LA RIFORMA DELLE AGENZIE FISCALI

8 Gennaio 2018

Il contratto specifico è stato perso per volontà di una parte della politica e di una parte del mondo sindacale
Noi continueremo a batterci in ogni sede per il suo ripristino, così come lavoreremo per una riforma organica del modello delle Agenzie Fiscali, a tutela di tutti i lavoratori e dei loro percorsi di carriera.

La Legge di Stabilità 2018, pochi giorni prima della fine della legislatura, ha “apportato” alcune importanti modifiche al sistema di norme e regole delle Agenzie Fiscali.
In allegato quanto stabilito all’articolo 1, nei diversi commi di riferimento.
Riportate le norme, un primo elemento di valutazione politico-sindacale appare opportuno esprimere.
E’ mancata la volontà di modificare organicamente tutto il quadro normativo di riferimento delle Agenzie Fiscali, nonostante fosse stato avviato concretamente un confronto con le parti, Agenzie ed OO.SS. in primis, già nei primi mesi del 2017 e dopo un significativo lavoro svolto dalla Direzione delle due Agenzie, con la consulenza di importanti Organismi internazionali.
Lo stesso Ministro prof. Padoan, pochi giorni prima della fine della legislatura, aveva ed ha rinviato al nuovo Parlamento la riforma del modello delle Agenzie Fiscali, a voler significare una attuale “non volontà” della Politica ad intervenire, con razionalità, neutralità e lungimiranza per un assetto stabile nel tempo della “macchina” fiscale.
A tale riguardo appare chiaro che nonostante le chiare e precise raccomandazioni espresse da OCSE e FMI nelle “due diligence” redatte nel 2016, l’intervento in extremis “partorito” in occasione della legge di Stabilità 2018 è rivolto esclusivamente a risolvere alcune importanti criticità, ovvero quella della creazione di figure di “Quadri” (funzioni pre-dirigenziali), nonché la disciplina dell’accesso alla Dirigenza, il tutto per superare, nel concreto, gli effetti della nota sentenza della Corte Costituzionale.
E’ mancata, quindi, ovvero non è stata “perimetrata” una chiara e precisa definizione dell’autonomia finanziaria delle Agenzie, pur necessaria per la specifica azione delle strutture, così come è venuto meno, con riferimento al personale, lo specifico comparto pubblico di contrattazione.
A questi aspetti di fondamentale importanza possono aggiungersi altri, certamente non secondari, come quello della durata degli incarichi di direzione delle Agenzie, delle procedure di deliberazione del Comitato di gestione ed altro ancora.
Il mancato mantenimento del comparto specifico di contrattazione (di questo si tratta, perché il contratto lo avevamo in ragione del d. lgs n. 300/99) è soprattutto imputabile alla diversità di vedute tra le stesse OO.SS. (in particolare non facciamo peccato se indichiamo la diversa posizione di alcune sigle confederali).
Parlano gli atti e le azioni nostre e di tutti gli altri operatori.
Queste sigle in sede di ultima Audizione parlamentare, tenutasi a supporto dell’iter del predisponendo veicolo normativo di riforma (non andato in porto in termini organici bensì con le disposizioni riportate quale specifico emendamento governativo) hanno espresso giudizi fortemente negativi soprattutto in merito alla “conservazione” dello specifico comparto di contrattazione pubblica, nonché su altri aspetti dell’autonomia delle Agenzie.
In quella sede, così come in ogni occasione, la nostra OO.SS. ha sottolineato con forza la necessità di un intervento normativo di riforma delle Agenzie Fiscali nella direzione indicata dalle raccomandazioni di OCSE e FMI, ovvero nel rafforzamento della loro autonomia nei diversi aspetti, anche di ordine finanziario.
Ulteriormente, la nostra O.S. riteneva e ritiene fondamentale il “ripristino” del comparto pubblico specifico di contrattazione affinché tutti gli aspetti riconducibili al rapporto di lavoro, da quelli retributivi agli sviluppi di carriera ai sistemi di valutazione fossero/siano ricondotti a fattore comune attraverso un condiviso e negoziato quadro di regole, quale elemento di fondamentale riequilibrio dei rapporti di forza tra le parti ovvero rafforzamento dell’autonomia delle Agenzie e innalzamento del livello delle tutele dei diritti e delle aspettative dei colleghi in servizio, fornendo coerenza agli interventi ritenuti necessari, alla luce delle criticità manifestate nel tempo dal modello.
La “significativa” divergenza di vedute tra i Rappresentanti dei Lavoratori ha certamente contribuito al non raggiungimento dell’auspicata riforma organica del sistema, mentre non può non intravedersi nell’intervento di fine legislatura, un inserimento per legge di una cosiddetta “Area Quadri” che, pur mancando nel quadro di riferimento normativo generale per il Pubblico Impiego (il D. Lgs n. 165/01 e successive modifiche ed integrazioni), avrebbe meritato, a nostro parere, una migliore definizione ed una più organica declinazione attraverso lo specifico strumento contrattuale e relativa area di riferimento (già un primo “step” sperimentale lo si era ottenuto con le posizioni organizzative previste nel primo contratto).
Invece la norma nel rimandare allo strumento del Regolamento di Amministrazione delle singole Agenzie, sia la istituzione delle POER – POAP – POAS, sia la disciplina del conferimento delle stesse posizioni, l’articolazione per profili di responsabilità nonché la disciplina dell’accesso alla qualifica dirigenziale, nulla dice in merito ad un qualsivoglia intervento del sistema di relazioni sindacali ovvero ad un “apporto”, di qualunque tipo, delle OO.SS..
Quindi è evidente che l’introduzione per legge di nuove posizioni organizzative in sostituzione delle pregresse (POS e POT), sempre introdotte con legge, se da un lato, rappresenta una opportunità per il sistema delle Agenzie Fiscali dall’altro lato, richiederà la massima attenzione delle Rappresentanze Sindacali affinché il sistema di partecipazione sindacale in ogni caso, e nella distinzione di ruoli, possa fornire il proprio contributo.
A questo deve aggiungersi, inoltre, l’irrisolto problema, per il momento, delle Posizioni Organizzative previste dal precedente CCNL, (per questa parte ancora in vigore), in particolare la questione del finanziamento delle stesse posizioni nonché l’articolato schema della loro disciplina contrattuale (secondo qualcuno abrogato per effetto delle norme “Brunetta”), anche in questo caso con il primario obiettivo di riportare complessivamente il tema nell’alveo del sistema di partecipazione sindacale.
Quindi, una serie di interventi che avrebbero meritato, a nostro parere, un ben più complessivo ed organico quadro negoziato di riferimento, per una migliore tutela dei diritti e delle aspettative dei colleghi rappresentati, anche con riferimento ai percorsi di carriera.
Un tema, questo, che sicuramente si evidenzierà e si manifesterà nei prossimi mesi, e per il quale la nostra O.S. chiederà, con forza, momenti partecipativi e concertativi, indipendentemente dalle previsioni normative.
Naturalmente su questi temi con forza sottolineiamo che non accettiamo lezioni da alcuno, né tantomeno “perniciose” interpretazioni e/o strumentalizzazioni da “presunti” paladini difensori di colleghi o di particolari categorie di colleghi.
A tale riguardo basta solo leggersi gli accordi e “rammentare” precise e consolidate posizioni da noi assunte a tutela della specificità del lavoro dei “finanziari” in generale e delle diverse attività svolte dai colleghi e relativi gradi di responsabilità.
Il resto… è solo… (decidete voi !).

IL COORDINATORE NAZIONALE AGENZIE FISCALI
Valentino SEMPREBONI