AGENZIA DELLE ENTRATE: IN MERITO AI RISTORI.
Nessuna guerra tra lavoratori e nessuna prova di “forza”
In data 22 giugno si è tenuto l’incontro sindacale sui “RISTORI”, di cui al comma 870 della Legge di Stabilità 2021.
La Direzione dell’Agenzia ha quantificato i risparmi di bilancio derivanti dai buoni pasto non attribuiti e dagli straordinari non erogati per un totale di circa € 29.633.500 lordo agenzia, in applicazione della norma e come da certificazione del collegio dei revisori (22 milioni di euro lordo dipendente)
Al contempo, ha estratto dai sistemi informatici il computo delle giornate lavorate in “smart working” nel 2020 ottenendo un complessivo di 3.898.473.
Dividendo la somma disponibile per il numero di giornate, si conclude per un potenziale valore pro-capite di poco superiore ai 5,50 € lordo dipendente per giornata lavorativa intera trascorsa in s.w.
Rispetto ad una precedente “eccezione” sindacale che aveva sottolineato come il mancato incasso del buono pasto corrisponde a 7,00 € nette (in quanto detassato) mentre l’eventuale ristoro corrisponderebbe a 5,50 € lorde (o poco più) in quanto soggetto a tassazione, l’Agenzia ha risposto che, sebbene abbia provato a valutare l’opportunità di trasformare il ristoro in rimborso di costi analiticamente determinati al fine di giustificarne la detassazione, non è riuscita nell’intento e, pertanto, ha confermato la tassabilità del ristoro.
In secondo luogo, la Parte Pubblica ha proposto anche di “ristorare”, con lo stesso “plafond”, il personale che ha fornito un presidio di presenza durante la pandemia riferendosi ai servizi di Conservatoria, spedizione/ricezione atti, gestione di rete e sicurezza.
CONFSAL – UNSA ha sottolineato che i risparmi di spesa devono essere diretti a ristorare i maggiori costi ed i mancati guadagni “patiti” dai lavoratori agili perché proprio loro hanno contribuito a formare i risparmi “de quo”.
Ad onore del vero questa posizione è stata sostenuta da tutte le sigle sindacali presenti.
L’Agenzia, dovendo accantonare la proposta di cui sopra, ha “rilanciato” proponendo che le figure che hanno garantito i presidi come sopra individuati fossero destinatarie, in ogni caso, di un “ristoro” da attingere dal FUA 2020 a titolo di stralcio ed ha chiesto che l’accordo per tale attribuzione procedesse di pari passo con l’accordo sull’erogazione dei ristori ai lavoratori agili, quasi pretendendo di erogare i ristori solo a condizione che contemporaneamente si indennizzassero i lavoratori che avevano garantito il presidio. Questa proposta ha registrato, contrariamente alla prima, il gradimento di qualche Sindacato che si è anche prodotto nella quantificazione potenziale di queste indennità, a suo dire di valore almeno doppio rispetto al ristoro da riconoscere ai lavoratori agili.
Nel merito di questa nuova proposta la CONFSAL – UNSA ha testimoniato la propria sensibilità rispetto alla valorizzazione dell’impegno profuso da chi ha garantito i presidi fisici, ma abbiamo sottolineato che le tipologie di “plafond” da cui attingere sono talmente diversi da non consentire di procedere “simultaneamente” a due accordi paralleli. Il plafond dei ristori è specificamente quantificato e “promana” dai risparmi del bilancio dell’Agenzia; esso per previsione normativa origina dai risparmi indotti dal lavoro agile e, pertanto, è molto facilmente liquidabile ai lavoratori agili essendo le ore fruite da ciascuno immediatamente riscontrabili in HR.
Il plafond degli indennizzi di chi ha svolto i presidi individuati dall’Agenzia, al contrario, sarebbe il Fondo del Salario Accessorio dei lavoratori del 2020.
Orbene, a nostro avviso, i criteri di attribuzione del Fondo 2020, come sottolineato in tempi non sospetti, devono essere radicalmente rivisitati, tenuto conto che una serie di attività “storicamente” incentivate, come ad esempio le “verifiche” o il “front office” nelle dimensioni standard, sono state drasticamente ridimensionate e le somme attribuite a tali attività dovranno essere “riallocate” verso attività, talvolta inedite, svolte in epoca di pandemia.
È verosimile che un valore vada dato al rischio, e forse al maggior impegno (rispetto all’ordinario), sopportato dai funzionari che hanno fornito alcuni presidi fisici, ma sia le tipologie di prestazioni incentivabili che la quantificazione di tali indennità possono essere valutate globalmente. Anche in merito alle attività presidiate occorre un approfondimento:
se è vero che l’Agenzia ha, da subito, individuato 4 categorie di servizi indifferibili (IT, Posta, Conservatoria e Sicurezza) consentendo a tutti i lavoratori non adibiti a tale servizio di operare in modalità agile, è anche vero che diverse Direzioni Regionali hanno concesso lo “smart working” in modo “contingentato”, con colleghi addetti ad esempio ai front office che si sono recati in Ufficio anche 3 giorni a settimana. Situazioni diversissime in tante aree del nostro Paese.
