AGENZIA FISCALI- Una valutazione del coordinatore

1 Ottobre 2020

Una Valutazione del Coordinatore

Le AGENZIE FISCALI:
una riforma misconosciuta da parte di una politica
colpevole di ignavia ed incapacità.
Necessario uno scatto di orgoglio da parte dei lavoratori e da
parte delle Agenzie.

Solo la pandemia ha bloccato una “Vertenza Fisco”, unitaria e particolarmente sentita, che aveva già manifestato i primi segnali a noi favorevoli nel rapporto tra datore pubblico e lavoratori (rammentiamo su tutti lo “stratosferico” sciopero del 2 aprile 2019, nonché le diverse manifestazioni in tutta Italia nel cosidetto “fisco day”).

Una volta per tutte è necessaria una valutazione chiara della situazione: un diverso modo di fare amministrazione pubblica, una azione per OBIETTIVI convenzionali e per RISULTATI certificati, che SISTEMATICAMENTE è stato oggetto di DISATTENZIONE del Governo e della classe politica, BOICOTTATA dall’alta burocrazia e investita da norme disorganiche con l’evidente esclusivo scopo di FARLA NAUFRAGARE.

Non servono gli odierni dibattiti su un modo moderno di fornire servizi ai cittadini, su amministrazioni al “passo dei tempi”, quando è chiaro, ad oggi, l’indirizzo politico, nemmeno tanto nascosto, di porre in un “binario morto” l’unica esperienza riformistica degli anni duemila, con l’ausilio di tanti soggetti, compreso pezzi dell’Amministrazione votati ad una guerra tra “bande” (in un nostro commento l’abbiamo chiamata “la guerra dei venti anni”), a discapito dei lavoratori “finanziari” che con ammirevole spirito di servizio avevano creduto, ed al dire il vero continuano a credere, al cambiamento ed alla modernizzazione.

Oggi, i lavoratori ed i loro rappresentanti si trovano indubbiamente in una posizione scomoda, ma non possono essere il alcun modo “additati” alla responsabilità per quello che è stato fatto, altri devono essere chiamati a rispondere per quello che non è stato fatto.

Nel contempo, si presentano all’appello “pseudo” esperti che vogliono insegnare a fare amministrazione per obiettivi, “presunti” tecnici che vogliono imporre regole e sistemi non degni di un Paese moderno e civile, mentre soggetti istituzionali, ahimè anche loro, agiscono per formalismi giuridici al solo scopo di “certificare la propria esistenza in vita”.

Le Agenzie Fiscali hanno dovuto affrontare “marosi” e “venti impetuosi”, perché una Amministrazione efficiente non fa comodo a quella parte dell’ “establishment”, e purtroppo ad una parte minoritaria della popolazione, che vuole mano libera nei commerci e nelle regole, non vuole pagare le imposte, le tasse ed i contributi, agisce nella sopraffazione dei deboli e delle persone per bene ovvero niente altro che “darwinismo economico” e liberismo della prima ora, senza regole e senza etica, che i Paesi avanzati hanno “mandato in soffitta” da tempo.

Le Agenzie Fiscali hanno bisogno di un “rigenerato” e “reingegnerizzato” quadro normativo e regolamentare, di nuovi strumenti e risorse, umane – finanziarie – tecnologiche, in grado di metterle nelle condizioni di lavorare al meglio nell’esclusivo interesse della collettività.

Il modello delle Agenzie Fiscali richiede, a nostro parere, una maggiore autonomia in materia finanziaria, organizzativa e di personale. D’altronde questo era il principale obiettivo del disegno di legge della precedente legislatura (solo per memoria AS n. 2837 – “disposizioni concernenti la riorganizzazione delle agenzie fiscali”), il cui esame non fu completato per la scadenza della stessa legislatura.

Tra le tante questioni in essere anche quella dello “spoil system”, con l’augurio che sia la Corte Costituzionale a decidere (prossimamente) di riportare alle origini il rapporto tra politica ed alta amministrazione, senza “scimmiottare” modelli che non ci appartengono per cultura e per tradizione.

Ulteriormente, non vi è bisogno di fare “a sportellate” per difendere “status” e “ruoli”, né tantomeno di avere a che fare con “manager” scelti per superiori interessi di “parte”, bensì abbiamo la necessità di avere scelte precise e definitive nonché regole chiare e trasparenti che permettano l’adeguata interazione di persone e di organizzazioni, al fine di “efficientare”
ed “economizzare” ulteriormente le strutture operative e fornire alla collettività i servizi attesi e necessari.

Abbiamo bisogno solo di buona volontà, i “fenomeni” possono calcare altri “parterre”.

Nulla da inventarsi e da scoprire, nessuna “sfera di cristallo” da consultare, basta dare attuazione alle raccomandazioni ed agli indirizzi espressi da primari Organismi internazionali di consulenza (FMI-OCSE), come compendio-riferimento delle migliori pratiche amministrative-operative.

Naturalmente bisogna crederci, bisogna volerlo, bisogna operare e soprattutto bisogna coinvolgere i lavoratori, in tutti i sensi ed a tutti livelli, perché sono loro i portatori del
cambiamento.

Verrebbe da dire che tutto il resto è …. noia, ma i tempi sono difficili e temiamo che senza i passi necessari anziché toglierci dal baratro, ci finiremo rovinosamente dentro, votandoci
per decenni ai margini della storia (un oscurantismo politico, economico e sociale).

Il Paese merita ben altro e noi lavoratori “finanziari” meritiamo attenzioni ed interventi adeguati alla crisi di sistema. Null’altro, ma non è poco.

Ma le Agenzie Fiscali devono fare sentire la propria voce, senza “compiacere” i politici di turno, chiedendo rispetto per il loro strategico ruolo e tutelando al meglio i lavoratori.

Da anni si lavora per obiettivi e da anni si è monitorati in tal senso, mentre tutt’attorno si parla di “piano delle performance” (ma lasciamo perdere!), di “modernizzazione” della pubblica amministrazione (la possiamo definire “l’araba fenice”), di sistemi di valutazione del personale (sic!), di riforma degli apparati dello Stato (naturalmente per “stabilizzare” i potenti di turno).

Parlare di cambiamenti per non cambiare niente, nel contempo agire per penalizzare “inopinatamente” chi invece i passi necessari li ha compiuti (ostacolare per sopravvivere nell’eternità).

Che strano Paese il nostro, con una classe politica colpevole di ignavia ed incapacità. Tocca a NOI difendere il lavoro, la dignità ed il rispetto perché al servizio esclusivo della collettività.

Cordiali saluti.

(Ad ogni buon conto richiamiamo alcuni documenti d’interesse che alleghiamo alla presente nota).

Il Coordinatore Nazionale CONFSAL-UNSA AGENZIE FISCALI

Valentino Sempreboni

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