AGENZIA DELLE DOGANE E AAMS: LE FAKE NEWS NON “PASSANO” LA DOGANA

19 Febbraio 2020

Mentre i lavoratori dell’Agenzia sono, insieme ai colleghi delle Entrate, in “stato di agitazione” per stanare dal letargo l’Autorità politica e chiedono – tutti insieme –  l’immediato rientro da una gravissima carenza di personale nonchè maggiori risorse economiche sul salario accessorio, una sigla si trastulla facendo circolare una serie di fake news che vorrebbero seminare dubbi e accrescere malumore tra i colleghi. Naturalmente quando lo scontento viene alimentato artatamente ma non si sanno  ricercare  soluzioni, si indicano immaginari untori per averne un ritorno di consensi, nel peggior stile che la pratica politica di questi tempi ci pone davanti tutti i giorni.

Duole molto che qualcuno abbia solo pensato di poter raccontare ai colleghi “bubbole” planetarie ma, soprattutto, che si possa ritenere, con illazioni e fake news a carico delle altre OO.SS., di elevare il proprio, per la verità scarsissimo, consenso.

A costoro diciamo che tutto questo fango non ci preoccupa, perché anche le fake news vanno sapute raccontare.

E diciamo che noi che rappresentiamo davvero i lavoratori dell’Agenzia continuiamo e continueremo il nostro impegno per superare le gravi condizioni nelle quali operano quotidianamente i lavoratori dell’ADM.

Senza alcun cedimento ai “masanielli del momento” abbiamo portato a casa, dal 2005 ad oggi, tre passaggi di fascia per tutti i dipendenti. Le progressioni economiche incrementano gli emolumenti di tutti fino alla pensione e all’attualità impegnano, insieme alla stabilizzazione dell’indennità di Agenzia più del 50 per cento delle risorse del fondo: oltre 51 milioni su un totale prevedibile di 94,7 milioni, limite che, con le iniziative di lotta di questi giorni, chiediamo all’Autorità politica di incrementare decisamente, mentre rivendichiamo insieme ai lavoratori delle Entrate la introduzione di una norma che superi il penalizzante “tetto”  dei nostri Fondi.

Le fake news vanno sapute raccontare, appunto.

Come si può pensare che i colleghi “bevano” la panzana che le indennità per le “Poer” sono a carico del Fondo (derivano da una norma di legge con risorse ottenute dai tagli delle posizioni dirigenziali), o che il costo per PO e IDR provochi “il depauperamento totale del fondo”?

Il loro costo, i lavoratori lo sanno bene, è rimasto sostanzialmente costante negli anni tanto è vero che, anche per il 2019, le “vituperate” indennità per P.O. e IDR sono pari a 2.152.300 euro, incidendo per il 2,27% per cento sul totale del Fondo.

Ciò a fronte di un costo per il sistema indennitario-budget di sede pari a 9.280.000 euro, per le indennità di turnazione pari a 5.100.000 euro e per il premio di performance organizzativa pari in percentuale al 28,57%, con una erogazione ad ogni lavoratore di circa 2.700 euro.

 

Una solo cosa ci preme evidenziare.

Mentre prosegue il nostro impegno per arrivare, tra l’altro,  alla sottoscrizione del CCNI di Agenzia, siamo tutti chiamati, lavoratori e OO.SS., a proseguire con forza lo stato di agitazione  – anche contro chiunque sa pensare solo a fare confusione – per costringere l’Esecutivo ad avviare un confronto serio sul futuro dei lavoratori del fisco e sulla necessità di un forte investimento sulla macchina e sul personale della nostra Agenzia.

Vi terremo  costantemente e “realmente” informati.

Roma 19 febbraio 2020

 

        FPCGIL                    CISLFP                  UILPA             CONFSAL/Unsa                Flp          

      Iervolino                 Fanfani                   Procopio                 Veltri                          Sperandini