’intero assetto normativo a supporto della strategica azione della “macchina” fiscale.

Dopo gli accordi di questi mesi, citiamo su tutti quello del 30 aprile scorso, sottoscritto ai sensi del vigente CCNL (uno dei pochi accordi sull’intero panorama dell’amministrazione pubblica), sul quale la CONFSAL – UNSA ribadisce, ancora una volta, l’importante risultato negoziale raggiunto, era importante chiudere un accordo che “significativamente” interviene in una delicata fase ovvero quello del parziale rientro dei colleghi in servizio, ai sensi dell’art. 263 della Legge n.77/2020 di conversione del D.L. n. 34/2020, che oltretutto si svolge in un momento delicatissimo.

Non solo l’emergenza non è finita bensì siamo nella fase cosiddetta di contagio controllato, ovvero in una fase di convivenza con un “virus” micidiale che durerà parecchio tempo (speriamo di essere smentiti).

In materia i segnali che riceviamo sono contradditori ed anche sconfortanti, vedi le dichiarazioni dell’O.M.S. (la pandemia è solo all’inizio), nonché i diversi eterogenei orientamenti della comunità scientifica e sanitaria.

Il prezzo ad oggi pagato è alto, in termini di sofferenze e perdite umane, una sorta di selezione “darwiniana”, ed in ragione di ciò la tutela della salute, diritto “intangibile” costituzionalmente garantito, passa sopra ogni altro tipo di “valutazione”, in un Paese civile ed avanzato quale è il nostro.

L’invito a tutti è “responsabilità e consapevolezza” ovvero in una fase di ripresa del sistema Paese, che richiede il contributo di ciascuno di noi, deve essere fatto tutto quello che è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.

Ripetiamo, sulla parte economica che, rammentiamo, riguarda due aspetti oseremmo dire “distinti”, ci aspettiamo positive risposte, come da aspettative di tutti i colleghi che in questi mesi hanno contribuito alla concreta operatività dell’Agenzia delle Entrate, anche per strategici servizi offerti alla collettività, in caso contrario sapremo come comportarci. (La Delegazione CONFSAL – UNSA)

Il Coordinatore Nazionale

Valentino Sempreboni

ENTRATE – ACCORDO SULLO SMART WORKING

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

FIRMATO l’ACCORDO SULLO SMART WORKING

La fermezza sindacale paga. La telenovela buoni pasto ha finalmente un
termine certo. E i sindacati locali tornano ad avere un ruolo su tutta la partita

Dopo una trattativa che, di fatto, è iniziata a luglio e che ci ha visti impegnati negli ultimi tempi in un confronto serrato con l’Agenzia anche nei giorni festivi, abbiamo firmato oggi l’accordo sugli istituti di conciliazione vita-lavoro.

Si tratta a nostro parere di un ottimo accordo che sarà vigente fino al 31 dicembre 2020, ma costituirà la base di partenza per l’accordo a regime che dovrà disciplinare questi istituti dal 1° gennaio 2021 in poi.

Possiamo dire di essere soddisfatti, soprattutto se si pensa a quali fossero le posizioni della delegazione di parte pubblica all’inizio di questa trattativa, prima di tutto perché non ci siamo arresi e abbiamo continuato a portare avanti le nostre convinzioni sul rimborso forfettario per le utenze e, ancora di più, sui buoni pasto. Non abbiamo ancora acquisito la certezza che queste somme saranno riconosciute ai lavoratori, ma abbiamo finalmente una data entro la quale questa “telenovela” si concluderà: il 30 settembre prossimo. Un termine molto vicino.

Anche sulla parte che regolamenta lo smart working le buone notizie sono tante, la prima tra tutte è che si fermeranno le iniziative unilaterali avviate dall’Agenzia in moltissimi territori e si apriranno i tavoli sindacali territoriali, perché così prevede l’accordo firmato oggi.

Inoltre abbiamo precisato che:

1. la percentuale dello smart working prevista dalla norma al 50 per cento si calcolerà sulle ore lavorabili e non sulle “teste” e che i lavoratori fragili o conviventi con persone fragili non entreranno nel computo del 50 per cento;

2. il 50 per cento non è la percentuale massima di smart working, in quanto questa può essere superata per favorire i genitori di figli di età inferiore ai 14 anni, laddove si rendesse necessario;

3. continueranno a svolgere lavoro agile senza rientri i lavoratori fragili, i conviventi con lavoratori fragili e i genitori di figli di età inferiore ai 14 anni in caso di quarantena per i figli che siano venuti in contatto con soggetti positivi al Covid19. A queste categorie, già tutelate nei precedenti accordi, si aggiungono tutti coloro che hanno particolari e documentate situazioni familiari o personali, che saranno trattate caso per caso;

4. la flessibilità di orario sarà massima e regolata da contrattazioni a livello territoriale;

5. sarà tutelato il diritto alla disconnessione, non vi sarà alcuna deroga alle tutele previste dalle norme e la contattabilità del personale da parte dei superiori gerarchici potrà avvenire solo in determinate fasce orarie che saranno individuate dalla contrattazione locale;

6. chi lo riterrà potrà utilizzare, in luogo dello smart working, l’istituto del co-working, cioè lavorare in un ufficio più vicino alla propria abitazione, di norma entro i confini regionali.