Anche questi colleghi, come quelli individuati dalla Parte Pubblica potrebbero, a ragione, eccepire che essendo stata “precettata” la loro presenza in ufficio è incentivabile come quella dei servizi sopra indicati.
In sintesi, per CONFSAL – UNSA occorre liquidare con immediatezza i ristori ai lavoratori agili ed aprire subito un tavolo in cui discutere i criteri di attribuzione del FUA per l’anno 2020, verificando eventuali anticipazioni.
Anzi, in materia di salario accessorio, dobbiamo immediatamente operare sul salario accessorio 2019 (reclamato giustamente a gran voce da tutti i colleghi) e chiudere il relativo accordo, nonché individuare, anche qui con immediatezza, lo schema di riparto per l’anno 2020, un anno assolutamente straordinario in tutto e per tutto (che richiede, pertanto, soluzioni straordinarie).
Questo indirizzo lo avevamo espresso, ripetiamo, in tempi non sospetti e ne siamo sempre più convinti.
Le prestazioni 2019 oramai risalgono ad oltre 18 mesi fa e come sempre osserviamo i soliti ritardi, anche negoziali, mentre per il decreto sul 2020, in sede di Convenzione con il Dipartimento delle Finanze, era stata assicurata una tempestiva emanazione del relativo decreto, una volta superate le criticità di primo impianto.
Quanto detto per recuperare parzialmente i ritardi “cronici” osservati in merito alla determinazione e destinazione dei fondi accessori.
Questo è il quadro operativo, nel quale si inserisce il comma 870 che, in concreto, rappresenterebbe solo un “primissimo” tentativo, del legislatore, per un riconoscimento accessorio ai lavoratori agili che hanno operato TUTTI in un anno straordinario e tragico sotto tutti i punti di vista.
Come ci insegnano altre esperienze, anche internazionali, ci si è avviati verso un riconoscimento giornaliero “forfettario”, per i lavoratori agili, anche se non soprattutto in ragione dei consistenti risparmi osservati ed accertati dalle Amministrazioni (sotto diversi profili e non solo in materia di buoni pasto e straordinari), nonché gli indubbi disagi sopportati dai lavoratori.
Siamo sicuri che i colleghi pensavano a ben altro, ma regole e vincoli attuali sono presenti come “macigni” e queste sono le cifre in gioco, in un contesto tutto in evoluzione con scarsi riferimenti pratici. Certamente auspicabile il superamento di vincoli e regole se si vuole, a giusta ragione, valorizzare al meglio il lavoro agile ordinario.
Naturalmente anche su questo tema la regolazione contrattuale di primo livello è in ritardo, nella speranza che il percorso avviato in Aran per il rinnovo del CCNL, riesca a sciogliere i tanti “nodi” (MA QUANTI “NODI” BISOGNA SCIOGLIERE IN ARAN? Vi è una reale volontà di lavorare in questa direzione in materia di profili professionali, posizioni organizzative e/o Area Quadri che dir si voglia, regole su Lavoro agile “ordinario” e non telelavoro domiciliare, solo per elencare alcuni delicati argomenti? Per non parlare in merito ai “tetti” di spesa sul salario accessorio nonché sui passaggi di area, dove per effetto del D.L. n. 80/2021 in corso di conversione, bisogna attivare il confronto tra le parti e trovare soluzioni non solo contrattuali ma anche in termini di ulteriori proposte normative da rappresentare al Governo).
Detto quanto sopra, rigettiamo al mittente qualunque pensiero ostile in materia di “ristori”, nella consapevolezza che si tratta di somme certamente dovute per tutti gli interessati, opportunamente da “rilasciare” a diverso titolo e con diversi “plafond”.
Come al solito osserviamo che i nostri colleghi, TUTTI, hanno fatto il loro meglio per mantenere inalterata l’operatività dell’Agenzia, nelle condizioni date, ma non tutte le altre parti hanno lavorato nella stessa direzione.
Purtroppo, tutte le problematiche sono oggettivamente “concatenate” e richiedono soluzioni univoche e specifiche ai diversi livelli, legislativi e contrattuali di primo e secondo grado.
Non servono “demagogia” e “strumentalità”, osservando che a tempo debito, quando si sono voluti sottolineare importanti aspetti operativi quotidiani (l’importanza della Sicurezza sul Lavoro, l’importanza e specificità dei Servizi Immobiliari, l’importanza di alcune “figure” del settore Territorio, l’importanza delle figure di coordinamento e responsabilità, l’importanza di anticipare un accordo sperimentale di “smart working ordinario” anziché il telelavoro domiciliare e l’elenco potrebbe continuare), non sono state fornite risposte soddisfacenti.
Noi della CONFSAL – UNSA manterremo, come sempre, il nostro stile e la nostra capacità di “discernimento”, per “firmare” accordi adeguati. Il resto è … “fuffa”.
Anzi una importante precisazione politico-sindacale: è il caso di riattivare la unitaria “vertenza fisco”, visto che le problematiche sul tappeto hanno superato ampiamente la soglia critica (in primis, carenza risorse umane e carenza di risorse economiche accessorie).
Cordiali saluti.
(La delegazione CONFSAL – UNSA settore Entrate)
IL COORDINATORE NAZIONALE
Valentino Sempreboni