DOGANE e AAMS
Al Sig. Direttore Generale
dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Roma
Al Sig. Direttore Centrale del Personale ADM
Roma
OGGETTO: Ulteriori riflessioni sull’ art 103 del D.L. 104/2020. Strategia del silenzio dell’Agenzia riguardo alle richieste sindacali.
Ancora una volta i Lavoratori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si sono trovati davanti ad un ulteriore cambiamento, questa volta in forma di norma di legge, e precisamente alla possibile creazione di una società a partecipazione pubblica (SpA o Srl?) in cui l’Agenzia sarebbe socio unico per procedere con maggiore celerità all’offerta di servizi al pubblico effettuati dai Laboratori Chimici.
Il vigente Statuto dell’Agenzia prevede, all’art 3 lett. f), che tra le funzioni esercitate dall’Agenzia è individuata la “gestione dei laboratori chimici, assicurando l’equilibrio fra costi e benefici, anche attraverso l’offerta di servizi specialistici ad altri enti, imprese e privati”.
In tale previsione è di tutta evidenza che l’equilibrio costi/benefici non è dissimile dai cosiddetti “criteri imprenditoriali” che l’art. 103 del D.L. 104/2020 pone alla base della possibile costituzione di apposita società e il cui svolgimento delle attività sarebbe assicurato esclusivamente dal Personale dell’Agenzia e disciplinate nell’ambito delle Convenzioni.
I Laboratori Chimici, come è noto, nell’ambito delle attività proprie dell’Agenzia (specie per dogane, accise, antifrode) hanno una funzione istituzionale fondamentale e non soltanto commerciale. Come riporta, infatti, il sito web ADM, l’attività di tali Laboratori riguarda gli “uffici doganali per l’accertamento analitico delle caratteristiche peculiari dei prodotti per consentirne la classificazione doganale e l’assoggettamento fiscale, ai fini dell’applicazione delle accise, sia per la gestione del tributo che in sede di prevenzione e repressione delle frodi tributari”.
I Laboratori, inoltre, sono tutti riconosciuti da ACCREDIA (https://www.accredia.it), associazione che è stata “designata dal governo italiano, in applicazione del Regolamento europeo 765/2008, ad attestare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità degli organismi di certificazione, ispezione e verifica, e dei laboratori di prova e taratura”.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli annovera, a livello nazionale, 15 Laboratori Chimici in cui operano 221 Dipendenti che lavorano con grande professionalità e sacrificio, date le carenze di Personale che riflettono quelle altrettanto gravi dell’Agenzia (circa 2.700 unità in meno).
L’Agenzia ha nel tempo provveduto a fornire i Laboratori Chimici di attrezzature e strumentazioni scientifiche di ultima generazione con rilevanti costi non solo di acquisto ma anche di installazione e manutenzione nonché di messa in sicurezza degli ambienti di lavoro.
Da quanto esposto è di tutta evidenza che l’attività dei Laboratori Chimici può benissimo rimanere inalterata pensando eventualmente a risolverne le carenze organiche.
Non si comprende, pertanto, l’inserimento in una norma, destinata alle “misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia”, della previsione di una cosiddetta “società a partecipazione pubblica”, quando peraltro in Italia tale tipologie di società hanno posto e continuano a porre una serie di dubbi sui loro profili giuridici che non sono stati superati nemmeno dallo stesso decreto legislativo 175/2016 (T.U. in materia di società a partecipazione pubblica).
Il ricorso alla costituzione di una società a partecipazione pubblica da parte dell’Agenzia per produrre servizi da collocare sul libero mercato, se si fa riferimento al Testo Unico 175/2016 è una operazione che lascia perplessi: infatti ove nella fattispecie si voglia far riferimento, ai sensi dell’articolo 4 di tale T.U., alla produzione di servizi di interesse generale, poiché le attività dei Laboratori Chimici si incentrano per sua natura sulle analisi destinate agli organi di controllo e verifica ADM nonché dell’ Autorità Giudiziaria e di altre PP.AA. le analisi e certificazioni su prodotti di interesse commerciale non possono costituirne il core business senza uno stravolgimento di tale istituzione.
Ci si domanda, poi, a causa del prevedibile cambiamento di gestione dall’attuale forma pubblica a quella esclusivamente privata, se le attività dei Laboratori finora svolte per i fini istituzionali dell’Agenzia medesima saranno per essa successivamente a pagamento e se le attuali strumentazioni dei Laboratori Chimici nonché l’utilizzo delle loro sedi saranno giuridicamente ed economicamente “riversate” nella nuova società e con quale previsione di legge ovvero abbandonati con noncuranza dei soldi dei contribuenti.