In sintesi, uno degli accordi più avanzati tra quelli stipulati nella pubblica amministrazione.
Avremmo potuto raggiungere risultati ancora migliori se l’Agenzia su alcuni punti, come il coworking, non si fosse attestata su posizioni di retroguardia e avesse accettato le nostre proposte, che tendevano a dare maggiore flessibilità all’istituto senza che questo potesse essere scambiato per un aggiramento della mobilità nazionale.

Ciò che invece ci dispiace profondamente, per il modo più che per il merito, è stata l’impossibilità di portare a termine il cammino iniziato unitariamente.

Un’organizzazione sindacale, infatti, ha scelto di “sfilarsi” dalla vertenza unitaria all’ultimo momento e senza preventivamente sentire il bisogno di comunicare le sue decisioni ai propri compagni di strada cioè alle scriventi sigle sindacali.

Deve essere chiaro ai lavoratori che i meriti di quest’accordo sono solo ed esclusivamente dei sindacati che hanno portato avanti le comuni idee fino all’ultimo e firmato l’accordo odierno,mettendo da parte le eventuali divergenze su singoli punti.

Non sfugga, infatti, che se tutti avessimo tenuto il comportamento poco responsabile di alcuni e avessimo mandato a monte tutto, non firmando nessun accordo, da domani non si aprirebbe nessuna trattativa territoriale, i dirigenti deciderebbero le sorti dei lavoratori a livello unilaterale e l’Agenzia avrebbe potuto fare a meno di prendersi l’impegno a chiudere la vicenda dei buoni pasto entro fine mese.

A maggior ragione, qualora le risposte dell’Agenzia in merito dovessero essere positive, che nessuno provi ad appropriarsi di meriti non suoi con firme postume. I meriti sono riservati a chi si è messo in gioco e, soprattutto, si è comportato lealmente con i lavoratori e con i compagni di strada.

Roma, 17 Settembre 2020


CISL FP

Uil Pa

CONFSAL UNSA

FLP

Silveri

Cavallaro

Sempreboni

Patricelli

 

ENTRATE – Comunicato unitario incontro 15 Settembre 2020

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

SINTESI RIUNIONE DEL 15  SETTEMBRE

Si è tenuta in data odierna la prevista riunione nazionale in merito al possibile accordo per regolamentare il Lavoro agile in relazione all’emergenza COVID-19 e il nuovo quadro normativo introdotto dall’art. 263 della l. n. 77/2020 sulla permanenza in lavoro da remoto di almeno il 50% delle attività c.d. “smartabili”.

Significativi passi avanti sono stati definiti rispetto alla parte “regolamentare” con riguardo ai rientri in presenza e/o la scelta volontaria di permanere in lavoro agile e sugli istituti che possono regolare le modalità di svolgimento delle attività in lavoro agile. In merito a questi aspetti, però, alcuni punti dirimenti sono da migliorare affinché si possa pervenire all’effettiva sottoscrizione.

In realtà, però, i veri e propri nodi da sciogliere riguardano la parte “economica” della regolamentazione e cioè: il riconoscimento dei buoni pasto e il rimborso forfettario dei costi affrontati dai colleghi in lavoro agile. Su questi aspetti l’Agenzia sembra navigare a vista senza ancora aver individuato l’approdo giusto; dimenticando, nel frattempo, che non può fare le nozze con i fichi secchi e per giunta chiedere alle lavoratrici ed ai lavoratori di portare i fichi.

Questi complessive problematiche hanno indotto, dopo più di otto ore di confronto, ad aggiornare le trattative a giorno 17 settembre alle ore 10; auspicando che in quella sede, quantomeno, si pervenga ad una ragionevole mediazione per porre le basi anche per gli aspetti economici.

Roma, 15 Settembre 2020

  FP CGIL

 CISL FP        UIL PA CONFSAL/UNSA

        FLP

Gamberini Silveri Cavallaro     Sempreboni 

    Patricelli