Capitolo preponderante di confronto e discussione resta la situazione del Personale dell’Agenzia che attualmente opera nei Laboratori Chimici e che dovrebbe passare nei “ruoli” della nuova società privata.
L’art 19 del TU 175/2016, riguardante il Personale delle società a partecipazione pubblica, prevede, nell’ambito della privatizzazione, che al medesimo si applichino le disposizioni portate dal capo I, titolo II, del libro V del codice civile, dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa, ivi incluse quelle in materia di ammortizzatori sociali, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, e dai contratti collettivi. Prevede, inoltre, che le “societa’ a controllo pubblico stabiliscono, con propri provvedimenti, criteri e modalita’ per il reclutamento del personale. Si aggiunga che gli articoli da 19 a 24 inerenti al Personale, per diverse previsioni, danno adito a svariate riflessioni in cui si evidenzia specialmente uno status di instabilità sia dei contratti personali che delle remunerazioni.
In definitiva la norma in parola è la manifestazione di voler risolvere una presunta visione della “produzione della P.A.” tramite una aziendalizzazione “spinta” portando, come unica panacea, i dipendenti fuori dall’ambito pubblicistico. Tale previsione e altre similari, introdotte con una legislazione di “soppiatto”, risultano, peraltro, in controtendenza con altre scelte dell’odierna politica che sembra voler “statalizzare” ampie attività economiche in cui le privatizzazioni hanno manifestato i propri limiti ad esempio la gestione delle autostrade, il trasporto aereo, la produzione di acciaio, ecc.
Ci si domanda, infine, se nella denegata ipotesi in cui la norma in parola dovesse trovare accoglimento nella conversione in legge del decreto, l’ esperimento che si intende perseguire tramite i 221 Colleghi attualmente impegnati nei Laboratori Chimici ADM costituisca il primo passo per cambiare volto all’Agenzia che in seguito del decreto legislativo 300/1999 ha già dato prova di cambiamenti di non poco conto mediante una nuova strutturazione e una nuova gestione di tipo aziendalistico senza comunque avere in contraccambio il mantenimento delle promesse circa la propria autonomia.
E non risultano infondate le preoccupazioni per il Personale che dovrebbe far parte della costituenda società a partecipazione pubblica a causa della mancanza di informazione specifica, di eventuali diverse opportunità e, come ultimamente succede, di mancanza di confronto con i Rappresentanti dei Lavoratori.
I cambiamenti, considerati “epocali”, non possono che lasciare perplessi specialmente laddove uno studio di fattibilità ne sconsiglierebbe la percorribilità. La possibilità ipotizzata nell’art. 103 del DL 104/2020 risulta inopportuna e soprattutto nella considerazione che un efficientamento dei Laboratori Chimici ADM è già riscontrabile nelle realtà dei 15 uffici in essere ma soprattutto risulterebbe deleteria la scelta di costituire una società privata per raggiungere gli obiettivi perseguiti e raggiunti già all’attualità senza entrare nei vicoli ciechi delle società a partecipazione pubblica.
Le riflessioni sulla vicenda sopra riportata e sulla situazione aleatoria che essa potrebbe ingenerare riguarda, come più volte denunciato, l’atteggiamento che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli continua a mantenere ostinatamente nella riorganizzazione in atto per la quale si nega ogni confronto con i Rappresentanti dei Lavoratori ed anche per quanto riguarda la gestione del Personale.
Di recente, infatti, in merito all’art. 263 del decreto “rilancio” (DL 34/2020) la scrivente Federazione aveva richiesto, per le vicende pandemiche sopravvenute e per l’individuazione del Personale da far rientrare negli uffici con nota prot. 277209RU dell’ 11 agosto 2020, un urgente confronto e contestuale sospensione della nota. Nessuna risposta è stata data in merito, nel solco ormai di una incomprensibile strategia del silenzio. Simile atteggiamento denuncia una mancanza di corrette relazioni sindacali che certamente non costituisce un vanto per l’Agenzia.
Questa Federazione ama ricordare che gli obiettivi dell’Agenzia vengono raggiunti mediante l’impegno continuo e di elevata professionalità dei Lavoratori Dipendenti i quali hanno diritto ad essere ascoltati, tramite i propri Rappresentanti. Inoltre, si rammenta che è stato anche “riattivato” lo stato di agitazione del Personale proclamato il 30 dicembre 2019 e sospeso per le vicende della pandemia da coronavirus.
Il Personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli resta in attesa di risposte!
Roma, 27 agosto 2020
Il Responsabile Nazionale del Settore Dogane e Monopoli
Salvatore Veltri